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Nel centenario della morte

Il 2 settembre 2014 ricorreva il centenario della morte del Tenente Francesco Brunacci. Non avendo potuto il sottoscritto ricordarlo con una pubblicazione, abbiamo avuto il piacere di veder pubblicato sul privato sito di Paolo Onofri di Potenza Picena un articolo in sua memoria del 1936. Articolo che riportiamo qui di seguito.
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Lina Esposito Brunacci, che ha gelosamente conservato le memorie storiche dello zio, tramandandole al sottoscritto, ne sarà sicuramente molto contenta!
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Paolo Onofri ci aveva preannunciato il seguente articolo con una mail, dove ci comunica anche altre simili iniziative:

"Maurizio, come da impegno, ti comunico che abbiamo pubblicato sul nostro blog l’articolo che ricorda il centenario della morte del tenente Francesco Brunacci inserendo anche alcune foto che erano state scattate in Libia.

Abbiamo cercato di fare del nostro meglio, sperando di essere riusciti nell’intento di ricordare degnamente questo personaggio che è stato il tenente Francesco Brunacci.

In questo nostro lavoro siamo stati anche aiutati dall’economo comunale Dott.ssa Simona Ciasca che ci ha messo gentilmente a disposizione i due cd con le foto ed i documenti che erano stato scansionati da Enzo Romagnoli.

Rimaniamo a tua completa disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento e cogliamo l’occasione per salutarti cordialmente.

P.S.: cerchermo nei limiti del possibile di far parlare di Francesco Brunacci anche sulla stampa locale e su di una rivista che si pubblica a Porto Recanati. Per il resto delle foto scattate in Libia vedrò di fare un articolo a parte."
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I Santesi Weblog, sito di Paolo Onofri.

100 anni fa moriva in Libia il tenente Francesco Brunacci di Potenza Picena, medaglia di bronzo al valor militare.

a cura di padre Nazzareno Pistelli
articolo pubblicato sull’Avvenire d’Italia del 17/12/1936

 Libia 001

Tenente Francesco Brunacci

Nacque il 9 gennaio del 1882 a Potenza Picena a morì in Libia presso i pozzi di El-Fatia il 2/9/1914. Appartenente a una distinta famiglia di Potenza Picena, Francesco Brunacci, fu il più giovane figlio di Cesare Brunacci e di Giovanna Bocci. Sin da ragazzo mostrò un temperamento sensibile ed entusiasta: dotato di qualità fisiche vantaggiose, aitante della persona, robusto e di bell’aspetto, quando fu in età di scegliere una professione scelse quella delle armi, e con slancio e passione si arruolò nell’Arma di Artiglieria. Fu prima in Artiglieria da fortezza, poi in Artiglieria da montagna, quale tenente al Primo Reggimento di stanza a Torino. Si fece notare per attaccamento al servizio, per competenza e cultura, occupandosi sempre con passione dell’istruzione e del miglioramento del reparto. Scoppiata la guerra italo-turca fu tra i primi a chiedere di essere trasferito in Libia. Accolta la sua domanda fu assegnato alla 2ª Batteria Indigeni, prendendo parte ai combattimenti di Tripoli, Henni, Ain-Zara, Gargaresch, alle due battaglie di Zanzur e di altri gloriosi scontri in Libia. Per la sua condotta brillante tenuta sempre di fronte al nemico, Francesco Brunacci, oltre ad un encomio solenne, venne decorato al valore. L’11 Agosto 1914, una spedizione composta dei tenenti Brunacci, Castelli e De Virgiliis partì per Qzizia per portare rifornimenti e Lire 300.000 in oro ed argento alla colonna Miani che operava nel Fezzan. Giunta a Gheriat, la carovana fu divisa in due: una parte prese altra direzione col tenente Castelli; il Brunacci con De Virgiliis proseguì il 26 Agosto per Marzuk e Brac dove avrebbero dovuto raggiungere la batteria eritrea Mondini, con 14 ascari eritrei e circa 30 guardie arabe locali, ingaggiate volta per volta e con 12 cammelli.

Tenente Francesco Brunacci.

Tenente Francesco Brunacci.

I due ufficiali erano i soli bianchi e la zona non era affatto sicura. Da Gheriat, prima di proseguire, il Brunacci scrive al fratello che temeva che la sua scorta araba fosse venuta a conoscenza delle somme che viaggiavano con la carovana, ciò che faceva temere della stessa scorta; e con serena decisione concludeva: “Se saremo attaccati non potremo far altro che vendere cara la nostra pelle”. Questa lettera giunse al fratello assieme alla notizia del massacro della intera carovana, distrutta presso i pozzi di El-Fatia il 2 settembre 1914, dopo aver venduta cara la vita con un’eroica resistenza che costò gravissime perdite ai numerosi assalitori Dervisci, forse avvertiti e forse chiamati da qualche arabo della scorta. Sulla località non rimasero che i cadaveri dei due gloriosi nostri ufficiali e dei fedelissimi ascari eritrei.” F. Bertole, colonnello Comandante del Primo Reggimento Artiglieria da montagna di stanza a Torino, il 12 settembre del 1914 ai propri dipendenti dava notizia dell’eroico sacrificio del Brunacci con il seguente ordine del giorno: “È giunta ora la dolorosa notizia della immatura morte del Tenente Francesco Brunacci della 2ª Batteria Indigeni della Tripolitania, avvenuta nelle vicinanze di El-Fatia durante un assalto dato dai beduini a una carovana diretta al Fezzan, della quale egli faceva parte. Al nostro prode commilitone perito in mezzo al deserto, mentre compiendo il suo dovere di soldato, compieva opera di civiltà, vada il nostro commosso saluto. Il Reggimento è orgoglioso di aver avuto nelle sue file un Ufficiale che alla grandezza della Patria ha sacrificato la sua balda e promettente giovinezza. Il suo nome rimarrà nel cuore di tutti noi che lo vedemmo all’opera feconda nei perigliosi ed aspri cimenti guerreschi e nell’ignorate amorevoli militari cure del tempo di pace.

Tenente Francesco Brunacci

Tenente Francesco Brunacci

Egli ammonisce che alla grandezza della patria e al buon nome del Reggimento ogni artigliere da montagna deve essere pronto, sempre ed ovunque, ad immolare la vita.” Il 24 Maggio 1936 la Sottosezione potentina dell’Arma di Artiglieria veniva ufficialmente dedicata a Francesco Brunacci.

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Testo tratto da “Potentini Illustri” di Norberto Mancini del 1950 Edizioni Pupilli Recanati.

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