Consalvi
“… come Pulcinella re in sogno!”
Ma, nel giro di pochi giorni mi accadono due fatti imprevisti. Su informazione del mio amico studioso, mi reco presso la Pontificia Università Gregoriana, dove mi procuro un testo, scritto dal Pastzor nel 1960, in cui l’autore riporta in modo molto particolareggiato gli avvenimenti che portarono all’elezione di Pio VII.
Si tratta di un regalo meraviglioso, dato che, ripeto, questa non è una ricerca storica sugli avvenimenti, bensì sulla personalità del Cardinale. Come dire che gli avvenimenti storici, nelle mie intenzioni, fanno soltanto da corollario all’uomo, al personaggio.
Al sottoscritto non interessa se sia vero o no, come dice l’Artaud, sui cui scritti, ripeto, ho vari dubbi, il fatto che il Cardinale abbia veramente influito nella elezione, facendo escludere sia il Gerdil che il Bellomi, cosa contestata dal Pastzor, che come leggo, invece, dice tutto il contrario.
Mi interessa invece il Diario del Conclave pubblicato dal Pastzor. Quel diario che avevo trovato nell’Archivio di Propaganda Fide e che non ero riuscito a decifrare. L’aveva già fatto il Pastzor!
E’ da queste piccole cose che si ricava il carattere di una persona. Più che il contenuto, l’idea di tenere un diario è la carta vincente del Cardinale. Egli non lascia mai niente al caso, come mi accadrà spesso di constatare soprattutto nelle sue “Memorie”, dove con la motivazione di lasciare ai posteri la conoscenza degli avvenimenti, egli, spesso e volentieri, vi inserisce anche commenti molto personali sui suoi colleghi Cardinali.
Anche nel Diario è avvenuto altrettanto. In esso si compiace del proprio apporto e, con una semplice frase, egli si ritaglia di fatto un posto nella storia dei Conclavi:
“Devo dire che questa idea del Cardinale Ruffo (come ho accennato sopra) fu insinuata, facilitata, coadiuvata e fomentata da uno, che non era cardinale, che ebbe grandissima parte nel farla riuscire, senza che nessuno se ne accorgesse”.
A lui non interessa aver contribuito all’elezione del Chiaramonti in particolare, anche perché, come lui stesso afferma, avrebbe preferito il Bellomi. La sua più grande soddisfazione fu l’aver suggerito come sbloccare la situazione.
E’ troppo interessante questo Diario per non riportarlo integralmente in appendice (A18) insieme alla ricerca del Pastzor (A19), a cui fa riferimento.
Ora capisco meglio dove, sia l’Artaud che il Wichterich, abbiano preso le loro informazioni.
All’Artaud, in particolare, il Cardinale deve avergli fatto leggere il DIARIO ed anche dato, in prima persona, molte altre informazioni.
Il Wichterich, invece, se l’è “studiato” da solo (il diario), mentre al Pastzor, anche se è arrivato “terzo”, dobbiamo un ringraziamento particolare per la precisa ricostruzione degli avvenimenti, grazie ai “riscontri” da lui effettuati, esaminando la corrispondenza personale del Consalvi con l’Albani, oltre a certe “chicche” come ad esempio,
– quella bellissima frase che era sfuggita al Consalvi nello scrivere al suo amico Albani: “Il vostro amico si trova con lui, come Pulcinella re in sogno!”. Il “con lui” si riferisce al Papa appena eletto, mentre il mi trovo come “Pulcinella in sogno” non è soltanto la felicità per essere stato eletto pro-segretario del Papa, bensì per aver capito di essere entrato nelle grazie del nuovo Papa, preludio all’ottenere la Carica più importante. Naturalmente per avere una conferma su chi sia questo “il vostro amico”, basta leggera l’altra lettera del 16 ottobre nella quale egli ringrazia l’Albani per gli auguri ricevuti: «Quel vostro amico, con cui vi rallegrate della scelta sua per la carica nel conclave, :::”. Quindi è chiaro che egli parla in terza persona di se stesso.
– altra storia interessante è il Consalvi autoproclamatosi “facchino”, resaci nota da una lettera dello stesso protagonista: “Ambi (l’Albani ed l’Antonelli) mi dimostrano molta stima ed affetto. Io li lascio fare. Mi impiegano come maestro di casa, provveditore, facchino e tutto quel che volete e certo la fatica me tue (mi uccide)”. Divertente: il Segretario del Conclave “tuttofare”!
– anche l’arrivo a Venezia del Principe Chigi mi ricorda una storia molto interessante. Il Cardinale, nella lettera del 6 novembre sempre inviata al suo amico Albani, scrive: «Chigi è qui e sarà maresciallo del conclave. Egli ritrattò il giuramento un anno fa, appena lo condannò il Papa: confessa che la paura lo fece esser debole in qualche cosa, ma non corrotto per massima». E aggiunge: «Se ne sentite parlare, vedete di riacquistargli il credito». E’ proprio lui! Quel Principe Chigi che tentò di avvelenare il Card. Filippo Carandini.
Ma torniamo all’altro fortunato fatto imprevisto che mi è capitato.
Se la pubblicazione del Diario, avvenuta nel 1960, è stata per me una piacevole sorpresa, che mi ha risparmiato così l’ingrato lavoro di “decifrare” la minutissima scrittura del Cardinale, a cui già mi preparavo, si pensi che sorpresa sia stata per il sottoscritto lo scoprire, che nel 2006 ancora vi sia qualcuno, che abbia avuto l’interesse e voglia di fare delle ricerche sul Cardinale Consalvi.
Roberto Regoli con la sua recentissima pubblicazione di quasi 500 pagine (“Ercole Consalvi, le scelte per la Chiesa. Roma 2006”), è il mio alter ego, che io debbo sicuramente più volte aver “incrociato” negli ultimi 15 anni, nei vari archivi segreti e di Propaganda, a mia insaputa, o, meglio, “a nostra” insaputa!
Sono d’accordo con il Regoli quando afferma che il “suo” lavoro non poteva non partire che dal debito che si deve alla ricerca storica precedente. Debito formativo, informativo ed anche vincolante.
Spero di essermi comportato altrettanto onestamente nella mia ricerca, citando indistintamente l’Artaud, il Wichterich ed il Pastzor, soprattutto per quanto riguarda il Conclave di Venezia.