5 maggio 1821
muore Napoleone
“Ei fu!”, così scrisse il Manzoni nella sua “lunghissima” ode, scritta di getto in soli tre giorni.
Essa ebbe una grande risonanza anche in Europa, nonostante la censura praticata dall’Austria, grazie al Goethe che la fece pubblicare in Germania.
Non meno sorprendente è lo scoprire che a Milano la notizia della morte di Napoleone, avvenuta appunto il 5 maggio del 1821, fu pubblicata sulla Gazzetta di Milano il 16 di luglio, quasi due mesi dopo.
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta.
Il Cardinale e Pio VII, nonostante tutto quello che avevano subito da Napoleone, “fecero di tutto, ci racconta il Wichterich, per alleviare il destino al prigioniero ed alla famiglia Bonaparte.”
Essi tentarono più volte di ottenere per Napoleone presso i Sovrani alleati e presso il Principe Reggente inglese la revoca della detenzione di Sant’Elena.
Naturalmente questa supplica, visto il precedente dell’Isola d’Elba, non poteva essere accolta.
Nonostante tutto quello che avevano passato, Pio VII ed il suo Segretario di Stato furono gli unici a concedere asilo alla famiglia Bonaparte: alla madre Letizia, ai fratelli e sorelle e, di nuovo, anche al Cardinale Fesch.
Il Wichterich dichiara il Fesch “pentitosi”. L’elezione del Della Genga (Leone XII) al soglio pontificio dimostra il contrario!