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1824, muore Ercole Consalvi

24 gennaio 1824
muore Ercole Consalvi
Vari dottori, corrono al suo capezzale.
Il 23 gennaio 1824, ore 14, – così iniza la relazione del dottor Giuseppe MattheySua Eminenza, il Sig. Cardinale Pro-Datario, ha avuto una notte tranquilla con quattro ore di placido sonno. Le sue orine sono state più copiose, per cui è da giudicarsi che i diuretici principiano ad operare efficacemente. L’apprensione di petto è diminuita e la tosse, cui tiene dietro un escreato denso e nuovo, sembra promettere in breve una espettorazione di materia più comotta. I polsi sono meno irregolari: nella notte vi è stato del calore, indizio quasi certo di qualche aumento di moto febbrile, dal quale può forse sperarsi più sollecito lo sviluppo di qualche favorevole movimento critico. In generale lo stato di Sua Eminenza è più confortante de’ giorni scorsi.”
Infatti migliorerà così bene, che dopo sole 23 ore il Cardinale non si riprenderà più, cedendo al forte attacco di febbre, nonostante le cure del dottore e le continue premure della Duchessa di Devonshire e dei suoi amici.
Muore il 24 gennaio del 1824all’una pomeridiana” ed il suo corpo viene sepolto nella tomba di famiglia, insieme al fratello Andrea, nella Chiesa di S. Marcello al Corso, mentre il “cuore” viene sepolto al Pantheon in un monumento scolpito dal Thorwaldsen, che la Duchessa di Devonshire, gli amici e gli ammiratori vollero dedicare alla sua memoria.
Di lui il COPPI ci lasciò il seguente giudizio:
“Fu zelante del pubblico bene e facile conciliatore fra le antiche e moderne idee; corteggiatore degli stranieri potenti, ed imperioso sui sudditi pontefici; faticatore indefesso, ma senza alcun ordine, e fra grandi affari fu intento spesso anche ai più minuti; regolò con opportuni concordati le correlazioni della santa Sede con varie potenze; adoperandosi, per ordinare lo stato, incominciò molte cose, ne stabilì alcune, e ne lasciò molte imperfette. Fra queste ultime il codice, il catasto ed il fondo per l’ammortizzazione del debito pubblico.”
Al funerale, ci racconta il Wichterich, oltre ai Principi della Chiesa e altri religiosi di tutti i gradi, i Diplomatici e persone di Alto Rango, partecipò una gran massa di popolo di ogni ceto, poveri e ricchi. Anche il popolo di Roma aveva capito a poco a poco che il morto aveva fatto molto per lui e che la sua morte era una disgrazia.”
Muore il 24 gennaio, ma sul Diario di Roma la notizia viene presentata il 28, quattro giorni dopo.
Il Card. Ercole Consalvi ci è stato tolto dalla morte.
Da lungo tempo egli era afflitto da un male, sulla natura del quale i sentimenti dei medici tanto romani che esteri non erano concordi.
Lo scorso mese di dicembre recossi per consiglio de’ medici a Porto D’Anzio per respirare l’aria marittima, ma non ne risentì che giovamento apparente.
Ritornato in Roma fu sorpreso il giorno 22 del corrente mese dalla febbre accompagnata da sintomi peripneumonici allarmanti, i quali crebbero rapidamente in modo tale che lo hanno tolto dal mondo nel corto spazio di 48 ore, dopo aver sofferto incredibili angosce.
Il giorno 24, all’un’ora pomeridiana egli spirò nelle braccia del Signore.
Poche ore prima della sua morte, avendo mandato a chiedere la benedizione papale, Sua Santità volle che l’E.mo e Ill.mo Sig. Cardinal Castiglioni Penitenziere Maggiore glie la portasse personalmente.
S.E. il Sig. Duca di Laval Montmorency Ambasciatore straordinario di S.M. Cristianissima presso la Santa Sede, recatosi all’appartamento del Cardinale Consalvi per domandar sue notizie, si trovò presente quando gli fu amministrata l’estrema unzione, adempiendo anche al pietoso officio di rispondere alle preci recitate in tale funzione dal sacro ministro.”
Altre interessanti informazioni sono su un libro edito recentemente in Inghilterra. Lo storico inglese John Martin Robinson ha pubblicato nel 1987 una biografia del Cardinale, appunto intitolata “Il Cardinal Consalvi”.
Robinson ci racconta che la Duchessa di Devonshire non aveva mai abbandonato un momento il suo amico Cardinale. La Duchessa aveva seguito passo passo la malattia, facendosi consigliare per corrispondenza da dottori inglesi, ovvero dal Dott. Baillie, medico del Duca di Devonshire e da Henry Halford, medico del Re d’Inghilterra. Oltre a loro, le inviava istruzioni anche il Dott. Forbes, medico del signore Londonderry.
Veniamo così a sapere, inoltre, che il Cardinale aveva fortissimi dolori e che, nel tentativo di lenirli, gli venivano somministrate pillole di oppio ogni sera per aiutarlo a dormire.
Vi è una lettera della Duchessa del 23 gennaio, nella quale la duchessa scrive:
Siamo molto tristi ed in ansia per le condizioni del caro Consalvi. Febbre e dolori violenti lo hanno colpito tre giorni fa. Ora è un poco migliorato ed ha dormito un po’, tuttavia ha ancora molta febbre.
Sono molto infelice. Questa mattina, questo spirito puro e nobile, quel cuore gentile e benevolo, ha cessato di esistere.”
Alcuni giorni dopo, la Duchessa scrive comunicando altri particolari:
Ha sopportato la sua dolorosa malattia con pazienza e fortezza. E’ morto in possesso delle sue piene facoltà. Benedetto nella mente e nello spirito, che solo una mente così pura e virtuosa poteva ispirare.
Ha previsto la sua morte. Le sue lettere inviatemi da Anzio tuttavia risparmiavano la mia sensibilità. Quando è tornato a Roma, non usciva più, ma i suoi amici andavano a trovarlo. La progressione della sua malattia finale era stata sorprendentemente veloce.
Ha ricevuto gli ultimi sacramenti ed il Papa gli ha trasmesso l’ultima benedizione per il Cardinale Castiglione, un gesto pieno di tatto.
Le ultime parole del Consalvi sono state indirizzate al papa: dite che sono tranquillo.
Tutta la popolazione di Roma si è riversata fuori per le ultime cerimonie e l’omaggio tradizionale.”
Sempre dal Robinson, veniamo informati che
il corpo del Consalvi fu portato per una settimana nella galleria Caracci di Palazzo Farnese, la stanza “più bella nel mondo”.
Rivestito con il suo abito “rosso” di Cardinale, di cui era stato privato da Napoleone, con il suo cappello, concesso da Pio VII, ai suoi piedi, fu posto su un catafalco circondato da 66 candele, una per ogni anno della sua vita mortale.
Il suo corpo è stato imbalsamato in conformità con i riti sacri ed il suo viso coperto da una mascherina di cera modellata da Thorwaldsen, lo scultore vivente più grande in Europa.
La moltitudine preme per vederlo da vicino e pregare al lato di questo grande uomo.
Le solennità del funerale sono avvenute nella chiesa della famiglia di Consalvi di S. Marcello al Corso, con le cadenze lente e tristi dell’ultimo requiem scritto dal Cimarosa.
La Duchessa di Devonshire non ha voluto assistervi. Troppo grande era il suo dolore per la perdita del suo amico.
Madame Recamier, che allora era a Roma, è andata a trovarla il giorno del funerale. Lei camminava su e giù da sola lungo il viale di cipressi nei giardini di Villa Borghese. Madame Recamier, osservandola da lontano, fu molto colpita da questa scena del soliloquio triste della duchessa in un paesaggio classico.
Avendola persuasa a tornare in città, sono andate insieme a Palazzo Farnese e si sono portate attraverso la folla sino al catafalco.
La Duchessa, guardato ancora una volta, nella immobilità e nella santità della morte, quel viso che aveva visto ogni giorno per più di dieci anni, sormontata dal dolore, ha perso i sensi tra le braccia di Madame Recamier che l’ha portata nella sua suite di Palazzo Spada.
Tale fu il dolore che provò la Duchessa, che sopravvisse al Consalvi soltanto due mesi. Morì a Roma il 30 marzo dello stesso anno. Il suo corpo fu riportato in Inghilterra e fu sepolto nella volta di Cavendish a Derby accanto a Georgiana ed al Quinto Duca, perpetuando così nella morte il menage a trois della loro vita.
La Duchessa di Devonshire, dopo la prima scossa di dolore, ha dedicato gli ultimi due mesi della sua vita alla memoria del Consalvi. Con l’assistenza di Artaud de Montor ed il Barone Franz von Reden, ha ordinato delle medaglie commemorative bronzee a Giuseppe Girometti ed a Giuseppe Cerbara.
Il programma era di usare i ricavati dalla vendita delle medaglie per erigere un memoriale al Consalvi nel Pantheon, la sua chiesa titolare.
La Duchessa ha commissionato al Thorwaldsen un busto del Cardinale modellato sull’immagine della mascherina mortuaria ripresa dallo stesso scultore e dal portrait dipinto dal Lawrence.
La Duchessa ha ordinato anche una seconda versione del busto per sé e, alla sua morte, questo busto è stato acquistato dal Duca di Devonshire e portato a Chatsworth.
Nel frattempo, quello che il Consalvi e la Duchessa di Devonshire avevano temuto è avvenuto. Gli Zelanti hanno invertito il corso della sua politica. La maggior parte delle sue riforme, compreso i Consigli dei laici, sono state abolite. Gli ebrei sono stati di nuovo rinchiusi nel ghetto. Persino il waltz è stato proibito a Roma.
E noi aggiungiamo: il Cardinale Agostino Rivarola divenne l’uomo di fiducia di Leone XII.