Gli introvabili originali delle “Memorie” e del “Testamento” del Cardinale
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Nella stessa documentazione inviatami da Modena, si trovano anche due lettere del 1905 di un certo Virginio Princivalle.
Sembra che nel 1905 non vi fosse traccia alcuna degli originali delle “Memorie” e del “Testamento” del Cardinale.
Neanche Padre Rinieri, contattato da un combattivo e fortemente “critico” signor (o forse anch’egli “Padre”) Virginio Princivalle dell’Archivio Vaticano, era riuscito a conoscerne la collocazione.
Il Princivalle dichiara in queste lettere, indirizzate ad un certo prof. Vittorio Baccini di Firenze, che il Cardinale Prefetto non gli aveva dato il permesso di accedere a questa documentazione.
Noi non ne conosciamo il motivo, ma sappiamo che nel 1905 erano ancora in corso le cause dei Brunacci contro Propaganda Fide (P) e, quindi, il divieto era assolutamente comprensibile.
Il Princivalle, inoltre, scrive di “altre carte, che potrebbero pubblicamente compromettere la memoria del Consalvi”.
Vorrei dire, troviamole dunque queste carte e pubblichiamole!
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Dall’Archivio del Vaticano
24 marzo 1905
Campo Carleo 6
Ch. mo Professore,
Ella avrà ricevuto una mia cartolina; in questa non potevo esprimere come faccio ora i miei ringraziamenti per le gentili frasi che immeritatamente usa a riguardo me nella sua del 9 scorso, e ringrazio pure l’ottimo amico Bernabei d’avermi messo in rapporto con lei, che anche qui da noi gode meritata fama.
Mi dispiace solo che malgrado le mie doverose premure, debba ora risponderle negativamente.
Da quanto ho potuto apprendere, giace negli Archivi di Propaganda un Testamento del Consalvi, come vi sono pure altri atti testimoniali comprovanti la generosa lascita alla stessa Propaganda, ma … il permesso del Cardinal Prefetto, non è dato …. nulla in proposito.
Mi sono allora rivolto al segretario del Cardinale, che fu già mio discepolo, ma non ha voluto assumersi l’incarico di ottenermi il desiderato permesso, ben sapendo, che fu già precedentemente negato, giacché non è la prima volta che si avesse siffatto domanda.
Allora ho cercato nei due archivi vaticani, ma non c’è affatto: ne ho chiesto pure a Padre Rinieri che lavora sui documenti diplomatici del Consalvi, nell’Archivio segreto, ma di Testamento ne verbum quidem.
Che significa ciò? Significa che le carte particolari del Consalvi, che un venti anni addietro furono cedute per atto di morte da un Porporato alla Santa Sede, si custodiscono, sia pure in copia, negli uffici di Segreteria di Stato.
Né giova la prescrizione dei 50 anni trascorsi, per i quali si dovevano trasmettere nell’Archivio segreto.
La copia di questo Testamento, come altre carte, che potrebbero pubblicamente compromettere la memoria del Consalvi, e soprattutto la Santa Sede, giacché più d’allora si preparava l’unificazione italiana, vengono celate.
In quanto all’originale delle Memorie del Consalvi, pubblicate nel 1864 dal Joly Cretineu, non pare si conosca dagli scrittori di Propaganda, tuttavia mi hanno promesso che avrebbero fatto ulteriori ricerche.
Se lei ha dubitato dell’autenticità di quello scritto, vuol dire che ignorava due cose: la pessima calligrafia del Consalvi, in molti punti assolutamente inintelligibile, e la poca pratica della lingua italiana (del Joly).
Non mancherò pazientemente di fare nuove premure e altre ricerche, anche per via indiretta, ma non le prometto esito sicuro, dati i sospetti di compromesso che predominano in certi cervelli limitati posseduti da persone a me ben note.
Nel desiderio di esserle utile veramente in altra circostanza con tutto riguardo mi creda
Dv. mo
Virginio Princivalle
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Ch. mo Professore,
Non sono “bricciole letterarie” quelle che ella cortesemente mi manda, ma frutti degni del suo ingegno, e ne la ringrazio.
Gradisca in cambio due cosuccie, una specialmente poiché mi ricorda fatiche sciupate. Pel momento non ho altro di meglio da offrirle.
In quanto al Consalvi, nell’Archivio di Stato non c’è nulla, pochissimo alla n. 8, niente nelle altre. Mi rimane di cercare alla Corsiniana.
La supellettile maggiore sta alla Vaticana, e nelle imminenti vacanze scolastiche potrei farvi ricerche: però non so ancora con esatta pressione quel che può occorrerle intorno a questo diplomatico, il quale occupa pure buona parte della storia diplomatica pontificia del secolo XVIII. Per esempio, il mio carissimo amico Rinieri ha presso di sé una messe abbondantissima di appunti e di roba del Consalvi.
In questo momento mi dice l’amico Corvisieri dell’Archivio di Stato, che si è pubblicato qualche cosa sul medesimo e di recente, ma non ho avuto il tempo di verificare.
Non ho abbandonato del tutto i tentativi a Propaganda, pel riscontro con le Memorie dello Joly Cretineu, che ella bramerebbe fare.
Se vi sarà buone notizie, mi affretterò di comunicargliela.
Mi abbia intanto per il suo
Affmo ed Obbmo
Virginio Princivalle
Roma, Campo Corleo 6
7 aprile 1905
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In questa seconda lettera il Princivalle afferma che nell’Archivio di Stato non c’è nulla.
Fortunatamente per la mia ricerca, non è stato così, visto che vi ho trovato la “causa Negroni”!
Sappiamo anche che nel 1924, in occasione del centenario, fu chiesta la pubblicazione delle “Memorie” in italiano, cosa che è effettivamente avvenuta nel 1950, a cura di Mons. Mario Nasalli Rocca di Corneliano.
Lo stesso Monsignore Nasalli Rocca, divenuto, sembra, in seguito Cardinale, così ce ne parla:
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“L’autografo, secondo l’espressa volontà dell’autore, dopo la trasmissione a vari esecutori delle sue disposizioni testamentarie, fu affidato all’Archivio Segreto Vaticano, dove ora si conserva.
Il manoscritto consta di fogli doppi, numerati progressivamente e scritti sulle quattro facciate; nel manoscritto delle «Date e memorie» ogni facciata è suddivisa in due colonne.
È noto che nel 1864, e poi ancora nel 1866, uno studioso francese, Jules Cretineau-Joly, pubblicò a Parigi, in due volumi, una traduzione di queste Memorie, qualificandole giustamente, in una prefazione degna di considerazione, come una novità di alto interesse storico.
La pubblicazione ebbe successo ma non mancarono dubbi sulla esattezza e la fedeltà della trascrizione e della versione; però, sebbene non siano infrequenti i casi in cui il traduttore non ha ben compreso ed ha travisato il pensiero e l’espressione dell’autore, la cosa non è nel complesso così grave da infirmare la sostanziale serietà e utilità del lavoro del C.-J. Oltre ad una contraffazione uscita in Belgio, si ebbe delle Memorie nuova edizione a cura del p. J. -E. B. Drochon (Paris, 1895), nella quale viene riprodotto il testo nella traduzione del Cretineau-Joly, con relativa introduzione (non intera) e note; ma vi sono aggiunte dal nuovo editore altre note (non sempre esatte), illustrazioni e, soprattutto, delle «Notizie») del Consalvi sul Concilio Nazionale tenuto a Parigi nel 1811, riportate nell’originale italiano e nella traduzione francese, a cui fanno seguito alcuni interessanti documenti relativi al Concilio.
Ma, anche in adempimento di un voto che fu espresso in occasione del Centenario della morte del Cardinale, il quale diede motivo a degne onoranze e alla pubblicazione di un bel «Numero Unico» (Roma, 1924), era tempo che in Italia si pubblicasse l’edizione originale delle Memorie, che, d’altra parte, nelle precedenti edizioni, sono divenute rare.
Motivi evidenti di carattere scientifico-storiografico hanno quindi suggerito che si ponesse mano alla edizione del testo originale per la quale abbiamo adottato un metodo di fedele trascrizione con un sobrio corredo di note esplicative per i punti meno chiari e di note biografiche su alcuni dei personaggi ricordati.
Del testo originale non è stato sin ad ora possibile rintracciare la parte riguardante il Conclave; essa viene quindi riprodotta in appendice nella traduzione data dal Crétineau-Joly.
Augurandoci soltanto che questa nostra edizione non torni inutile agli studiosi, accanto alla nutrita bibliografia strettamente consalviana, che va dal Ranke al Fischer, dal Rinieri al Petrocchi, per ricordare solo alcuni nomi.
L’originale, e perciò la nostra edizione, divergono, come si è accennato, in non pochi punti dalla edizione del Crétineau-Joly: ciò è dovuto qualche volta ad errore di lettura, ma più spesso ad una insufficiente conoscenza della lingua e dello stile dell’autore ed anche a qualche arbitrio. Così il testo, nella traduzione francese, risulta talvolta deformato, e non mancano neppure casi, in cui il significato della frase è addirittura l’opposto di quanto intendeva dire l’autore.”
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Certo, non mi dispiacerebbe sapere dove ora questi documenti si trovino esattamente, ma, con questa mia ultima richiesta, vorrei poter mettere a questa ricerca finalmente la parola FINE.