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1796, la Campagna d’Italia

Forse è meglio fare una breve premessa. E’ vero che in questa sezione si racconta soprattutto la vita del Cardinale Ercole Consalvi Brunacci, ma può accadere che si incontrino altri personaggi, sempre della “Famiglia Brunacci”, proprio in relazione con il Cardinale o con episodi che lo riguardano da vicino. Questo è il caso del fisico Brunacci Vincenzo e dei Conti Mastiani-Brunacci di Pisa, di cui lo stesso Cardinale ne parla nelle sue “Memorie”.
1796
Napoleone scende in Italia
i Brunacci pisani e fiorentini parteggiano per lui
Nel marzo del 1796 inizia la Campagna d’Italia di Napoleone contro l’Austria. Da questo momento in poi le strade del Grande Corso e del nostro Cardinale incominceranno ineluttabilmente ad avvicinarsi fino ad incrociarsi, sfociando in uno scontro memorabile, da cui però nessuno dei due ne uscirà alla lunga vincitore.
   Nel frattempo, però, un membro della famiglia Brunacci fiorentina, Vincenzo Brunacci (Rettore dell’Università di Pavia nel 1808), insieme ad altri fisici e matematici come Gregorio Fontana e Lorenzo Mascheroni, appoggiano con entusiasmo il nuovo ordine napoleonico.
  Precedentemente Vincenzo Brunacci era stato nominato professore nell’Università Pisana (1788) ed aveva ricevuto dal Granduca Pietro Leopoldo una pensione perché studiasse idraulica con gli ingegneri Fantoni e Salvetti. In seguito anche il Granduca Ferdinando III, suo successore, lo aiutò economicamente nel 1798, finanziandogli una sua pubblicazione.
  Ma, come ho detto prima, avendo Vincenzo appoggiato il nuovo ordine napoleonico, alla cacciata dell’esercito francese dovette riparare a Parigi, dove strinse amicizia con numerosi scienziati fra cui Lagrange, Bossut, Legendre e Prony. Tornato di nuovo in Italia al seguito di Napoleone, ricoprì varie cariche istituzionali.
   Cosa strana fu che, alla caduta di Napoleone, Vincenzo Brunacci questa volta non fuggì né perse il suo posto. Incuriosito sono andato a cercare un po’ a fondo, trovando che il Primo Cappellano e Direttore della Real Cappella del Granducato e Confessore di Ferdinando III, era un certo Mons. Anton Lorenzo Brunacci, fratello dello stesso. Insomma, una buona parola al momento giusto!
   Chissà se Vincenzo Brunacci abbia fatto parte di quel gruppo che sperava, come tanti altri, nell’Unità d’Italia chiedendo l’aiuto diretto di Napoleone. Paola Capaccioli (su internet) ci racconta di una lettera sottoscritta da “diciannove italiani che, in nome di gran parte delle città lombarde, firmarono ed inviarono al governo francese uno scritto che, illustrando la loro infelice condizione, invocava aiuto, rivelando come recondito fine quello di unire tutta l’Italia in un sol stato".
  Molto probabilmente, deluso da Napoleone per la creazione dell’Impero, Vincenzo Brunacci uscì dalla politica e si limitò al solo insegnamento.
   Di altra opinione furono invece i Mastiani-Brunacci di Pisa, che il Cardinale ben ricorda nelle sue “Memorie”, i quali, invece, accettarono da Napoleone l’Ordine di Conti dell’Impero. Atto che ho ritrovato, per caso, presso l’Archivio di Stato di Roma all’EUR.