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1815, l’Italia dopo il Congresso di Vienna

1815
situazione in Italia dopo il Congresso di Vienna
Lo Stato Pontificio riebbe quindi solo una parte parte delle sue Legazioni. Si trattava comunque, anche se non completo, di un buon successo.
Terminato il Congresso, il Cardinale ritorna subito a Roma, anche per non pesare oltre sulle “vuote” casse della Santa Sede.
A dì 2 luglio 1815 la sera giunsi a Roma e portai a Sua Santità la ricupera di tutto lo Stato, compreso Benevento e Pontecorvo, nonché le Marche e le Legazioni, eccettuato il solo Avignone e Carpentrasso e la parte del Ferrarese tra il Ponte di Lago Scuro e il così detto Canal Bianco, data dal Congresso all’Austria col dritto ancora di tener guarnigione in Comacchio e Ferrara.”
Ma vediamo come si presenta l’Italia, nel 1815, dopo il Congresso:
Scompaiono le Repubbliche di Venezia, Genova e Lucca.
Il Regno di Sardegna viene restituito a Vittorio Emanuele di Savoia, al quale viene data anche la Liguria.
L’Austria cura bene i propri interessi ed anche quelli delle sue due figlie (Carolina e Maria Luisa): la Lombardia ed il Veneto vengono annesse all’Impero Austriaco ed il Regno di Napoli-Sicilia passa a Ferdinando I di Borbone, la cui moglie è Carolina d’Austria, figlia dell’Imperatore. Maria Luisa, l’altra figlia dell’Imperatore d’Austria ed ancora moglie di Napoleone, ottiene il ducato di Parma.
Anche la Toscana rientra nell’orbita austriaca con Ferdinando III di Asburgo-Lorena.
Insomma, l’UNICO STATO ITALIANO ancora libero era solo lo Stato Pontificio! E Roma ne era la Capitale!
Per il Cardinale, il Congresso di Vienna non fu la fine dei problemi, bensì l’inizio.
Il Cassi lo spiega efficacemente con poche parole:
Chiuso il Congresso di Vienna, il Consalvi tornò a Roma e riprese le redini del Governo.
E fu una vera provvidenza, perché nel frattempo la fazione dei prelati più reazionari con a capo il Cardinal Rivarola, approfittando della bontà e tolleranza di Pio VII, oltrechè dell’assenza del suo Segretario, aveva iniziato una fiera persecuzione contro i liberali.
Era naturale che, poi, quella fazione si proponesse di sfruttare la situazione generale, per riacquistare privilegi ed onori e far risorgere un passato, che doveva invece ritenersi in parte scomparso ed in parte in condizione d’essere corretto e trasformato.