Il Cardinale ed il suo rapporto con Roma
Durante i suoi viaggi compiuti nelle varie città europee per motivi politici, il Cardinale ebbe modo di osservarne attentamente il decoro, la pulizia e, soprattutto, l’igiene.
Roma non poteva né doveva esserne da meno!
Intraprese e progettò costosi lavori per l’abbellimento della città. Con il restauro degli antichi monumenti, come il Colosseo, l’Arco di Tito, di Costantino, di Settimio Severo e gli scavi al Foro Traiano, iniziò una politica nuova di mantenimento e di valorizzazione di cui oggi ne beneficiamo grandemente con un turismo di massa internazionale.
La creazione di musei, grazie al ritorno delle opere trafugate da Napoleone, fu un’idea geniale, che oggi ci permette di ammirare tali e tante opere tutte insieme, le quali altrimenti, tornando singole nei luoghi di origine, non sarebbero state così ben valorizzate.
Dà così inizio alla PINACOTECA VATICANA. Erige il BRACCIO NUOVO pure in Vaticano e costituisce il MUSEO CHIARAMONTI oltre ad istituire la PROTOMOTECA in Campidoglio.
“Piazza del Popolo ed il Pincio, che tutti ammiriamo ed allegramente ci godiamo, è frutto delle cure del nostro Cardinale, così continua l’Angelucci, ma il nome di Ercole Consalvi non figura mai in tanti monumenti. Certo sul Pincio dovrebbe sorgere un ricordo di Lui, almeno simile a quello dell’architetto Valadier, che fu l’esecutore del pensiero del Segretario di Stato.”
Così fu fatto e dal 1927 possiamo ammirare al Pincio un busto del Cardinale, che verrà in breve restaurato grazie all’interessamento del Soprintendente prof. Eugenio La Rocca.
“Regolamentò la pubblica igiene, appose i numeri civici alle case ed iniziò l’illuminazione notturna delle vie. Special cura pose attorno alla via Flaminia, che allora era, dopo il Corso, la principale passeggiata dei romani. All’Arco del Ponte Milvio, rifatto dal Consalvi, s’inchinavano tutte le genti a salutare la Roma Eterna, e, poi giunti a Porta del Popolo, restavano sbalorditi allo spettacolo, che loro innanzi si parava in quella piazza stupenda che in Roma ha delle sorelle, ma fuori non trova neppure delle ancelle.”
e conclude:
“Consalvi, fino come era, voleva che la prima impressione fosse buona, anzi ottima, onde l’animo dell’ospite restasse subito contento e soddisfatto del viaggio lungo, faticoso, quasi sempre noioso.”
Rimaneva il problema della sicurezza nello Stato Pontificio ed in particolare in Roma.
“A tal scopo soppresse i così detti birri o sbirri, e costituì un Corpo regolare di Carabinieri o Gendarmi. Si mostrò alquanto severo nella punizione dei delitti comuni, però volle abolita la tortura nei giudizi ed altre pene corporali già in uso, e concesse amnistia generale per i delitti politici.
Curò con energia la repressione del brigantaggio. Fu molto severo con i settari segreti, contro i quali sancì gravi pene.
Soppresse il sistema feudale. Tolse l’esenzione ed immunità della quale godevano i Ministri esteri. Rammodernò perfezionandola la procedura giudiziaria e diede ordinamento più stabile alla magistratura.
Fu grandemente sollecito dell’istruzione popolare, aprì nuove scuole, rese più larga ed effettiva la carità verso gli orfani, i cronici, gli invalidi al lavoro.”
Lungo è l’elenco che ci fa l’Angelucci dei meriti del Cardinale, il quale termina con una informazione molto interessante:
“La sua amministrazione fu così oculata, sapiente e fedele e fattiva che, quando lasciò il Ministero, il bilancio del piccolo Stato presentava un avanzo di ben 660 mila scudi, e tutti i debiti eran stati saldati, lavori immensi compiuti, alleggeriti i pubblici balzelli.”
Conoscono i romani tutto questo?
Avranno mai sentito parlare del Cardinale Ercole Consalvi, chiamato dai Potenti di allora “la sirena di Roma”?
E’ grazie a lui che “ben presto si diffuse pel mondo la fama delle opere meravigliose che egli veniva compiendo per la sua Roma, e si riaccese gagliardamente nei petti delle genti la brama di vedere questa terra nostra tanto amata. Innumerevoli i visitatori da ogni parte d’Italia, da ogni paese dell’orbe, specialmente di Francia, Germania, Inghilterra. L’America non aveva ancora la comodità di traversare il suo mare immenso. Attirava le menti la Città Eterna, ma i cuori erano prepotentemente rapiti dalla ineffabile amabilità del Consalvi.”
Il Cardinale, amato lo fu in modo particolare dagli Inglesi ed in modo particolare soprattutto dalla Duchessa di Devonshire, il cui marito, il Duca di Devonshire, disse una frase molto significativa:
“Sua Grazia è presa interamente dalla Bella Arte e dal Bello Segretario di Stato”.