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1815, il Cardinale torna a Roma

1815
Il Cardinale torna trionfante a Roma
Dal Diario di Roma del 3 luglio:
Abbiamo il piacere di comunicare che Sua Eminenza il Cardinale Consalvi, Segretario di Stato di Sua Santità, dopo aver concluso la propria attività di Ministro Plenipotenziario delle grandi Potenze a Vienna, è giunto felicemente alla Capitale la sera di domenica scorsa”.
Il Cardinale torna finalmente a Roma da trionfatore, anche se nel frattempo un’altra figura aveva fatto la sua apparizione nella Curia Pontificia: Mons. Agostino Rivarola, creato Cardinale proprio nell’anno del trionfo del nostro Cardinale.
Figura tristemente nota, insieme all’Invernizzi, per le sue persecuzioni sanguinarie e che rimarrà nella Storia per aver inferto, insieme ai suoi colleghi cardinali, il colpo decisivo contro il nostro Cardinale, facendo eleggere a Papa il Cardinale Della Genga, acerrimo suo nemico e delle sue riforme, come vedremo in seguito.
Al Cardinale l’Amministrazione di Viterbo dedica addirittura un sonetto.
NEL
GLORIOSO RITORNO A ROMA
DI SUA EMINENZA
IL SIGNOR CARDINALE
ERCOLE CONSALVI
SEGRETARIO DI STATO
DI
S.S. IL SOMMO PONTEFICE
PIO PAPA VII
E SUO INVIATO STRAODINARIO ALLE REALI CORTI
DI PARIGI, DI LONDRA, DELL’IMPERIALE E REGIA
D’AUSTRIA
ED IMPERIALE REGIO AUGUSTO
CONGRESSO DI VIENNA
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VITERBO 1815
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NELLA STAMPERIA CAMERALE DEL PATRIMONIO
SONETTO
Dal gran Tamigi, da la Senna, e ‘l vasto,
          Porporato Signor, Istro ritorni:
          Del Tuo tardo venir a dir non basto
          Quanto il Tebro contasse avido i giorni.
Vinto, ne riedi al fin, ogni contrasto,
          Di pacifico lauro i crini adorni;
          Lauro di Gloria, che non mai più guasto
          Darà sempre obliar gli antichi scorni.
Ma quel, che il tuo arde, distrugge, e doma,
          Su Pio, su Te, Suo Gran Ministro, mai
          Il tempo sporgerà nebbia d’obblio.
Sempre con Lui Tu glorioso andrai.
          Ambo eterni ne’ Fasti, Ambo di Roma
          Saran Gloria, ed Amor Ercole, e Pio.
Nella pubblica, e nel colmo della Sua particolare esultazione
L’Ab. Antonio Borgia P.A.
Il Cardinale, blocca il Rivarola e gli altri, e torna a gestire direttamente lo Stato Pontificio.
A Vienna, a Parigi ed a Londra egli aveva avuto modo di osservare e studiare altri metodi amministrativi di Governo.
L’osservazione critica lo avevano portato alla conclusione che lo Stato Pontificio aveva bisogno di una riforma che lo mettesse al passo coi tempi.
Da Vienna, già nel settembre del 1814, aveva scritto a Roma che “se l’Uomo della Rivoluzione era caduto, non lo era la Rivoluzione stessa”; che “le idee della Rivoluzione avevano messe radici profonde e che non si potevano togliere a forza dalle menti e dal cuore”; e che “bisognava andare incontro alla Rivoluzione fino a metà strada”.
Con queste sagge parole, ma direi soprattutto “realistiche”, egli seppe guadagnare il proprio Sovrano a questa politica.
Il Pacca ed il Rivarola non furono più ascoltati da Pio VII, ma purtroppo essi, morti il Papa ed il Cardinale, si presero la grande rivincita, risprofondando, come tutti ben sanno, lo Stato Pontificio indietro nel tempo.
Finché, però, il nostro Cardinale fu Segretario di Stato, egli riuscì a portare avanti il suo progetto con fermezza, assolutamente incurante delle conseguenze negative che potevano derivarne a lui personalmente.
La riforma dello Stato, che iniziò con il famoso Motu Proprio del 6 luglio 1816, andò avanti per ben nove anni e solo la morte di Pio VII la fermò.
Nel frattempo problemi amministrativi di ogni tipo assillano il Cardinale.
Il ricostituito Regno Lombardo Veneto, che va a sostituire la Repubblica Italiana, nomina suo rappresentante presso lo Stato Pontificio il Conte di Sauvau, a cui il Cardinale così risponde:
Roma, 6 Novembre 1815
Sig. Conte di Sauvau
Milano
Eccellenza
Dal Dispaccio di Vostra Eccellenza del 22 del prossimo passato Ottobre ho rilevato le disposizioni date dalla Reggenza, affinché tutti i Direttori, e Presidenti dei Dicasteri, ed Uffici, si occupino nel raccogliere, e riunire le Carte, Atti, Documenti relativi all’Amministrazione tenutasi nel cessato ordine di cose su i Paesi, e Provincie ora ritornate sotto il Dominio di Sua Santità.
Il S. Padre è pronto a destinare i necessari Individui per ricevere nei modi regolari le Carte, Atti, e Documenti di sopra indicati.
Io non ho saputo però rilevare dal Dispaccio di Vostra Eccellenza in quale modo, luogo, o Luoghi, dovranno effettuarsi tali consegne, onde prego Vostra Eccellenza di avere la compiacenza d’indicarmi dove debba farsi l’invio per riceverne la consegna; se in Milano soltanto, o in varj Paesi del Regno Lombardo-Veneto, nei quali possano esistere i menzionati oggetti, non avendo saputo conoscere dal citato Dispaccio di Vostra Eccellenza, quali siano su questo punto le intenzioni dell’Imperiale, e Reale Governo Austriaco.
Ricevuti questi riscontri mi farò un dovere d’indicarle immediatamente quali saranno le persone destinate a tal’uopo, giacché la notizia del luogo, o Luoghi, dove tali persone dovranno trovarsi, influirà necessariamente nel determinarne la scelta.
Intanto ho l’onore di rinnovare a Vostra Eccellenza i sensi della mia distinta considerazione.
Di Vostra Eccellenza
Servitor vero
Ercole Cardinal Consalvi