Alberto Fiorani di Ostra Vetere ci fa sapere che tra i documenti del compianto prof. Fabrizio Lipani è stato trovato un libro di Gaudenzio Brunacci:
"Dalle carte dello scomparso Fabrizio Lipani, già presidente del Centro di Cultura Popolare e attento studioso delle antichità patrie, recentemente donate allo stesso Centro dai familiari, abbiamo rintracciato una nota riferita ad un nostro illustre concittadino, il medico e scrittore Gaudenzio Brunacci. La nota si riferisce a una delle opere scritte dal medico e contenuta nel catalogo della Libreria Editrice Goriziana, che trascriviamo integralmente: "36. BRUNACIO GAUDENZIO, De cina cina seu pulvere ad febres, Venezia, Niccolò Pezzana, 1661. In 8°, 150 p., 1 c.n.n. Frontespizio con in caratteri disposti entro una cornice, stemma del giglio, testatine e iniziali silografate. Legatura in pergamena rigida. Nel foglio di guardia anteriore breve intitolazione dell’opera e disegno a china di uno stemma. Prima edizione. Nel 1634 la china fu portata in Europa e commercializzata, inizialmente conosciuta col nome "polvere della contessa" subito rimpiazzato da quello di "polvere del gesuita", dal momento che proprio i gesuiti ne curavano l’importazione. A causa di questo monopolio e dei problemi che il pensiero cartesiano aveva creato tra gesuiti e mondo scientifico la china non fu considerata per molti anni, fino al 1643 quando Herman van der Heyden viene a sostenere l’efficacia di una "polvere indiana" contro gli attacchi febbrili della malaria. Nel 1661 venne stampato il De cina cina seu polvere ad febres del medico toscano Gaudenzio Brunacio, e nel 1677 la china fu inserita a pieno titolo nel London Pharmacopoeia."
Pubblicazione: 14/05/2010