Nella Biblioteca Centrale di Firenze è custodita una lettera scritta dal matematico Giovanni Alfonso Borelli al Granduca di Toscana (che, nel 1665 dovrebbe essere Ferdinando II):
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In questa lettera il Borelli (1608-1679) scrive: “Ricevo il libretto del Brunacci venuto da Venezia, il quale … “
Il Brunacci in questione è Gaudenzio Brunacci (1631-1668) di Montenovo (Marche, oggi Ostra Vetere).
Il libretto regalato da Gaudenzio Brunacci al Borelli è "la Sferza degl’Alchimisti”, pubblicato a Venezia proprio nello stesso anno, il 1665.
Da questa lettera, datata 6 marzo 1665, deduciamo che Gaudenzio Brunacci, una volta pubblicata l’ultima sua opera, fa un viaggio promozionale.
Nel marzo del 1665 si trova a Pisa, dove contatta il Borelli. Sicuramente, il suo viaggio terminerà a Roma, dove viveva l’altro suo fratello Francesco, astronomo anche lui.
Ma, perché Gaudenzio si reca dal Borelli?
Chi era Giovanni Alfonso Borelli?
Su internet leggo che
L’opera di Galilei fu proseguita da una schiera di suoi discepoli che si applicarono in vari campi del sapere scientifico. Tra i primi bisogna ricordare Benedetto Castelli (1578-1643), scienziato italiano,che a 17 anni entrò nell’ordine benedettino. Prima del 1604 fu scolaro di Galileo Galilei a Padova e nel 1611 lo raggiunse a Firenze. Fu tra i primi a confermare le scoperte astronomiche di Galilei. Gli offrì per tutta la vita la propria assistenza e solidarietà. Dal 1613 fu professore di matematica all’Università di Pisa. Nel 1626 Urbano VIII lo chiamò alla Sapienza di Roma dove insegnò fino alla morte. Furono allievi di Castelli, Cavalieri, Torricelli, Viviani e Borelli.
Se il Borelli inizia la sua lettera non specificando bene al destinatario, il Granduca di Toscana, chi fosse il Brunacci venuto da Venezia, significa che Gaudenzio era già ben noto ai due.
Significa quindi che anche Gaudenzio ed il fratello Francesco erano di fatto discepoli di Galileo.
Interessante è che la Famiglia Brunacci di Firenze aveva sempre avuto stretti contatti con lo stesso Galileo (1564-1642), quando era ancora in vita, aiutandolo sia politicamente che economicamente.
Il seguente documento ne fa testimonianza.
Si tratta di un codicillo fatto inserire al proprio testamento da Galileo Galilei.
In questo documento, il primo dei testimoni firmatari era Francesco De Brunaccis, ricchissimo commerciante fiorentino.
Gaudenzio Brunacci morirà giovanissimo, a soli 36 anni, tre anni dopo questo viaggio.
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