15 luglio 1801
IL CONCORDATO
PARTE I
Stipula del Concordato
tra la Chiesa di Roma e la Francia di Napoleone
Un mese dopo, il 9 febbraio 1801, viene firmato tra la Francia e l’Austria il trattato di Luneville con il quale il Piemonte viene annesso alla Francia. Napoleone, però, è continuamente in cerca di un “casus belli” per penetrare nei territori pontifici.
Napoleone, Console francese, manda un ultimatum a Pio VII, per mezzo di Cacault, suo inviato a Roma, di firmare entro cinque giorni il “Concordato” con la Francia, altrimenti avrebbe dichiarato la rottura e vi sarebbero state “le più terribili conseguenze, così per lo spirituale che per il temporale della S. Sede”.
Evitiamo di addentrarci in ricerche storiche già ampiamente dibattute fino alla noia da circa 200 anni. A noi interessa solo seguire e conoscere meglio il rapporto tra Napoleone ed il nostro Cardinale.
Come era, quindi, la situazione post-rivoluzionaria in Francia della Chiesa Cattolica in quel periodo? Il Rinieri ce ne fa un resoconto molto preciso:
“Senza Chiese, senza culti: 40.000 chiese guastate o deserte, 4.000 conventi distrutti o derubati, 70.000 sacerdoti dispersi, 37.000 religiose e 23.000 regolari gittati come bave sulle rive coperte di sangue.”
E’ chiaro che di fronte a questa situazione, con la prospettiva quindi di ritornare all’antico, l’invito del primo Console non poteva essere rifiutato.
A Roma nel frattempo la situazione era molto precaria. Così scrive il Cardinale allo zio l’8 aprile:
“Abbiamo lo Stato pieno di truppe francesi, onde si può imaginare che spesa è; ma il peggio è che mancano i generi”.
Premetto che anche queste lettere, scritte dal Cardinale allo zio Girolamo Carandini sono state ritrovate per caso dal sottoscritto e che esse non sono mai state pubblicate precedentemente dagli altri storici, che mi hanno preceduto. Esse sono ora in mio possesso (naturalmente le copie, mentre gli originali sono sempre al loro posto, dove li ho trovati).
A Parigi si trovavano, per discutere sul Concordato, già il prelato Spina ed il teologo Caselli. Il Cardinale nelle sue memorie fa notare che lo Spina ed il Caselli non erano riusciti a concludere il Concordato: “Non avendo questo potuto concludersi per mezzo del prelato Spina, Arcivescovo di Corinto, e teologo Padre Caselli, già Generale dei Serviti (poi amendue Cardinali)”.
Anticipo che ritroveremo lo Spina, divenuto nel frattempo Cardinale, fra 24 anni, quando i Conti Negroni si rivolgeranno proprio a lui per intentare una causa contro Propaganda Fide per ottenere l’eredità proprio del nostro Cardinale Consalvi, che morrà nel 1824.
Gli atti di tale causa sono stati recentemente ritrovati anch’essi casualmente dal sottoscritto, mentre dagli storici che mi hanno preceduto essi erano stati dati per dispersi.
Essendo la causa Negroni molto utile per ricostruire i molteplici episodi sconosciuti della vita del Cardinale, essa verrà riportata integralmente più avanti, nella sezione “post-mortem”. Spero che gli storici me ne siano riconoscenti.