1 ottobre 1816
Il Cardinale ed i suoi possedimenti a Toscanella
Nel frattempo, oltre agli affari di Stato, il Cardinale doveva provvedere anche ai propri.
Alle sue proprietà tuscanesi ci pensava ancora la famiglia Persiani, anche dopo la morte di Don Alberto Persiani.
Tra le sue carte personali c’è un documento notarile, datato 1° ottobre 1816, con il quale veniva sciolta una società che il Cardinale aveva creato con la famiglia Persiani.
Questo documento ci conferma che il Cardinale, memore di quello che gli era accaduto la prima volta sotto Pio VI, provvide a proteggere i propri possedimenti tuscanesi.
Scottato dall’esproprio subito precedentemente nel 1797, il Cardinale questa volta prese dei provvedimenti.
D’accordo con i Persiani, e quindi fidandosi ciecamente di loro, fece in modo che essi diventassero in parte proprietari dei suoi possedimenti, come pagamento a saldo per i lavori svolti nella sua tenuta.
Fece la stessa operazione accordandosi con il Conte Lavaggi.
Finito il pericolo (ormai Napoleone si trovava a Sant’Elena ed il pericolo di un sequestro da parte del Governo francese non sussisteva più), venne sciolto l’accordo con altro atto notarile, appunto quello ritrovato.
Conferma di questa operazione è stata trovata nella Causa Negroni, rinvenuta casualmente dal sottoscritto e riportata al completo nella sezione “Post mortem”.