Nelle “News” ho inserito il 9 settembre 2007 il seguente messaggio, che in questa sezione completerò con alcuni documenti in PDF, riguardanti l’Archivio Medici, il Savonarola, il Petrarca, i Brunacci in Spagna, un documento senese del 1622 ed il testamento di Galileo Galilei.
Dalle “News”:
Oggi, 9 settembre 2007, inizierò ad inserire altro materiale nella 1° sezione. Ne ho moltissimo e, quindi, ci vorranno alcuni mesi per inserirlo tutto.
Nel frattempo invito di nuovo chi verrà a conoscenza di questo sito a collaborare con altre informazioni in suo possesso.
Il fine di questo sito non è soltanto quello di ricostruire gli alberi genealogici o di lasciare i propri alle future generazioni, bensì anche quello di ricostruire i flussi migratori dei nostri antenati, i quali, da perfetti commercianti, in passato, hanno colonizzato varie regioni d’Italia.
Ad esempio, facendo un breve riassunto, dai Brunacci fiorentini del 1200 si passa nelle campagne pisane dove una famiglia in particolare si arricchisce con le cipolle e diventa la principale Famiglia Pisana. Di questa famiglia pisana ne abbiamo traccia diretta anche a Viterbo, dove arrivarono per salvarsi dalla peste del 1348 e dove un suo membro vi rimase dando inizio ad un ramo parallelo a quello pisano.
Sempre da questo ceppo, un’altro membro tornò a Firenze, dove, forse “vergognandosi” del come la sua famiglia si era arricchita, sostiuì le “tre cipolle” dello stemma pisano con “4 stelle”. Questo ramo, poi, si estinse con delle femmine, ma, nel frattempo, un suo membro decise a sua volta, nel 1500 ca., di cambiare di nuovo lo stemma con quello del “granchio”.
Questa famiglia con lo stemma del granchio si è moltiplicata in tutta la Toscana, a Roma, in Umbria e nelle Marche, arrivando, senza mai estinguersi, sino ai nostri giorni. Quasi tutti noi discendiamo infatti da questa famiglia!
Per dare un assaggio di quanto i nostri antenati fossero stati “importanti” nel tessuto sociale fiorentino, vi dò qui di seguito un piccolo riassunto:
1300. Pietra Brunacci, figlia di Donato e sorella di Matteo, è moglie di Francesco Alighieri, fratello minore del Sommo poeta Dante.
1432. Alessandra Brunacci pisana è nonna paterna di Michelangelo.
1448-59. Nell’Archivio Mediceo in Firenze si trova numerosa corrispondenza di Francesco Brunacci. (Nel 1453 Costantinopoli era caduta in mano al Sultano Ottomano.)
Francesco Brunacci e Lazzaro Brunacci erano contemporanei a Leonardo da Vinci, che arriva a Firenze nel 1469 a 17 anni per lavorare nella bottega del Verrocchio, mentre Michelangelo Buonarroti vi arriva nel 1488 a 13 anni per lavorare nella bottega del Ghirlandaio.
1492. Cristoforo Colombo cambia per sempre la “Storia”. Gli europeri lasciano per sempre Costantinopoli al suo destino e rivolgono il loro interesse al Nuovo Mondo. I mercanti soprattutto! Naturalmente i mercanti Brunacci, pisani e fiorentini, non saranno da meno ed apriranno empori in Spagna: a Cadice ed a Siviglia.
1498. Bastiano, figlio di Lazzaro, firma un appello a favore del Savonarola, inviandolo a Papa Alessandro VI, il famoso Rodrigo Borgia. Non è da ammirare? Non ha avuto paura delle conseguenze!
1500 ca. La Vita del Petrarca di Leonardo Bruni viene acquistata da Antonio Brunacci, figlio di Bastiano e nipote di Lazzaro. Lo si legge in una nota di possesso inserita a margine dallo stesso Antonio. Antonio, Bastiano e Lazzaro appartengono a quella famiglia che ha sostituito nel loro stemma le cipolle con le stelle.
1500 ca. Un membro di questa famiglia decide di cambiare, appunto, il suo stemma con un’altro più personale: il “granchio con due stelle”. Questa famiglia del granchio non solo non si estinguerà mai a Firenze, arrivando sino ai nostri giorni, bensì colonizzerà le altre regioni italiane.
1527. Il “sacco” di Roma per opera di Carlo V. Era Papa Clemente VII, al secolo Giulio de’ Medici e Bartolomeo de Brunacciis di Chieri (TO) era Conte Palatino di Carlo V. Bartolomeo fu scomunicato sei anni dopo, nel 1533.
1530 ca. Li troviamo a Tuscania, dove daranno inizio ad una famiglia da cui discenderà il Card. Ercole Brunacci Consalvi, Segretario di Stato di Pio VII.
1567. Nello stesso periodo li troviamo anche a Roma. La loro tomba di famiglia si trova nella Chiesa dei XII Apostoli.
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Tomba di Brunacci.”BRUNACCIUS ILCINUS Questa famiglia fiorentina, molto probabilmente, è la proprietaria del famoso “Rosso di Montelupo Fiorentino”, Bacile del 1508, che si trova attualmente nel locale museo. (Trasparente è naturalmente anche il riferimento al popolo romano, dico io, attraverso la scritta “SPQR”. Tanto più che il “Granchio” è lo stemma dei Brunacci fiorentini di quel periodo. Lo si trova anche al Palazzo del Podestà al Galluzzo di Firenze! Senza contare che abbiamo documenti che provano che i mercanti Brunacci compravano la merce proprio a Montelupo fiorentino.)
AN MDLXVII (1567)
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MUCIUS
OCTAVIO LAURENTIO OCTAVIANO
ET ALEXANDRO INFANTIBUS FESTIVIS
VIVENS POS. ET SIBI POSTERISQUE SUIS
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Il caso ha voluto (aprile 2011) che, nel fare tutt’altre ricerche, mi imbattessi in un libro sulla vita del grande Michelangelo Buonarroti, dove a pag. 105 abbiamo una gradita sorpresa: