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Biografia

 Brunacci Gaudenzio
nasce il 14.10.1631 a Monte Nuovo-Ostra Vetere (Marche)
e muore a Venezia il 30.8.1669
Nacque a Montenovo nelle Marche, oggi Ostra Vetere, il 14 ottobre 1631 da Antonio e Diana Claudi di Montalboddo.
Verso i dieci anni di età il padre lo inviò ad Ancona per studiare con un rinomato precettore, il padre Carmelitano Natali.
Qui compì studi letterari e filosofici, recandosi poi nel 1648 a Roma, dove studiò presso la facoltà medica della Sapienza per cinque anni.
Compiuta la pratica clinica nell’ospedale di S.Spirito, si laureò in filosofia e medicina il 2 luglio 1653.
Non è chiaro se dopo questa data rimase a Roma, dove si trovava anche il fratello Pietro Paolo, o tornò al paese natale.
Di propria iniziativa, o perché chiamato da qualche conoscente, attorno al 1660 si recò a Venezia, dove prese a esercitare la professione medica. (1)
Strinse subito saldi contatti con i circoli colti della città, come appare dagli scritti che presto inziò a pubblicare.
Nel 1661 apparve a Venezia il romanzo la Sofonisba, o vero le vicende del Fato, in cui il Brunacci seguiva il modello, allora usuale, del romanzo a sfondo morale di cui era principale esponente nel Veneto il Loredano. Questa filiazione culturale è avvalorata dalla Vita di Gian Francesco Loredano, senatore veneto, che il Brunacci pubblicò l’anno successivo a Venezia.
Nella produzione del Brunacci gli interessi scientifici e storici si uniscono strettamente con quelli letterari.
Già nel 1661 pubblicò, sempre a Venezia, il De China China, seu polvere ad febres, syntagma physiologicum, che dibatteva il problema, allora assai vivo e discusso anche dal Redi, dell’utilità terapeutica del chinino.
Nel 1665 intervenne nella discussione sulla cometa apparsa l’anno precedente, con lo scritto De pseudostella, seu Cometa … disquisitio astrologica e con il Discorso apologetico sopra la Cometa, apparsa nel mese di aprile l’anno corrente 1665.
Di quello stesso anno è un’altra operetta apparsa a Lione, La sferza degli alchimisti. Nei quattro capitoli che la compongono il Brunacci tenta di mostrare su basi storiche e teoriche (aderendo alle posizioni dei paracelsiani) l’inconsistenza delle pratiche e degli scritti alchimistici.
L’attività storica, iniziata già nel 1662 con la pubblicazione a Venezia di Scipione Africano il Maggiore, cui farà seguito nel 1665 una Vita di S.Gaudenzio martire, vescovo di Rimini, comprende alcuni dei numerosi scritti inediti.
Il corpo dei manoscritti del Brunacci, rimasti ai padri minori di Monte Nuovo che li conservavano ancora alla fine del settecento, comprendeva infatti, oltre a varie opere scientifiche quali il Theatrum magnum medicinae, la trutina ed i mirabilia magna de astrologis, somniis, meteoris, anche una Vita del signor cardinal Mazzarino ed una Storia dell’impero di Trabisonda, che secondo l’Arbettazzi si inseriva nel ricco filone di "historie favoleggiate" o tragiche.
Per tale attività il Senato veneto gli conferì l’incarico di scrivere la storia della guerra turco-veneziana per Creta, assegnandogli uno stipendio mensile.
Il lavoro rimase però interrotto per la prematura morte del Brunacci.
Il carattere moraleggiante della produzione letteraria del Brunacci è dimostrato anche da due altre opere inedite: Il Diogene, o sia il Compendio della virtù, e il trattatello Politica, seu de modo se regendi in rerum orbe.
La produzione letteraria edita del Brunacci comprende ancora L’Iride, relazione panegirica nella solenne ambasciata del sig. marchese Odoardo Valenti Gonzaga (Venezia 1663), I vaticini d’Euterpe alle glorie dell’illustre signor Ottavio Labia, nobile veneto (1966) e l’ode Nella nascita augustissima del primogenito di Leopoldo I e Margherita d’Austria imperatori gloriosissimi (Venezia 1667).
Inedite rimasero un’azione drammatica, Il ratto delle Sabine, per le nozze del duca di Brunswick, un melodramma, La Didone, una commedia in tre atti priva di titolo e poesie diverse.
Un suo sonetto fu inserito dall’Artale nel volume primo dell’Enciclopedia poetica (Napoli 1679).
Tra gli scritti inediti vanno anche menzionati Il portalettere di cui si ignora il contenuto, due volumi di lettere ed uno di discorsi accademici.
Il Brunacci morì a Venezia il 30 agosto 1669.
Istituto della Enciclopedia Italiana (Treccani), di Branchi-Buffetti, Dizionario Biografico degli Italiani, 1972.

U.Baldini
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(1) da una Lettera di Giovan Francesco Loredano si apprende ch’era in Roma prima del Settembre del 1661, nel qual ultimo anno si trovava stabilito in Venezia.