Sono riuscito finalmente a consultare (Biblioteca Angelica, posizione: facs.c.12) lo Stemmario Fiorentino pubblicato nel 2005 dalla Casa Editrice Orsini De Marzo, la cui presentazione dice:
“Il volume (210×297 mm), di oltre 1000 pagine di cui ben 886 sono quelle riproducenti a colori le tavole dello stemmario, è rilegato in tela verde con le titolature impresse in oro.
Una breve ma esaustiva introduzione presenta il manoscritto collocandolo nel giusto contesto storico con una particolare attenzione alla storia delle arti decorative araldiche ed alle fonti manoscritte e bibliografiche; segue l’indice degli oltre 1200 stemmi raffigurati.
Opera di Bernardo Benvenuti, priore di Santa Felicita in Firenze ed antiquario del granduca di Toscana Ferdinando II de’ Medici che collazionò gli antichi stemmari e prioristi a sua disposizione con competenza e metodo, questo fondamentale stemmario fiorentino seicentesco vanta tra le proprie fonti manoscritte (molte delle quali oggi perdute) anche un Libro Antiquo dell’Arme del 1302, l’anno dell’esilio di Dante: ciò basta a dare l’idea dell’importanza documentaria di questo codice.
Esso riporta, per il periodo della repubblica fiorentina intercorrente tra il 1282 ed il 1531, le armi gentilizie di tutte quelle famiglie, cittadine o provenienti dai borghi vicini, che dettero dei priori al governo cittadino: più di 1200 sono gli stemmi, disegnati ed acquerellati, raffigurati, il cui elenco alfabetico è consultabile qui.
Quest’opera, attualmente conservata a Parigi in una collezione privata, proviene probabilmente dal Museo privato della Casa Fiorentina Antica allestito da Elia Volpi a Firenze nello storico palazzo Davanzati, i cui arredi vennero dispersi all’asta a New York nel 1916.
La sua grande importanza, al di là del pregio estetico, consiste nel riportare, per ogni stemma, le fonti: spesso lapidi o monumenti artistici di cui si è persa anche la memoria, e le relative iscrizioni, rendendo così attribuibile lo stemma ad una ben precisa famiglia“.
In questo stemmario abbiamo due stemmi appartenenti alla Famiglia Brunacci. Il primo è del 1366, ma il Benvenuti non è riuscito a decifrare il contenuto dello scudo.
Il secondo, invece, è del 1490-1518 ed è rappresentato con due Branche incrociate e (4) stelle d’oro. Nello stemmario, sotto lo stemma, si legge: “S. Spirito, Drago. In S. Marco sepolto. Cappella di S. Antonino. P. Bastiani Lazzarj Brunacci, 1468“.
Non vi è ancora traccia della Famiglia Brunacci con lo stemma del “granchio con due stelle d’oro“, la cui prima traccia la troverò solo nel 1595.
Nello Stemmario non vi è neanche traccia della Famiglia Brunaccini, emigrata poi in Sicilia, avente uno stemma quasi simile: due Branche incrociate con una stella d’oro in alto ed un giglio in basso.