ORIGINE DEI COGNOMI
In epoca romana il “nome”, ovvero il “nomen” era, come oggi, l’identificativo della persona, mentre il “cognomen” era l’identificativo della “famiglia allargata”, cioè la “gens” a cui si apparteneva.
Il vocabolo latino gens è molto affine a quello greco genè, da cui proviene la parola genesi, ovvero origine. Risulta chiaro, quindi, il significato della parola genealogia, cioè studio delle origini delle genti.
Dopo la caduta della Civiltà romana vi fu un lungo periodo in cui soltanto i nobili mantennero una certa distinzione attraverso il nome della propria stirpe. Gli altri, ovvero il popolo, venivano identificati attraverso il nome del proprio genitore. Ad esempio: Marco (figlio) di Maurizio.
Ciò si è tramandato fino ad oggi in molte popolazioni italiane, in particolare quelle abruzzesi (D’Antonio, Di Francesco, ecc.), ed anche in molti paesi stranieri, come ad esempio quelli scandinavi. Ericson, conosciuto in Italia come l’ex-allenatore della Lazio significa infatti “figlio (son) di Eric”.
Abbiamo quindi cognomi derivanti dai nomi dei propri padri, come lo è anche il nostro: “Brunacci”, che deriva dal genitivo latino “Brunatii”, ovvero (figlio) di Brunaccio, nome molto comune nel medioevo, che ha dato vita anche ad un secondo cognome molto simile, quello dei Brunazzi.
Altri cognomi derivano, poi, da termini che indicano professioni, origini geografiche, caratteristiche fisiche (i cosidetti soprannomi divenuti poi cognomi), ecc. ecc.
I primi cognomi, così come li intendiamo noi oggi, appaiono in Italia nel IX secolo, ma, come ho detto prima, essi erano prerogativa delle famiglie nobili, di quelle patrizie e naturalmente dei commercianti, i quali ad un certo punto sentivano la necessità di distinguersi tra loro soprattutto per motivi economici (eredità, ecc.).
Solo verso il 18° secolo, quindi molti secoli dopo, si sentì il bisogno di identificare con più precisione tutta la popolazione (ad esempio per l’imposizione delle tasse), imponendo per legge l’obbligo del cognome.
Questa necessità, però, di introdurre i cognomi, generò famiglie con cognomi uguali, pur non avendo esse alcuna parentela tra loro. E’ il caso, ad esempio, di quelle famiglie che prendono il loro cognome dai mestieri. La più famosa è quella dei MEDICI di Firenze, oppure dei “ROSSI” e simili.
Tornando, quindi, alle famiglie “BRUNACCI”, anche per noi è accaduto all’inizio la stessa cosa. Solo che a noi è accaduto molti secoli fa, quasi sicuramente già dal IX secolo. Solo, che per ora, nella mia ricerca, non sono andato più in là del 1200.
Risale, infatti, a questo periodo, il matrimonio tra Pietra Brunacci, figlia di Donato (quindi non di un “Brunaccio” qualsiasi) e Francesco Alighieri, fratello minore di Dante, come si può vedere nel seguente albero genealogico del sommo poeta:
DANTE ALIGHIERI
Famiglia Nobile Fiorentina, Avi e Discendenti del Sommo Poeta Dante
http://www.sardimpex.com/ALIGHIERI.htm
Nobile Alighiero, banchiere e cambiatore (+1282/3)
1° moglie: Berta degli Abati, forse figlia del Nobile Durante degli Abati
2° moglie: 1275 ca., Lapa Cialuffi, figlia di Chiarissimo Cialuffi
Alighiero avrà due figli dalla prima e due dalla seconda moglie:
Nobile ……………… che sposaLeone Poggi
Nobile Durante detto DANTE, il Sommo Poeta (1265-1321) che sposa Gemma Donati, figlia del Nobile Messer Manetto Donati.
Nobile Francesco (1276-post 1332) che sposa Pietra, figlia di Donato Brunacci
Nobile Gaetana, detta Tana,che sposa Lapo Riccomanni.
Francesco Alighieri e Pietra Brunacci avranno 3 figli:
Nobile Durante,
Nobile Jonia sposata a Lupo di Riccomanno del Pannocchia,
e la Nobile Martinella sposata a Ser Gregorio figlio di Ser Francesco.
Da loro discesero i Ser Franceschi, Patrizi di Firenze
Donato Brunacci a Firenze non era una persona qualsiasi, era un patrizio. Un patrizio sicuramente molto ricco dato che era di professione “mercante”.
Chissà se la famiglia di Donato Brunacci (zii, fratelli ed altri figli maschi) sia mai arrivata sino ai nostri giorni, oppure si sia estinta prima. Certo è che, come ho spiegato prima, l’origine del nostro cognome non dà la certezza che le famiglie “Brunacci” di oggi siano imparentate tra loro.
Molto probabilmente è avvenuto che, in più parti d’Italia contemporaneamente, tutti coloro che erano figli “di Brunaccio”, nome molto comune nel medioevo, davano involontariamente vita a delle “famiglie Brunacci” assolutamente non imparentate tra loro.
I due ceppi più famosi, arrivati sino ai nostri giorni, sono quelli di Chieri (Torino) e di Firenze-Pisa.