La Vigna Del Bufalo
Paul Hartiwig nel 1904 trova per caso Lucia Brunacci, la quale viveva in un possedimento dei Marchesi Del Bufalo, chiamata "la vigna".
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Paul Hartiwig cercava reperti archeologici ed invece trovò la "Medea" di Anselm Feuerbach.
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Paul Hartiwig cercava reperti archeologici ed invece trovò la "Medea" di Anselm Feuerbach.
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Così Hartwig descrive la vigna Del Bufalo:
"Mi avvertono che “fuori, in una vigna alle porte di Roma”, vi si trovano statue di marmo, torsi e busti. Vi arriviamo subito, quando, non molto distante dalle mura della città, appare, tra una siepe ed una fratta, un portone barocco con un dipinto di una Madonna, ed un paio di vecchi pini, che mi erano stati precedentemente indicati.
Un nascosto, austero e profumato viale ci conduce al villino della vigna. Essa, una volta, apparteneva ai Marchesi del Bufalo e, ancora oggi, porta questo nome.
A destra del villino, tra fiori ed alberi, si intravedono antiche sculture.
Un torso di un giovane greco, a cui in tempi successivi qualcuno vi ha aggiunto una testa di Marte, si trova alla fine del viale. Ai lati vi è uno “scudo” di un Pallade e più in la si vede un bellissimo busto con tunica. Non mancano varie lapidi.
Un frammento di una epigrafe dice: “Blandio, 3 anni” e su un antico sarcofago si legge: “Da Aurelio alla propria amata moglie Annia.”
Una donna, tipicamente “romana”, esce dal villino. E, dato che proprio lei era la custode delle antichità, ci trovammo, in breve, in discorso."
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"Mi avvertono che “fuori, in una vigna alle porte di Roma”, vi si trovano statue di marmo, torsi e busti. Vi arriviamo subito, quando, non molto distante dalle mura della città, appare, tra una siepe ed una fratta, un portone barocco con un dipinto di una Madonna, ed un paio di vecchi pini, che mi erano stati precedentemente indicati.
Un nascosto, austero e profumato viale ci conduce al villino della vigna. Essa, una volta, apparteneva ai Marchesi del Bufalo e, ancora oggi, porta questo nome.
A destra del villino, tra fiori ed alberi, si intravedono antiche sculture.
Un torso di un giovane greco, a cui in tempi successivi qualcuno vi ha aggiunto una testa di Marte, si trova alla fine del viale. Ai lati vi è uno “scudo” di un Pallade e più in la si vede un bellissimo busto con tunica. Non mancano varie lapidi.
Un frammento di una epigrafe dice: “Blandio, 3 anni” e su un antico sarcofago si legge: “Da Aurelio alla propria amata moglie Annia.”
Una donna, tipicamente “romana”, esce dal villino. E, dato che proprio lei era la custode delle antichità, ci trovammo, in breve, in discorso."
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Per anni ho cercato questa vigna, ma sempre senza successo.
Ieri, martedì 5 giugno (07), nella Biblioteca Nazionale ho forse trovato qualcosa.
Nella nota n. 27 del libro "Ville di Roma" di Belli Barsali, a pag. 106, trovo che:
"Il giardino Del Bufalo, presso l’attuale Tritone, era un giardino di statue, tra cui quelle celebri delle Muse. Il Casino, di piccole dimensioni, aveva al centro della facciata una fontana a parete. Fu distrutto poco prima del 1938 (D. Gnoli, 1938, p. 148). Nelle fotografie, oggi al Museo di Roma, eseguite prima che andasse distrutto (Kultzen, 1960, figg. 3,4,5) è visibile un corpo di fabbricato con portico collegato al casino. La facciata era coperta da sculture antiche e dai Dioscuri di Polidoro da Caravaggio, ordinati da Stefano Del Bufalo, che, staccati nel 1885, sono oggi al Museo di Roma".
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Ho inserito nella Galleria fotografica, oltre alle foto di Lucia e di Feuerbach, anche due foto della Villa Del Bufalo, scattate dall’Hartwig.
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