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THE BLACK CARDINAL

The Black Cardinal

Come ho avuto modo di constatare spesso, la "ricerca" è infinita e piena di continue sorprese!

Molti anni fa entrai in possesso di un racconto fantascientifico di horror e vampiri in cui l'attore principale era un certo Cardinal Brunacci, segretario di Stato vaticano, il quale preferì la carriera al matrimonio, rinunciando ai suoi doveri verso la figlia e la di lei madre. Naturalmente fece una brutta fine!
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Contattai l'autore, ma feci l'errore di dirgli la verità e così mi negò le informazioni richieste, ovvero dove aveva trovato la notizia del figlio del Cardinale. A quel punto ipotizzai che il figlio di cui si racconta in questa novella fantascientifica fosse invece del fratello Andrea. Comunque sia, avrei esaminato volentieri il documento.

Pochi giorni fa mi è capitato di trovare una recensione di un certo P.J. Lennox su una novella storico-letteraria scritta, o pubblicata, nel 1914 a New York.
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Il libro in questione si intitola THE BLACK CARDINAL. L'autore è un certo John Talbot Smith.
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Ora dal titolo è chiaro che l'autore si rifà ai 13 "cardinali neri" che si opposero a Napoleone Bonaparte, di cui il più autorevole era il Segretario di Stato di Pio VII, Card. Ercole Consalvi.
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Riporto prima la recensione e poi ne spiego il contenuto.
A pag. 658 (della Catholic University Bulletin, Volume XX, 1914. Published by The Catholic University of America, Washington, D.C.), leggiamo:

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The Black Cardinal
By John Talbot Smith.
New York: The Champlain Press, 1914.
Pp. 360. Price $ 1.25

 
This is a brightly written and very interesting historical novel dealing with the periodo of the rise and fall of the great Napoleon.
The story centres around Elisabeth Patterson of Baltimore and the fight she made for her rights as the wife of Jerome Bonaparte.
The inflexible attitude of the Catholic Church regarding the sanctity of the marriage tie is on many occasions well brought out.
The great dominating personality of the story is, not Elisabeth Patterson, nor yet Napoleon, but Cardinal Consalvi, whose rigid devotion to principle wins through in the end.
The closing scene between him and Madame Patterson-Bonaparte, in which the great Cardinal predicts for her a place in history as significant as that of Mary Queen of Scots or Joan of Arc and exactly parallel with that of Katharine of Aragon, shows the writer at his best.
There is a sub-plot, very well worked out, concerning the love affairs of the Marquis Andrea Consalvi and the Contessa Corona Franchi, and the reader, who has been kept on edge for a long time regarding their separation and differences, is glad to find that they are ultimately united.
There is much humor of a sly order in many of the speeches of Elisabeth.
It is altogether an exhilarating and refreshing novel and well worth reading.

P.J.LENNOX

Quindi, nel 1914 troviamo uno scrittore americano, il quale, partendo da un fatto storico, come il matrimonio avvenuto tra il fratello di Napoleone e la Elisabetta Patterson di Baltimora, si inventa un racconto nel quale, come si legge nella recensione, "The great dominating personality of the story is, not Elisabeth Patterson, nor yet Napoleon, but Cardinal Consalvi", l'attore principale della novella NON è la Elisabetta Patterson nè Napoleone, bensì il nostro Ercole Consalvi!
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E, sorpresa delle sorprese, l'autore vi inserisce una love-story tra Andrea Consalvi ed una certa non ancora identificata Contessa Corona Franchi: "the love affairs of the Marquis Andrea Consalvi and the Contessa Corona Franchi".

Riporto qui di seguito la traduzione completa, gentilmente inviatami da Andrea Nini, ultimo discendente, guarda caso, proprio di Andrea Consalvi-Brunacci:
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"E' un racconto storico molto interessante, scritto brillantemente, che ha a che fare con il periodo dell'ascesa e della caduta del grande Napoleone.
La storia è incentrata su Elisabeth Patterson di Baltimora e sulla battaglia che fece per i suoi diritti in quanto moglie di Jerome Bonaparte.
L'atteggiamento inflessibile della Chiesa Cattolica riguardante la santità del matrimonio è, in molti casi, ben riprodotta.
La grande personalità dominante della storia non è Elisabeth Patterson, non è neanche Napoleone, bensì il Cardinal Consalvi, la cui rigida devozione ai principi alla fine trionfa.
La scena finale tra lui e Madame Patterson-Bonaparte, in cui il grande Cardinale le predice che avrà un ruolo nella Storia tanto significativo quanto quello di Mary Regina della Scozia o di Giovanna D'Arco ed esattamente analogo a quello di Caterina D'Aragona, mostra il meglio dello scrittore.
C'è un sotto-intreccio, molto ben tessuto, riguardante la relazione tra il Marchese Andrea Consalvi e la Contessa Corona Franchi, e il lettore, che è stato a lungo tenuto sulle spine riguardo la loro separazione e le loro differenze, è contento di sapere che resteranno finalmente insieme.
C'è molto scaltro umorismo in tanti dei discorsi di Elisabeth.
Nel complesso è un racconto coinvolgente e originale, che vale molto la pena leggere.

Non ho la minima idea chi possa essere questa Contessa Corona Franchi, ma sappiamo per certo che la lista delle love-stories di Andrea è abbastanza lunga!

Per ora mi fermo qui, in attesa del libro che ho subito ordinato, dove spero che vi siano molte altre informazioni riguardo i due fratelli Consalvi-Brunacci, e di una ricerca storica su questa Signora Contessa.

Mi limiterò ad aggiungere quanto sappiamo sull'argomento Elisabetta Patterson ed il fratello di Napoleone, riportando le parole dello stesso Cardinale, il quale così scrisse, durante la sua prigionia in Francia, nelle sue "Memorie":
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Dalle "Memorie" del Cardinale:
   "Alli affari dei due Concordati successe quello del matrimonio del fratello dell’Imperatore per nome Girolamo (63), in oggi Re di Vesfalia. L’Imperatore scrisse al Papa perchè sciogliesse quel matrimonio, contratto con una donna in America senza il suo consenso nè della madre.

(63) Girolamo Bonaparte, re di Vestfalia, ultimo fratello di Napoleone, n. in Ajaccio il 15 nov. 1784, m. a Villegenis (Seine-et-Oise) il 24 giugno 1860. Dalla guardia consolare dovette passare, in seguito a un duello, nella marina, e partecipò alla battaglia di S. Domingo. Sbarcò poi negli Stati Uniti, per sfuggire agl'Inglesi, ed ebbe accoglienze trionfali. Ancora minorenne, sposò a Baltimora Elisa Paterson (24 dicembre 1803) incorrendo nelle ire del potente fratello, che non volle riconoscere tale matrimonio. Nel 1805 tornato in Francia ottenne il perdono, ma non potè condurre la moglie. Ebbe il regno di Vestfalia; contrasse nuove nozze con la figlia del re di Wurttemberg, Carolina, stabilì la capitale a Cassel, facendosi assegnare una lista civile di 5 milioni e abbandonandosi a una vita di lusso e di piaceri. Dopo Lipsia perdette il regnò, dove ritornò ancora dopo i Cento Giorni. Passò poi a Roma e a Firenze. Fu riammesso in Parigi da Luigi Filippo nel 1847 e con l'avvento al potere del nipote Luigi Napoleone divenne maresciallo di Francia, poi presidente del Senato, senza però godere di gran prestigio.
Questo affare fu trattato in Roma dal Card. Fesch, che nel Ministero di Francia era succeduto a M. Cacault. La trattativa fu penosissima, non meno per la vivezza con cui dall'Imperatore se ne fece e sostenne la domanda, che per la natura delle memorie date dal Card. Fesch per ottenerla.
Siccome il Papa fu sempre costante nella negativa in vista delle Leggi della Chiesa, che si opponevano a quella pretensione, così il vedersi dall'Imperatore sostenere con tanta forza da un Ecclesiastico e Cardinale, com'era il Card. Fesch, che non era vero che le Leggi della Chiesa si opponessero alla dimanda, gli dava luogo a ripetere da tutt'altro motivo la negativa del Papa, il quale perciò invece di trovare un vantaggio nella qualità del Ministro, che trattava l'affare, ci trovò un grave danno.
Il Papa dimostrò fino alla evidenza nelle sue risposte che il difetto del consenso dei parenti non era un impedimento dirimente per l'effetto sacramentale, se lo era in Francia per li effetti civili; e fece conoscere che l'unico mezzo perchè egli potesse aderire alla istanza sarebbe stato il provargli che in Baltimora (dove era stato contratto il matrimonio) fosse stato publicato il Concilio di Trento, nel qual caso avrebbe potuto dichiararsi nullo quel matrimonio, che non era stato contratto nelle nuove forme prescritte da quel Concilio. Ma se quel Concilio non vi era stato publicato, allora, continuando ad aver vigore l'antica disciplina (secondo il prescritto dello stesso concilio e Costituzioni Apostoliche per i luoghi dove il Concilio non fosse stato publicato, il matrimonio contratto secondo le antiche forme era validissimo.
La prova della publicazione in Baltimora del Concilio Tridentino non si fece mai, onde il Papa rimase fermo nella negativa. Io dovetti certo molto soffrire (mi sia permesso questo buon motivo) per le nuove forme, con cui fu trattato questo affare dal Ministro in Roma.
Un'altra cosa, più rimarchevole ancora, rapporto a questo affare, fu la seguente.
Nelle lettere scritte al Papa dall'Imperatore, per ottenere lo scioglimento di quel matrimonio, si rilevava sempre con gran forza la qualità di Protestante nella moglie del suo fratello e si rimproverava acremente al Papa che volesse mantenere una Protestante in una famiglia, i di cui individui erano destinati ad occupare dei troni.
Al quale obietto, il Papa rispondeva che la Chiesa aborrisce certamente i matrimonii con disparità di culto e li riconosce illeciti, ma non invalidi e nulli.
Dopo quelle lettere non si sarebbe dovuto credere, che sciolto poi quel matrimonio dalle autorità ecclesiastiche di Parigi (non so certamente con qual dritto e potere), si sarebbe fatta sposare da quel Principe una Protestante, la figlia, cioè, del Re di Wittenbeiga, e farla sedere sul trono di Vestfalia."

Ho appena letto un centinaio di pagine (di 360) di questo libro ed ho trovato un nuovo argomento, che potrebbe dare spunto ad un pezzo teatrale ed avvicinare Tuscania a Canino, dove Tuscania mette in campo la Compagnia teatrale e Canino i costumi d'epoca. Nel libro si parla praticamente dell'allettante proposta di Napoleone fatta ai due fratelli Consalvi e di conseguenza il grande rifiuto del Cardinale. Una proposta difficile da rifiutare e che pure fu da lui rifiutata! Non voglio anticipare quanto vi ho letto, perchè prima vorrei trovare qualcuno che sia in grado di tradurre in italiano il libro. Infatti ho constatato che non esiste una versione italiana.

Ho finito di leggere il libro e sono sorpreso della grande fantasia dell'autore. John Talbot Smith fa sopravvivere il povero Andrea oltre la sua morte reale avvenuta nel 1807.
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Ce lo ricorda lo stesso fratello nelle sue "Memorie":
Ai 6 di settembre 1807 con mio dolore inesprimibile perdei il mio amatissimo fratello Andrea nella età di 46 anni, dopo 73 giorni di penosissima malattia, giudicata da un medico per idrope di petto e da un altro per un vizio organico, e così rimasi solo ed ultimo della mia casa.
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Sembra quasi che l'autore abbia voluto scrivere questo romanzo su commissione o per far piacere a qualcuno. E' necessaria una ricerca più approfondita sull'autore e sui discendenti della Elisabeth Patterson di Baltimora.
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E' proprio come pensavo. L'autore ha scritto questo romanzo per compiacere il fondatore dell'FBI, nipote di Girolamo Bonaparte e di Elisabetta Patterson di Baltimora.
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Da Wikipedia:
Girolamo Napoleone Bonaparte, detto Bo (Londra, 5 luglio 1805Baltimora, 17 giugno 1870), è stato un mercante statunitense. Fu l'unico figlio di Girolamo Bonaparte, fratello minore di Napoleone Bonaparte, e della sua prima moglie Elisabetta Patterson. Nonostante fosse nato in Europa, visse tutta la sua vita negli Stati Uniti d'America con la madre, il cui matrimonio fu annullato dalle autorità francesi per ordine di Napoleone Bonaparte. Questo annullamento gli tolse ogni diritto a portare in Francia il nome di Bonaparte ma tale norma fu annullata da Napoleone III. Egli sposò Susan May Williams (1812 – 1881), figlia di un ricco mercante di Baltimora che divenne il fondatore di una delle prime compagnie ferroviarie americane. Da Susan ebbe due figli Girolamo Napoleone Bonaparte II e Carlo Giuseppe Bonaparte. Girolamo Napoleone Bonaparte è sepolto a Baltimora.

Carlo Giuseppe Bonaparte (Baltimora, 9 giugno 1851Bella Vista, 28 giugno 1921) è stato un politico statunitense. Fu il fondatore dell'FBI. Fu membro del Governo degli Stati Uniti d'America sotto il presidente Theodore Roosevelt, prima come ministro della Marina e poi come Ministro della Giustizia (Attorney General of the United States).

Insomma, John Talbot Smith e Carlo Giuseppe Bonaparte si conoscevano e John Talbot gli dedicò questo romanzo, dove però gli attori principali sono i due fratelli Consalvi.

Leggetelo, perchè è molto interessante.
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