Scarica PDF

UN GRANDE STATISTA ITALIANO DI DUE SECOLI FA

Un Grande Statista Italiano di due secoli fa, predecessore del "Renzi" di oggi, così scrisse nelle sue "Memorie" nel raccontare le modifiche che "fu costretto" a prendere nella P.A. di allora:
.
"Se in ogni luogo è assai difficile il vincere le antiche abitudini e il far cambiamenti e introdurre novità, lo è sopra ogni altro luogo in Roma. Tutto quello che esiste da qualche tempo vi è riguardato con una specie di venerazione, come consecrato dalla stessa antichità della sua istituzione, senza considerare che spesso ciò è falsissimo, non essendo vero che tali e tali cose siano state stabilite nella loro origine come si trovano, essendo anzi alterate o dalli abusi, dai quali niuna istituzione umana può guardarsi abbastanza, o dalle vicende o dallo stesso lasso del tempo.

Inoltre in Roma
, più che altrove, si oppone ai cambiamenti la qualità di quelli, che, o nella giurisdizzione o in altri vantaggi, perdono nei cambiamenti. La loro qualità rende più difficile a vincere la loro opposizione.

Mi limiterò dunque a dire che il piano emendò alcune cose, altre cambiò, altre tolse ed altre aggiunse, per quanto li ostacoli sopraccennati lo permisero
, e dirò ancora che senza la efficace volontà del Governo, che insiste gagliardamente perchè qualche cosa si facesse, non si sarebbe forse fatto nulla. Nè il Governo poteva agire da se solo. La opinione publica non avrebbe favorito le innovazioni che il Governo solo avesse fatto, specialmente venendo screditate presso il publico da quelli, ai quali non erano utili e che, o per la loro qualità o per i loro rapporti, potevano dominare la publica opinione.

La novità del Primo Ministro, giovine di età ed elevato al posto col dispiacere di quelli, che lo avrebbero ambito
, avrebbero fornito argomenti e prese contro la novità delle emende e cambiamenti.

Non posso trattenermi dall’aggiungere qui un riflesso ed è che, avendo permesso la Providenza una seconda caduta del Governo circa dopo un decennio del suo ristabilimento, se la stessa divina Providenza permetterà un secondo risorgimento, è desiderabile che, nel trovarsi nuovamente tutto cambiato e distrutto dal nuovo Governo, si profitti di questo male per cavarne un bene anche in maggior dose, che non si fece nel primo risorgimento; e che si vinca assolutamente ogni genere di ostacoli che si oppongano a quelle emende e cambiamenti (ferma sempre la Costituzione e le sue basi), che o la vecchiezza di alcune istituzioni, o la alterazione delle medesime, o gli abusi introdotti, o gli insegnamenti della esperienza, o la mutazione dei tempi e delle circostanze e delle idee e degli usi potranno ragionevolmente esigere.

E tal cosa avrebbe potuto e dovuto farsi anche in altri dipartimenti e non in quelli soli, nei quali si fece; ma li ostacoli menzionati di sopra l’impedirono
, e non fu poco che riescisse di farlo in quelli, nei quali si fece."
.
CHI FU COSTUI?