1943
RASTRELLAMENTO TEDESCO
A MENTANA
A MENTANA
DEL 27 OTTOBRE
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La civiltà di un popolo si misura dal valore che esso riesce a dare al proprio passato, riconoscendone non soltanto i pregi ma anche gli errori ed, eventualmente, anche gli "orrori".
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Non si deve temere di "ricordare", perché una corretta "memoria storica" sarà motivo d'insegnamento per le nuove generazioni ad evitare che si ripetino altri simili errori.
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Il 16 ottobre 1943 a Roma i tedeschi, catturarono 1023 romani di fede ebraica e li trasferirono nei loro lager in Germania, dove, appena arrivati, ne furono subito gasati 800.
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Finita la guerra, di queste 1023 persone, soltanto in 17 tornarono a Roma, la loro città.
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Undici giorni dopo, il 27 ottobre 1943, anche a Mentana vi fu il "rastrellamento tedesco".
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Questa volta la "perfetta macchina tedesca" non si mise in moto per motivi razziali, bensì per punire i mentanesi per l'aiuto prestato a dei prigionieri inglesi fuggiti dai campi di prigionia tedeschi e datisi alla macchia.
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Lucio Cantagalli, nel suo libro "Mentana 1943/44", racconta:
La civiltà di un popolo si misura dal valore che esso riesce a dare al proprio passato, riconoscendone non soltanto i pregi ma anche gli errori ed, eventualmente, anche gli "orrori".
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Non si deve temere di "ricordare", perché una corretta "memoria storica" sarà motivo d'insegnamento per le nuove generazioni ad evitare che si ripetino altri simili errori.
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Il 16 ottobre 1943 a Roma i tedeschi, catturarono 1023 romani di fede ebraica e li trasferirono nei loro lager in Germania, dove, appena arrivati, ne furono subito gasati 800.
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Finita la guerra, di queste 1023 persone, soltanto in 17 tornarono a Roma, la loro città.
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Undici giorni dopo, il 27 ottobre 1943, anche a Mentana vi fu il "rastrellamento tedesco".
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Questa volta la "perfetta macchina tedesca" non si mise in moto per motivi razziali, bensì per punire i mentanesi per l'aiuto prestato a dei prigionieri inglesi fuggiti dai campi di prigionia tedeschi e datisi alla macchia.
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Lucio Cantagalli, nel suo libro "Mentana 1943/44", racconta:
"Fu quasi certamente …….. l'aiuto prestato dai cittadini ……….. a far decidere ai tedeschi di dare un terribile monito ai cittadini di Mentana. La mattina del 27 ottobre 1943 scattò l'operazione di rastrellamento in tutto il territorio. I militari tedeschi passarono casa per casa prelevando tutti gli uomini. Riuscirono a scamparla soltanto alcuni che erano in campagna o che si nascosero tempestivamente. Qualcuno sorpreso nel centro abitato mentre fuggiva, fu abbattuto a colpi di mitra: è il caso di MORETTI AURELIO ucciso nel salone di Palazzo Borghese mentre cercava di raggiungere le soffitte."
"Questa (tempesta) si abbatté con inumana violenza soprattutto in località Conca e Trentani. Qui furono stroncati quattro prigionieri inglesi che i tedeschi scovarono a colpo sicuro nascosti in un piccolo casale. Con loro persero la vita altri cinque mentanesi."
Sempre nel libro di Lucio Cantagalli, Brunacci Adelchi ricorda "Che ci sia stata una spiata circa la presenza dei militari alleati è un dato di fatto, considerato che i tedesci hanno trovato a colpo sicuro, i soldati inglesi, uccidendoli senza pietà. Non si è mai saputo con sicurezza il nome di chi abbia fatto la spiata."
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E noi non lo vogliamo sapere! Importante, però, è "non dimenticare la propria storia". Come altrettanto importante è non dimenticare i nomi di quei cittadini mentanesi che, a rischio della propria vita, prestarono aiuto a chi ne ebbe bisogno.
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E noi non lo vogliamo sapere! Importante, però, è "non dimenticare la propria storia". Come altrettanto importante è non dimenticare i nomi di quei cittadini mentanesi che, a rischio della propria vita, prestarono aiuto a chi ne ebbe bisogno.
Lucio Cantagalli nel suo libro ci ricorda i nomi di alcuni cittadini mentanesi che ottennero il 29 dicembre 1944 il riconoscimento ufficiale dal Governo Militare Alleato di Roma, dopo la liberazione della città, per l'assistenza prestata ai prigionieri di guerra alleati.
Essi furono:
Bevilacqua Luigi
De Andreis Secondo
Delfini Pasqua
Di Fulvio Attilio
Guidarelli Ermenegildo
Moretti Michele
Ottaviani Enrico
Piergotti Alberto
Stocchi Aurelio
Stocchi Vincenzo
Tiberi Elio
Tocci Giovanni
Trollo Maria
Cosa accadde intanto ai prigionieri mentanesi?
Penso che dovremmo, anzi, "dobbiamo" essere orgogliosi di questi nostri trecento genitori e nonni, che, dopo un lungo viaggio a piedi, fino a Casal de' Pazzi a Roma, invitati a rivelare dove fossero i prigionieri inglesi ed i nomi di chi li avesse aiutati, non fiatarono, nonostante sapessero che la punizione poteva essere capitale.
Nel frattempo a Mentana i Tedeschi avevano avuto da qualcuno, purtroppo, le informazioni cercate, e così i quattro militari sudafricani furono presi ed uccisi.
I loro nomi:
il Sergente Saaimon
il Caporale Kunz
il Caporale Stuwig
P.le Boojesen
Con essi persero la vita in questo rastrellamento i seguenti cittadini mentanesi:
1) Di Vincenzo Cesare (21.01.1913), ucciso in località Conca.
2) Guidarelli Luigi (04.02.1921), ucciso in località Trentani.
3) Moretti Aurelio (15.06.1909), ucciso nel Palazzo Comunale.
4) Piergotti Agostino (02.06.1879), ucciso in località Conca.
5) Piergotti Massimo (21.01.1928), ucciso in località Conca.
6) Volpe Antonio (11.11.1913), ucciso in località Trentani.
A memoria di questo eccidio il Comune DI Mentana pose un cippo nell'area garibaldina, dove si legge:
"NEL VENTENNALE DELLA GUERRA
DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MENTANA
AD ONORE ETERNO DELLE VITTIME
DELLA BARBARIE NAZIFASCISTA"
Seguono i sei nominativi, in cui "Di Vincenzo Cesare" nel cippo risulta come "Ercole" (una volta era uso comune avere più nomi).
Purtroppo per i cittadini mentanesi il peggio dovrà ancora venire con il bombardamento degli Alleati del 3 giugno 1944.