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Note

NOTE
Il Cardinale Ercole Consalvi-Brunacci d’ora in poi verrà citato sempre e soltanto come “il Cardinale”, anche quando si parlerà del “giovane Consalvi” non ancora eletto cardinale.
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Importante è precisare subito che “egli non è mai stato ordinato sacerdote”, affinché sia subito chiaro ai lettori che il titolo di Cardinale, a quei tempi, equivaleva alla carica di “Ministro” (dello Stato Pontificio). Di conseguenza, unendo questo titolo alla carica di Segretario di Stato, ricevuta in seguito da Pio VII, il Cardinale univa in sé di fatto il Ministero degli Interni e degli Esteri insieme.
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Per il resto, non essendo mai stato consacrato sacerdote, Ercole Consalvi, se avesse voluto, avrebbe potuto anche sposarsi, rinunciando naturalmente alla carriera cardinalizia.
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Inoltre, per evitare di annoiare chi non ne sia interessato, ho ritenuto di inserire solo in Appendice (A) gli approfondimenti svolti sui vari argomenti, come ad esempio le “origini” delle famiglie del Cardinale: i Brunacci, i Perti, i Carandini ed i Consalvi.
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Il filo conduttore che seguirò in questo scritto, sarà dato dalle “Memorie” dello stesso Cardinale, completate dalle ricerche effettuate dal sottoscritto nei vari archivi parrocchiali e statali, e con le informazioni prese da testi conosciutissimi agli storici, come quelli del Silvagni, con la sua dettagliatissima analisi su “La Corte e la Nobiltà romana nel XVII e XVIII secolo”, dell’Artaud (Vita di Pio VII, 1837-38), dell’Angelucci (1923), del Cassi (Il Cardinale Consalvi, 1931), del Giardini (Lettere di Napoleone a Maria Teresa, 1934); del Petrocchi (La restaurazione. Il Cardinale Consalvi e la Riforma del 1816. 1941); del Wichterich (“Sein Schicksal war Napoleon”, 1950, ovvero: “Napoleone fu il suo destino” tradotto in Italia nel 1954); di Lajos Pasztor (Ercole Consalvi Prosegretario del Conclave di Venezia, 1960); di Bianca Riccio (Mary Berry, un’inglese in Italia), e, naturalmente, per stare al passo con i tempi, con notizie prese da Internet.
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Ho voluto evitare, per via del gran numero di fonti di archivio utilizzate, di inserire le note che, causa l’alto numero, avrebbero interferito con la scorrevolezza degli avvenimenti. Per cui mi sono limitato a citare i testi fondamentali di cui mi sono avvalso, mentre in appendice ho provveduto a dare qualche notizia in più per chi volesse in futuro continuare con altre ricerche nell’archivio di Propaganda Fide.