Tra pochi giorni verrà ricordata ad Aversa, paese natale del compositore e musicista Domenico Cimarosa, l’amicizia tra Ercole Consalvi e, appunto, il grande compositore.
In allegato la “Locandina” dell’evento.
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In particolare vorrei ricordare il mio ultimo viaggio a Venezia compiuto nel 2018, alla disperata ricerca di informazioni su dove furono traslati i resti del Cimarosa.
A Venezia trovai una informazione molto interessante e cioè che, anche se la Chiesa di S. Angelo fu demolita nel 1837, però già nel 1810 fu sconsacrata ed adibita a magazzino, per cui ne dedussi che bisognava cercare nell’archivio di Stato di Venezia.
Nel 2018 scrissi: “Penso che, tenendo conto che il Cimarosa era molto stimato anche da Napoleone, le ricerche sulla posizione delle spoglie del Cimarosa dovrebbero continuare cercando sia nei decreti veneziani del Regno d’Italia, sia nella corrispondenza, che sicuramente vi è stata, tra il Consalvi ed i tre figli del grande musicista.”
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Non avendo avuto tempo di fare le suddette ricerche, spero che esse vengano proseguite dal Comitato Consalviano, costituitosi recentemente ad Aversa.
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Precedenti informazioni inserite in questo sito: Domenico Cimarosa
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In ultimo, ricordo che il fine di questo sito è quello di mettere a disposizione di tutti qualsiasi informazione, ricerche ed altro.
La cultura è patrimonio di tutti ed interessi personali non troveranno mai posto in questo sito.
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Precedentemente avevo inserito in questo sito la seguente affermazione di Alessandro Barbero:
“… noi lavoriamo con le fonti … qualunque cosa noi storici diciamo sul passato è perché ci sono arrivate delle informazioni dal passato. … quelle informazioni bisogna saperle leggere, bisogna saperle decodificare … tutte queste sono tecniche che bisogna possedere … bisogna comunque sapere che è una regola fissa che qualunque cosa tu dica deve essere verificabile …”
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Vorrei integrare quanto detto da Alessandro Barbero con un’altrettanto importantissima affermazione di Antonio Salvatore Romano, Relatore nel prossimo convegno in Aversa, nella sua introduzione, a pagina 12, della sua ultima opera “Un Dio, un RE o la Morte” (Editore Il Pozzo di Giacobbe).
“… Quello che, però, spesso risulta esser ancor più vero non è il vuoto delle fonti, ma piuttosto la voglia di andare a cercarle. … Molto più comodo, dunque, rifugiarsi in quanto già scritto e citato da altri studiosi, senza prendersi la briga di andare a compiere le opportune e necessarie verifiche. … Fare ricerca storica è anche una questione di coscienza e di rispetto.”
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Sacrosante parole, visto che abbiamo dovuto lottare per più di un decennio per far correggere il luogo di morte di Ercole Consalvi: Roma e non Anzio!