Lo Studio Araldico di Genova continua con altre testimonianze sulle famiglie Brunacci viterbesi, riportandoci la notizia di una iscrizione che si trovava nella Chiesa di S. Sisto a Viterbo, dove si trovava la sepoltura di un altro membro della stessa famiglia di commercianti pisani.
Purtroppo non veniva riportato né il testo né il nome di questo Brunacci.
Mi recai, così, a Viterbo per cercare di recuperarlo. Grande fu, però, il mio disappunto quando scoprii che la tomba gentilizia dei Brunacci, nella Chiesa di S. Sisto, non esisteva più, essendo stata la Chiesa distrutta nella seconda guerra mondiale dal bombardamento aereo.
Fortunatamente, più tardi scoprii tra le carte del Cardinale una ricerca fatta fare dallo stesso Cardinale, dove si poteva, finalmente, leggere il testo dell’epigrafe.
“In un antico libro della Cancelleria del Publico in cui i Brunacci si dice Famiglia Antica di Creoni (?) Cittadini, dove si produce altresì l’iscrizione della sepoltura gentilizia in cui si dice: Aloysius Nicolai de Brunaccis Pisanus Civis, anno 1433.”
Ovvero: “Luigi figlio di Nicola de’ Nobili Brunacci, cittadino pisano, fu sepolto nell’anno 1433” nella tomba gentilizia di S. Sisto a Viterbo.
Non capisco, però, cosa significhi la parola “creoni”!
La ricerca dà anche altre sorprese. Il sacerdote, che aveva fatto la ricerca per conto del Cardinale, gli invia anche un disegno dello stemma che si trovava sulla lapide. Si tratta proprio dello stemma dei Brunacci pisani, ovvero: “tre cipolle e due braccia d’orso incrociate”.
Si tratta di uno stemma diverso da quello dei Brunacci tuscanesi, che invece rappresenta un “granchio”:
«d’argento al granchio al naturale accompagnato da due stelle d’oro di sei raggi, poste una in capo e 1’altra in punta»
Lo stemma del “granchio” appartiene ad un ramo fiorentino della stessa Famiglia.