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1815, Protesta del Cardinale

1815
Protesta formale del Cardinale
al Congresso di Vienna
Protesta
fatta a nome di Sua Santità Pio Papa VII e della Santa Sede Apostolica contro tutte le disposizioni che relativamente ai suoi Dominj furono stabilite, e mantenute nel Congresso di Vienna in pregiudizio della medesima Santa Sede.
Io, Ercole della Santa Madre Chiesa Cardinal Consalvi, Diacono di Sant’Agata alla Suburra, Segretario di Stato di Sua Santità Pio VII, e Suo Ministro Plenipotenziario al Congresso di Vienna, col presente chirografo rendo palese di avere agito con ogni sorta di premure presso i Principi Supremi, ed i loro Plenipotenziarj congregati a Vienna, affinché fossero restituiti alla Santa Sede Romana tutti quei Paesi del possedimento de’ quali per effetto della notissima rivoluzione incominciata l’anno 1789, era stata a diverse epoche espulsa. Già io aveva esposto in iscritto tanto a Parigi che a Londra le istanze della Santità Sua intorno a quei Paesi, e le solidissime ragioni sulle quali sono fondati i diritti della Santa Sede. Ho proseguito in fine ad agire in Vienna all’oggetto medesimo con più diffusa rappesentanza che esibii al Congresso a’ 23 Ottobre del caduto anno 1814.
Fra le altre risoluzioni prese dal medesimo venne stabilito che fossero restituite alla Santa Sede Romana le Marche con Camerino, Benevento e Pontecorvo con le loro pertinenze, e che la Santa Sede fosse nuovamente messa in possesso delle Provincie di Bologna, Ferrara, e Romagna conosciute sotto il nome delle tre Legazioni, eccettuata però quella parte della Provincia di Ferrarese, che esiste sulla riva sinistra del Po. Ma non ebbero un esito felice le mie istanze intorno agli altri possidimenti della Santa Sede da nominarsi più sotto, e alla anzidetta porzione della Provincia Ferrarese, spettanti per egual titolo alla medesima Chiesa Romana, e di cui aveva io domandata la restituzione, o il compenso.
La Provincia di Avignone il di cui dominio fu acquistato con contratto di compra e vendita, e fu confermato dal possesso di cinque secoli, al Contado Venosino che la Santa Sede Apostolica possedè da tempo più remoto ancora, Paesi de’ quali la Santa Sede fu spogliata nell’anno 1791 per decreto dell’Assemblea Nazionale, con la condizione però apposta nello stesso Decreto, che in vista dei diritti ammessi, e riconosciuti della medesima Santa Sede, fosse essa compensata del danno arrecatole: queste Provincie, dissi, che lo stesso Re di Francia Luigi XVI avea chiaramente promesso di rendere alla Chiesa Romana, si lasciano in potere della Francia.
Né può allegarsi per la non restituzione di questi Paesi alla Chiesa Romana né la Convenzione di Tolentino del 1791, né il Trattato di pace firmato a Parigi nel 1814; poiché in quanto alla prima, non solo essa era evidentemente infetta di molti vizj di nullità specificati nelle mie istanze, ma ancora per opera e fatto dello stesso Governo francese fu poco dopo abrogata, estinta, ed affatto distrutta, secondo i più chiari principj del diritto pubblico, avendo lo stesso Governo, col quale era stata stipulata quella Convenzione, rovesciato il principato temporale della Sede Apostolica, occupando cioè ed usurpando tutto il restante tratto del Dominio Pontificio, la di cui conservazione era stata la causa della cessione di quelle Provincie. Per ciò poi che riguarda il Trattato di Pace di Parigi, non avendo avuta in esso alcuna parte la Sede Apostolica, egli è dell’ultima evidenza che la medesima non può essere da quello obbligata, né soffrire alterazione ai suoi diritti.
Inoltre la sopraddetta porzione della Provincia Ferrarese situata sulla riva sinistra del Po, spettante alla Sede Apostolica per legittimo diritto, e per titolo di possesso da tanti secoli, non ritorna sotto la sua Sovranità, né per essa viene viene assegnato alcun compenso, sebbene quanto si è detto sulla Convenzione di Tolentino, e sul Trattato di Parigi, invittamente dimostri che i diritti inconcussi della Santa Sede su quel paese non possono da quegli atti rimanere alterati.
Finalmente si è stabilito nel Congresso che l’Augustissimo Imperatore d’Austria, ed i suoi successori abbiano il diritto di ritenere Guarnigione Austriaca in Ferrara e Comacchio, spettanti alla Chiesa Romana, in pregiudizio del supremo Principato della Santa Sede Apostolica, non che della Sua Neutralità, con pericolo di quei danni che potessero in occasione di guerra ridondare (?) per tal motivo alla Chiesa Romana.
Risultando da queste risoluzioni un grave danno e pregiudizio alla Santa Sede, ed alla Chiesa Romana, perciò affinché a tutti apparisse che non solo ho ricusato di prestare alle medesime qualunque consenso o connivenza, ma che anzi le ho impugnate, e contradette, inerendo agli esempj dei Legati della predetta Sede Romana che intervennero a simili Congressi, e segnatamente a quello di Fabio Chigi, Vescovo di Nardò, Nunzio Apostolico al celebre Congresso di Munster in Vestfalia, che interpose una solenne protesta contro i danni, e i pregiudizj arrecati in quel Congresso tanto alle ragioni temporali della Chiesa, che a suoi spirituali diritti, ancor io contro tutte quelle risoluzioni prese o mantenute in vigore in questo Congresso di Vienna, dalle quali in qualunque modo risulta, e potrebbero risultare pregiudizio ai Dominj, possessi, e diritti della Santa Sede sopra i Paesi qui sopra menzionati, e generalmente contro tutti gli altri atti pregiudizievoli alla Chiesa, in nome della Santa Sede Apostolica, e del Santissimo Padre Signor Nostro per divina providenza Papa Pio VII.
Pubblicamente per questo atto, ed in ogni miglior modo, mezzo, causa, e forma, de’ quali per l’autorità del mio carattere posso e debbo servirmi, protesto, impugno, e contradico, e per assicurare una più estesa notizia di tali atti anche presso gli assenti ed i posteri ho sottoscritto di mia mano, ed ho munito del mio sigillo questa Protesta, formalmente richiedendo che Essa sia inserita nel protocollo degli Atti di questo Congresso.
Data in Vienna dal Palazzo della Nunziatura Apostolica li 14 Giugno 1815.
Ercole Cardinal Consalvi
Insomma, la Santa Sede non fu molto soddisfatta dei risultati raggiunti.
Se, a parole, gli Stati francesi ed austriaci erano “cattolici”, nei fatti essi pensavano solo a come appropriarsi dei beni dello Stato Pontificio.
Gli storici stessi convengono che al Congresso di Vienna i migliori alleati del Cardinale, e quindi della Santa Sede, furono i Rappresentanti degli Stati protestanti, anglicani e russi.

   Tale documento l’ho trovato nell’Archivio Segreto del Vaticano, ma non perchè sia stato segretato, bensì perchè una parte dei faldoni, riguardanti il Consalvi, furono trasferiti dopo la sua morte, dall’Archivio di Propaganda Fide all’Archivio Segreto del Vaticano. Molto probabilmente per essere consultati. Da allora si trovano ancora lì.
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Si tratta dei faldoni n.20, 21, 22, 23 e 24. In uno di essi ho torvato la suddetta “protesta” del Consalvi, con relativa “nota”.
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Nel 1847 e nel 1864 una pubblicazione inglese (Correspondence respected the Affairs of Italy – 1846/1847), ed un articolo pubblicato a Trento sull’ECO DELLE ALPI RETICHE, fanno riferimento ai documenti dal sottoscritto pubblicati integralmente in questo sito.
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Cliccare su: 1847 – 1864
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