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Il partigiano tipografo Alberto Brunacci

Nel lontano 2014, 28 febbraio, come suggerito dall’ANPI, andai all’Archivio dello Stato all’EUR, dove, con mia grande sorpresa, trovai un fascicolo facente riferimento alla richiesta di riconoscimento della qualifica di “PARTIGIANO” da parte di Giorgio Brunacci, nato a Roma il 16 novembre 1920 e che noi ben conosciamo.
Infatti, questo “Giorgio Brunacci” lo abbiamo già inserito nel nostro elenco di “Personaggi”.


Vedere in: https://www.brunacci.it/giorgio-brunacci–1920-1991–traduttore.html

Mi rivolsi ad Alessandro Matteini, la cui madre, allora 90.enne,  conobbe personalmente il Giorgio Brunacci drammaturgo, di cui stiamo parlando.

La risposta fu la seguente:
Ho appena telefonato a mia madre (novantenne, ma ancora abbastanza attendibile) che mi ha riferito quanto segue. Lei conobbe Giorgio negli anni ’46 – ’47 quando si trovarono colleghi (insieme ad Argia) alla Montecatini. Giorgio era del ’20 e la sua giovane età non ci induce a ritenere fosse così esperto e così addentro alle tecniche; inoltre, non risulterebbe sia stato tipografo né che avesse a disposizione apparecchiature tipografiche.”

Come pensavo, durante la guerra, Giorgio Brunacci era appena un ventenne e, quindi, non poteva essere lui “il compagno Brunacci che salvò Nenni e Saragat e molti altri“.

Riporto, comunque, qui di seguito quanto trovai nel fascicolo di Giorgio Brunacci:
Brunacci Giorgio di Alberto e di Maria Vedana.
Nato a Roma il 16/11/1920
Formazione: P.S.I.
Funzione: gregario
Periodo di appartenenza: 8/9/1943-5/6/1944
Certificato prot. 05242 del 2/7/1947
ritirato da Giorgio Brunacci
Via di Villa Emiliani 7, Roma.
Nella seduta del 29/8/1948
gli è stata riconosciuta la qualifica partigiana di Capo Servizio dall’8/9/43 al 5/6/44
Grado: CAPITANO

Domanda alla
Commissione Regionale per il Lazio
per il Riconoscimento della
Qualifica di Partigiano e Patriota
ROMA
     Il sottoscritto Brunacci Giorgio di Alberto, nato e domiciliato a Roma, si pregia di portare a conoscenza di codesta Commissione quanto segue:
Durante il periodo dell’occupazione tedesca di Roma, il sottoscritto fece parte dell’organizzazione militare del P.S.I. alle dipendenze di PEPPINO GRACCEVA.
Si occupò con “Raffele”
(uno dei trucidati della Storta) dell’Organizzazione della IV zona del P.S.I. (Prati, Delle Vittorie, Trionfale, Aurelio) e, quindi, del rifornimento di armi (che tenne anche nella propria casa), della distribuzione di materiale di propaganda (in particolar modo dell’AVANTI), di cui provvide personalmente al trasporto nei centri di smistamento.
Si occupò anche del collegamento con le Organizzazioni degli altri partiti, collegamento che aveva luogo nel negozio dell’ebanista NORMA del P.d’A., fucilato poi dai tedeschi.
   Negli ultimi mesi della occupazione di Roma, si dedicò all’occultamento e all’assistenza a prigionieri alleati evasi o a piloti alleati abbattuti nel cielo di Roma.
   Nell’esplicazione di questa attività, collaborò con la Cellula Comunista di Monte Mario, con il Principe COLONNA (nella cui tenuta a Monte Mario venivano accolti prigionieri e piloti alleati), con la Sig.ra IDA PALOMBI, Segretaria di CLAUDIO ROCCHI, allora del partito d’Azione.
In considerazione di quanto sopra, il sottoscritto chiede a codesta Commissione che gli venga riconosciuta la qualifica di PARTIGIANO.
 Con Osservanza
Giorgio Brunacci
Roma, 14/1/1947

Recentemente, però, sono tornato di nuovo all’Archivio di Stato all’EUR, dopo che mi avevano detto che vi era un altro fascicolo su un altro Brunacci partigiano.

Si tratta di Alberto, padre del suddetto partigiano Giorgio.

SCHEDA n. 06091

BRUNACCI ALBERTO del fu Adolfo e fu Emma Fanelli.

nato a Firenze il 3 febbraio 1889

Formazione: P.S.I.

Funzione: gregario

Periodi di appartenenza: dal 1/1/1944 al 5.6.1944

Seduta del 28/6/1946

Prot. 012679 del 27/5/1949

Ritirato da Alberto Brunacci

Residente in via Marianna Dionigi 29, Roma.

 

Sarà stato lui il “tipografo partigiano” che salvò Pertini e Saragat?

 

Finalmente trovo la risposta, oggi, 31 luglio 2023, in un articolo dell’ANPC, pubblicato il 3 marzo 2021 nel sito ccpo.it del “nostro” amico Alberto Fiorani di Ostra Vetere, che qui salutiamo e ringraziamo per questo inaspettato e determinante aiuto.

 

In questo articolo dell’ANPC troviamo finalmente il nome del tipografo Brunacci che salvò Pertini e Saragat, incarcerati dai nazifascisti.

Si trattava proprio di Alberto Brunacci, fiorentino, figlio di Adolfo ed Emma Fanelli, residente a Roma.

 

Nel testo leggiamo che ogni anno, nella ricorrenza del 3 marzo, viene ricordata a Roma Teresa Gullace, nata Talotta (1907-1944), sotto la lapide affissa in sua memoria in viale Giulio Cesare.

 

Nell’occasione del 3 marzo 2021, Aladino Lombardi, figlio del partigiano Angelo, detto “lampo”, ha ricordato “l’evento del 3 marzo 1944, contrassegnato dall’uccisione dell’eroica popolana Teresa Gullace da parte dei nazifascisti“, rivelandoci finalmente anche il nome del tipografo Brunacci: “Alberto Brunacci, autore della stampa clandestina del provvedimento di scarcerazione da Regina Coeli di Pertini e Saragat, insieme ad altri Partigiani”.

 

Leggiamo che questo episodio fu riportato nel film di Roberto Rossellini “Roma città aperta” con l’indimenticabile Anna Magnani.

 

A questo punto, cercheremo anche noi di essere presenti il 3 marzo prossimo (2024) in viale Giulio Cesare.

 

10 agosto 2023

Il carissimo amico Alessandro Matteini, che qui ringraziamo di nuovo, a distanza di molti anni, ci sorprende con un utilissimo altro contributo, facendoci notare che Alberto ed il figlio Giorgio non si erano mai vantati, neanche con gli amici, del loro decisivo contributo nella rocambolesca liberazione attiva dei due Statisti e ex Presidenti, Pertini e Saragat.

 

Carissimo, ho letto immediatamente ed avidamente il tuo ultimo articolo e ti confesso di essere felice ed orgoglioso di aver contribuito al tuo lavoro complessivo con un anello che attraverso di esso ha manifestato la sua rilevanza!

 

Quel Giorgio che ho anch’io conosciuto e frequentato (anche da ospite in casa sua e di Argia a Milano, in Torre Velasca) è risultato essere “figlio d’arte” oltre che biologico di un personaggio ancor più rilevante di lui, i segreti del quale credo abbia custodito senza mai rivelarne i dettagli neppure a parenti e amici anche se erano ben note le posizioni ideali e politiche di entrambi.

 

Ti formulo quindi i miei più sinceri complimenti per l’indefesso lavoro che continui a portare avanti. Con simpatia e profonda ammirazione, ti saluto. Alessandro