Si tratta di una “cosa” particolare, di un rapporto corrente tra due cortonesi, due coetanei, Gilberto Brunacci e Gino Severini, e che la Guerriera Guerrieri – anche lei cortonese, più giovane, nata nel 1902, ha passato una vita come responsabile della Biblioteca di Napoli, studiosa e ricercatrice – non lo ha raccontato nella storia di Gilberto, che ha scritto per l’accademia Etrusca di Cortona che l’ha stampato, della quale anche Lei faceva parte.
Il rapporto tra Gilberto e Gino, praticamente coetanei il primo del 1881 l’altro del 1883, si era, nel paese, ovviamente avviato da piccoli ed era continuato crescendo tra due soggetti, con interessi diversi dagli altri coetanei, completamente dediti ed impegnati nello studio e dedizione alle loro aspirazioni e ricerche.
I due avevano trasferito a Roma la loro base, pur spostandosi spesso a seconda delle richieste di intervento e possibilità economiche, si frequentavano non appena possibile.
Gino con il passare del tempo si era reso conto che la “piazza” di Roma non poteva che consentirgli una vita da bohémien, ed aveva la convinzione e certezza che se invece fosse riuscito a trasferirsi a Parigi- dove c’era un mondo della pittura- seppure difficile- ma completamente diverso, con personaggi di avanguardia, con nuovi stili ed interessi, e con possibilità che dalle parti nostre non si vedevano e capivano nemmeno.
Questi erano gli argomenti che i due trattavano quando si incontravano e Gino, spesso, era a cena o pranzo a casa di Gilberto.
Gino è riuscito nel suo intento ed è divenuto, con la sua arte, uno dei maggiori pittori italiani.
Se vuoi ti mando una relazioncina, in parte estratta da lettere e note di mio padre, Bruno figlio di Gilberto, di tendenza completamente diversa.
A presto, cordialità
Bruno
7 ottobre 2016
—-
Ricordo che Gilberto Brunacci era nipote di Gaetano Brunacci, anch'egli pittore cortonese.