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Albero genealogico

Albero genealogico dei Brunacci di Montenovo (Ostra Vetere).

 
OSTRA VETERE
La famiglia Brunacci di Ostra Vetere (Marche)
l’antica Montenovo
Nel 2002 venni a conoscenza di una famiglia patrizia di esuli fiorentini che si era insediata, verso la metà del 1500, in Montenovo (oggi: Ostra Vetere).
Ne ero stato informato da Brunacci Pietro di Filottrano, da me conosciuto durante il mio primo viaggio nelle Marche alla ricerca delle mie radici, il quale aveva sentito parlare di una “via” in Ostra Vetere, intitolata a tre fratelli Brunacci.
Pietro scrisse al Sindaco il 14 ottobre del 2002, ricevendo risposta dopo una sola settimana.
Nella lettera il Sindaco di Ostra Vetere allegò la biografia di Don Pietro Paolo Brunacci, che il suo attuale omonimo di Filottrano provvide subito ad inviarmi e che qui riporto di seguito.
Figura di elevato grado di cultura, scienza e pietà, è il Sacerdote Don Pietro Paolo Brunacci, terziario francescano, nato in Ostra Vetere tra il 1620 – 1630.
I suoi genitori Antonio e Diana Claudi appartenevano alla rispettabile nobiltà del paese. L’intera casa Brunacci, per tradizione, disponibilità finanziaria, preparazione culturale, emergeva notoriamente sulle altre famiglie del luogo, godendo stima e fama presso ogni ceto.
Il nonno di Don Pietro Paolo, pure di nome Antonio, come suo padre, laureato in ambo i diritti, fu per molto tempo amministratore delle offerte per la costruzione del Convento e della Chiesa di S.Croce. Passò poi tale ufficio a suo figlio Antonio, persona assai preparata (era anche lui laureato in ambi i diritti), che ebbe la gioia di vedere ultimati i lavori del Convento e della chiesa nel 1620.
Un fratello di Pier Paolo, Gaudenzio, fu per un decennio al servizio della Repubblica Veneta, scrisse varie opere sacre e profane, tra cui la storia delle guerre di Creta contro i Turchi e altre ne iniziò senza portarle a termine, perché colpito da morte prematura all’età di 36 anni. I suoi genitori ne vollero ricordare la memoria con vistosa lapide funebre che oggi è stata collocata nel Chiostro (del Convento di S.Croce).
Pier Paolo, oltre all’esercizio del Sacro Ministero Sacerdotale, proseguendo le nobili tradizioni familiari, fu uno studioso e scrisse molto, in tempo di sua vita. Si conservano tutt’oggi numerosi manoscritti, raccolti in 4 volumi, interessantissimi per la scuola locale. Non risulta che abbia dato alle stampe opere di consistente valore.
Zelante del culto divino, si prestava volentieri per servizio in tutte le chiese, anche senza essere richiesto, pur non avendone nessun obbligo per ufficio o beneficio. Ricco di eccezionali doti di intelligenza e di cultura, non ne menava vanto, aveva anzi bassissimo concetto di sé. Per cui, senza ombra di esagerazione, si può ritenere che l’umiltà fosse in lui, insieme al distacco dalle cose terrene, la virtù di maggiore spicco.
Dal suo testamento, stilato il 24 dicembre 1682, si ha chiara percezione di quanto fossero in lui radicate le virtù cristiane e sacerdotali. Scelta per sepoltura la chiesa di S.Croce domandò che la sua tomba fosse non quella di famiglia, troppo nobile, ma la più povera come pure chiese alla carità del Padre Guardiano l’abito più logoro per ricoprire il suo cadavere. Né pompa di ceri, suono di campane, sfoggio di Confraternite, come si costumava per persone di riguardo, ma semplice presenza del suo parroco lungo il trasporto.
Così i suoi congiunti non dovevano vestire di lutto, ma considerare che era venuto meno uno che non era degno di stare a questo mondo.
La sua ricca biblioteca la passò al Convento di PP. Riformati e presso di essi rimase fino alle leggi eversive della soppressione. La sua morte avvenne circa il 1700.
(da “I frati minori in Ostra Vetere e il Santuario di S.Pasquale” di Padre Pietro Bussolotti)
Mi misi subito in contatto con il Comune di Ostra Vetere e, da questo momento in poi, si instaurò un proficuo scambio di e-mail con la signora Cinzia Cipollini, che in breve tempo mi inviò tante altre informazioni, comprese le tre biografie pubblicate dal prof. Lipani nell’ “Elenco dei Montenovesi illustri nelle arti, lettere e scienze” ed inserite dal sottoscritto nella sezione “Personaggi”.
La signora Cinzia Cipollini era riuscita anche a ricostruire un primo albero genealogico della detta famiglia Brunacci:
“Dal manoscritto di Pietro Paolo, comunque, ho potuto ricostruire così il ramo dei Brunacci di Montenovo.
Il Cavalier Antonio Brunacci maiore dovrebbe essere arrivato a Montenovo verso la fine del `500.
Ha avuto almeno due figli: Antonio e Bernardino, entrambi avvocati.
Antonio juniore ha sposato nel 1626 Diana Claudi di Montalboddo (ora Ostra).
Ha avuto tre figli maschi Pietro Paolo, Gaudenzio e Francesco.
Bernardino credo abbia avuto anche lui dei figli: quasi sicuramente Antonio BrunacciIII°, forse anche Claudio Brunacci.
Nei suoi manoscritti Pietro Paolo ogni tanto scrive qualcosa che riguarda la sua famiglia (riporto i pezzi che ho trovato):
Nel 1669 settembre 30 in Venetia Gaudenzio Brunacci Cavaliere di S. Marco passò ad altra vita di febbre: stampò dieci opere diverse di belle lettere, historia, astronomia e medicina, et havendo dato principio alla Catastrofe dell´Impero di Trebisonda, et al Teatru Magnum Medicine: fato cocidit intempestivo”.
Nel 1672 Bernardino Brunacci juris adulto: fece molti Governi con lode integrità singolare: testimoni i suoi numerosi scritti e mancò in quest´anno”.
Nel 1684 morì il Cavalier Antonio Brunacci di sommo credito nella Provincia e sue Congregazioni: compose tre libri ad titolo l´Economia Privata”.
Nel 1691 lì 29 marzo: Claudio Brunacci, medico in Roma, historico, Poeta, Astronomo, Accademico fermò il corso della sua vita (l´opere si conservano in casa Brunacci)”.
Nel 1697 Antonio Brunacci 3° legista et Accademico ne governi pubblici e maneggi cedette alla caducità”.
Nel 1703 il 6 novembre Francesco Brunacci filosofo, matematico, accademico in Roma diede di se gran saggia in diversi auditorati particolarmente in quello d´Ascoli e confini del Regno nella parte di Conversano, servendo Mons. Conti, a ciò spedito da N.S., stampò diverse opere, e Rami di Geografia e Sistemi di pianeti e fu impegnato in affari rilevantissimi dalla Congregazione dell´Indice e fu parimenti in Camerino e Fermo in qualità di auditore che dopo ritornato a casa …. e morì di …….. con dolore di tutta la patria” ed infine:
“Nel 1600 Giuliano Brunacci Capitano esperimentato nelle Guerre di Fiandra per lo re di Spagna lo servì. Sotto il generalato del Marchese Spinola Genovese, et altri comandanti, e nell´assedio della Piazza d´Ostenda vi restò morto di moschettata qual fortezza in mano degl´eretici olandesi si rese del 1605 al detto Marchese Spinola”.
Con queste ultime informazioni, ed altre trovate nel mio viaggio del 9/10 luglio 2004 ad Ostra Vetere, dove ho incontrato per la prima volta la sig.ra Cinzia Cipollini, aggiorno la tabella della famiglia dei Brunacci di Ostra Vetere:
DAL DIARIO DEL CONVENTO E DAI REGISTRI PARROCCHIALI
I fratelli Antonio jr. e Bernardino fecero fare in Convento due lapidi: una nel 1645 in memoria dei propri genitori e l’altra, nel 1669, in memoria di Gaudenzio, figlio di Antonio jr. Della prima, però, non se ne conosce più la collocazione. Forse si trova nella cripta stessa.
Comunque, essendo essa stata trascritta sul diario del convento, vi leggiamo che il Cav. Antonio Brunacci senior era deceduto ad 80 anni (quindi dovrebbe essere nato nel 1542 ca.), che la moglie si chiamava Francesca Iambone, che egli era Cittadino Romano e che era morto nel 1622.
Nel registro dei “morti” della Chiesa di S. Maria, risulta esser deceduto il 23.1.1622, ma risulta anche che aveva 75 anni e non 80 (quindi nato nel 1547 ca.).
Altra importante informazione è che l’allora parroco, sia nel registro dei “morti” che in quello dei “matrimoni” (1639-1695 della Chiesa di S. Maria, pag. 78/bis n. 1), dichiara che egli era di Montenovo, senza citare, purtroppo, il nome del padre, né la sua provenienza.
Il matrimonio tra lui e Francesca “Gio. de Bono” (Iambone) è stato celebrato il 18.02.1597. Per trovare la provenienza di Antonio senior, bisognerebbe quindi consultare gli atti notarili, che dovrebbero essere o all’archivio di Ancona o in quello di Roma.
Secondo me, Antonio è stato inviato a studiare a Roma da suo padre. Lì si è fermato ed ha fatto carriera. Ecco perché l’iscrizione sulla lapide lo riporta come “Cittadino Romano”. Finchè un giorno gli viene forse offerta una carica di prestigio nelle Marche e lui vi si trasferisce.
Certo che a Roma in quel periodo non erano tempi buoni. Il “sacco di Roma”, avvenuto nel 1527, poco prima della sua nascita, aveva reso Roma invivibile per decenni.
In seguito Antonio decide di sposarsi (a 50-55 anni!) e si trasferisce per sempre a Montenovo, dove vi era già una ricca comunità di esuli fiorentini.
La seconda epigrafe, in memoria del figlio Gaudenzio, invece, è stata asportata, circa 40 anni fa, dalla posizione originale all’interno della Chiesa ed affissa nel corridoio del Convento. In alto vi è il ritratto di Gaudenzio, ormai in rovina, ed in basso il famoso stemma di famiglia, dove si riconoscono benissimo i due gigli fiorentini ed un corvo.
Antonio jr., nel registro dei nati della Chiesa di S. Severo (pag. 84 n. 3), risulta essere nato il 19.1.1598. E’ grazie a questa data che sono riuscito a trovare il matrimonio dei suoi genitori.
Bernardino, l’altro figlio del Cav. Antonio sr., risulta, sempre nel registro dei nati della Chiesa di S. Severo (pag. 92 n. 3), essere nato l’8.10.1600.
Anche la data della morte di Don Pietro Paolo (19.7.1704) si trova nel registro dei morti del 1591-1712 della Chiesa di S. Severo.
In ultimo ho trovato anche che Don Pietro Paolo ha celebrato il matrimonio del cugino “Dottore Claudio Brunacci”, figlio di Bernardino, con Caterina Picini il 21.4.1688 (ma ora mi accorgo di non aver scritto il nome della Chiesa. Comunque lo si trova a pag. 242 dei “matrimoni 1639-1695”).

Albero genealogico dei Brunacci di Ostra Vetere
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Blasio di Lodovico
viene nominato “Priore” il 14 luglio 1560
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Si tratta di famiglia di origini fiorentine, proveniente da Peccioli
Cav. Antonio Brunacci maiore
(di Blasio di Lodovico)
n. ca. 1542 o 1547 – 23.1.1622
sposa il 17.02.1597
Francesca Iambone
Cavaliere e Cittadino Romano
Laureato in ambo i diritti, fu amministratore delle offerte per la costruzione del Convento di S.Croce.
Ebbe 2 figli: Antonio jr. e Bernardino.
Lo stemma di famiglia è composto da due gigli fiorentini in alto e da un “corvo” in basso.
Antonio jr
nasce il 19.1.1598,
sposa nel 1626 Diana Claudi di Montalboddo,
muore nel 1684.
Anche Antonio jr. si laurea in ambo i diritti; nel 1620 porta a termine i lavori del Convento iniziati dal padre; compone tre libri dal titolo l´Economia Privata.
Bernardino
nasce l’8.10.1600,
muore nel 1672,
anch’egli si laurea
in diritto.
3 figli:
2 figli:
Don Pietro Paolo
18.11.1630 –19.7.1704
Pietro Paolo studia a Jesi e, poi, nel 1650 si recò a Roma sino al 1655; il 4.11.1655 si addottorava nella facoltà di diritto civile e canonico, filosofia, matematica e teologia nella città di Macerata; nel 1660, a Roma, ricevette gli ordini religiosi; dopo il lungo soggiorno romano tornò al paese natio; nel suo testamento, stilato il 24 dicembre 1682, chiese che non venisse tumulato nella ricca tomba di famiglia.
Sopravvive a tutti i suoi parenti e nomina suo erede la Famiglia Carsidoni di Montalboddo.
Antonio III
muore nel 1697
legista et accademico
Gaudenzio
14.10.1631 –30.8.1669
Gaudenzio nel 1641, a 10 anni, va a studiare ad Ancona; nel 1648 va a Roma, dove studia presso la facoltà medica della Sapienza e dove il 2 luglio 1653 si laurea in filosofia e medicina (anche il fratello Pietro Paolo si trovava a Roma); nel 1660 si reca a Venezia, dove per un decennio è al servizio della Repubblica Veneta e dove fu nominato Cavaliere di S. Marco; muore a Venezia il 30 agosto 1668 (o 30.9.1669). Mi dicono che i genitori gli misero nome Gaudenzio, perché ad Ostra, l’antica Montalbotto, patria natale della mamma, si festeggia S. Gaudenzio di Rimini il 14 ottobre, giorno della sua nascita.
Claudio
si sposa il 21.4.1688
con Caterina Picini
muore il 29.3.1691
fu medico in Roma, historico, poeta, astronomo ed accademico.
Francesco
19.9.1640 – 6.11.1703
Francesco astronomo, filosofo, matematico, accademico in Roma, Ascoli, Camerino e Fermo.
dal 1657 al 1662 studia in Macerata, laureandosi in diritto civile e canonico; si trasferisce in Roma dove esercita la professione forense fino ad ottenere la carica di Consultore dei Riti; dall’anno 1675 al 1679 collabora alla redazione del “Giornale dei Letterati”, che si pubblicava a Roma; nell’anno 1699 fu Luogotenente dell’Arcivescovo di Fermo, mons. Cellese. Si sposò ma non ebbe figli.
Vi è anche un altro membro di questa famiglia:
Giuliano Brunacci
il quale muore nel 1605 di “moschettata” in battaglia in Olanda, durante l’assedio di Ostenda.
Sarà un fratello o figlio di Antonio senior?

 

Tutte queste notizie la sig.ra Cinzia Cipollini le ha trovate su un libro/diario dei fratelli Gaudenzio e Pietro Paolo.
Nell’archivio della biblioteca vi è anche un altro libro(1) appartenente a “Francisco Brunaccio”, l’Astronomo, di cui si conoscono altre opere, come la Mappa della volta celeste ed il Globo Celeste che si trova al Palazzo della Provincia di Milano, le cui foto le ho inserite nella Galleria fotografica.
(1)Monografia, testo a stampa. Autore: Titi Placido. Titolo: Physiomathematica, siue Coelestis philosophia naturalibus hucusque desideratis ostensa principijs. Auctore D. Placido de Titis Perusino. Oliuetanae Congregationi monacho. Cum nuperrimis ad Placidianam additamentis, excerptis ex 3. libro astronomicarum rerum praemittendarum ad futuram Astrologiam Italicam, a Cursino Francobracci (pseudonimo di Francesco Brunacci) ex Africano Scirota Romano, in hac secunda aeditione ad operis calcem appositis. Pubblicazione: Mediolani: ex typographia Francisci Vigoni, 1675. Lingua: latino. Localizzazioni: RM0267, Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II, Roma. MO0089, Biblioteca Estense, Modena. RM0160, Biblioteca dell’Osservatorio astronomico di Roma. Codice identificativo: IT/ICCU/UBOE/008097.
Mi è stato riferito dal prof. Lipani che l’eredità della famiglia Brunacci andò alla famiglia Carsidoni di Montalboddo. Forse una Brunacci ha sposato un Carsidoni. Potrebbe essere una nipote di Bernardino, visto che i tre fratelli (Pietro Paolo. Gaudenzio e Francesco). non hanno avuto discendenti.
Altra interessante notizia datami dal sig. Lipani è che è stato recentemente venduto il “camino con lo stemma” di Palazzo Brunacci (che si trova a lato del Palazzo Comunale di Ostra Vetere).
Nell’estate del 2007 sono tornato in Ostra Vetere insieme a Giovanni Brunacci di Osimo ed ho scattato varie foto del Palazzo Brunacci, che ho inserito nella Galleria fotografica.
In quest’ultimo viaggio, ho conosciuto una persona, la quale mi ha riferito di una lapide asportata da Palazzo Brunacci, che attualmente si trova “abbandonata” in una cantina di un privato, di cui però, per riservatezza, non mi ha potuto dire il nome. Inviterei l’attuale proprietario della lapide a vendermela, affinchè io possa farla rimettere al suo posto.
Giancarlo Barchiesi di Ostra mi invia importanti informazioni sui tre fratelli Brunacci:
1)Presso il Museo Diocesano di Camerino si conservano oltre 200 disegni della Collezione Carsidoni.Tra cui ci sono disegni di un qualche Brunacci.
2) Ad Ostra si conserva no due manoscritto di
BRUNACCI Antonio Brunacci In Lib. de gen. et cor. de ala et metahy sica Aristotelis ms. 1618 (frontespizio) – Bib. Comunale di Ostra;
BRUNACCI Antonio Brunacci In libros Aristotelis Phys. et de Caelo ms. 1617 (frontespizio) Bib. Comunale di Ostra.
3) Gaudenzio Brunacci, nato il giorno del patrono di Ostra, ha scritto la storia di San Gaudenzio: Vita di San Gaudenzio Vescovo e Martire F. Valuasense – Venezia 1665 76 43.
4) Ad Ostra Vetere si conserva: BRUNACCI Pietro Paolo Brunacci Historia d’Ostra e Monte Novo. Ms. del sec. XVII, conservato nella biblioteca comunale di Ostra Vetere. ms. 1600 ? 266.