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12 giugno 2013 – parto per Chieri e Torino

Dopo circa 20 anni da quando ho iniziato questa ricerca sulle origini delle Famiglie Brunacci e dopo circa 700 anni da quando i mercanti fiorentini, tra cui i Brunacci, mi hanno preceduto superando anche le Alpi, finalmente mi reco a Chieri, una delle loro innumerevoli basi per i loro traffici in Spagna, in Francia e nelle Fiandre.
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Certo, secoli fa non era facile muoversi in Europa. Tanto è vero che i Mercanti erano costretti a stipulare delle assicurazioni sulle loro merci. Per il sottoscritto, invece, è tutto più facile! Un treno "veloce" mi aspetta alla Stazione Tiburtina di Roma. Me la prendo comoda ed esco di casa almeno tre ore prima della partenza del treno, che mi porterà in sole 4 ore a Torino.
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Ma, se era una avventura per i Mercanti dei secoli passati, arrivare in Piemonte ed oltre, per il sottoscritto lo è stato persino arrivare a Roma! Già, proprio così! Salire su un treno che da casa mia in soli 25 minuti mi avrebbe portato alla coincidenza per Torino, e, venire fermato per un guasto (alla Stazione Tiburtina) ad appena una fermata da essa, significa entrare nello stesso spirito di avventura di secoli fa!
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Fortunatamente anch’io mi ero assicurato dagli eventuali problemi moderni uscendo di casa con largo anticipo, e, con spirito avventuroso e tanta tanta pazienza, ho preso i miei due bagagli e mi sono messo alla ricerca della Metro, raggiunta la quale ho potuto finalmente portarmi alla Stazione Tiburtina e salire sul treno.
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E così, leggendo il giornale e guardando dal finestrino, dopo poche ore ho superato i confini piemontesi. Era la prima volta che andavo a Torino, che però non ho potuto subito vedere perchè la stazione di arrivo era sotterranea e dovevo assolutamente prendere la coincidenza per Chieri.
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Con uno scatto felino in terra straniera (stazione sotterranea di Torino), grazie a precedenti informazioni avute dai miei contatti chieresi, riesco a trovare il binario per chieri con il suo treno, che stava già per chiudere le porte. Un salto ed ero finalmente dentro!
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E, mentre Chieri si avvicinava sempre più, sentivo sempre di meno la stanchezza per il viaggio. Non vedevo l’ora di arrivare, come non vedevo l’ora di mettere mano ai registri e catasti locali. Sarei riuscito a trovare le origini toscane del primo membro della Famiglia Brunacci arrivato a Chieri?
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Intanto alla Stazione di Chieri mi aspettava Roberto Toffanello, storico locale ed archivista responsabile dell’Archivio diocesano, che qui ringrazio di nuovo per la sua gentilezza e disponibilità, il quale, forse leggendo nel mio pensiero, mi da subito appuntamento per la sera stessa presso l’Archivio del Duomo.
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Il tempo di cenare ed eccomi con il primo registro tra le mani. Naturalmente, la prima cosa che mi ha colpito (ma è naturale) in questa ricerca, è che i Brunacci toscani nel frattempo erano diventati "Brunasso" e, nel caso di donne, il sacerdote scriveva (che era una) "Brunassa".
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Seguirà più avanti il resoconto genealogico della Famiglia Brunacci (Brunasso) di Chieri. Ora vorrei prima finire il racconto del mio viaggio a Chieri ed a Torino, inserendo in questo sito anche le foto che ho scattato.
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Infatti, la mattina dopo, avendo appuntamento presso l’Archivio storico di Chieri con il responsabile Dr. Vincenzo Tedesco e, poi, nel pomeriggio a Torino con un mio parente lì residente, mi alzo presto la mattina e scatto delle foto di questa cittadina che i miei antenati scelsero come residenza.
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Cliccare su: FOTO DI CHIERI.
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Finisco questa prima parte raccontandovi di una lapide che si trova sulla facciata di una casa nella via principale, dedicata ad Enrico VIII.
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Sotto allo stemma vi è una dedica, che il Dr. Vincenzo Tedesco mi trascrive con la spiegazione e mi invia:
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"Ecco l’indovinello della lapide chierese, che si trova in via Vittorio Emanuele II all’angolo con via della Pace:
 
CY HEBERGEA CHARLES PREU ROY DES GAULX
LA DATTE Y FAY PAR LETTRES NUMERAULX:
PAR CES DEUX VERSES CY DESSOUS TU PEUS COMPRENDRE
QUANT ROY LOYS SON PERE Y VOULT DESCENDRE.
 
La trascrizione potrebbe essere imrpecisa, ma la regola è che  se si sommano le lettere equivalenti a numeri romani, si ottengono i seguenti risultati:
– dai primi due versi: 1494, data di arrivo di Carlo di Valois a Chieri.
– dai versi terzo e quarto: 1483, data della morte del padre, Re Luigi XI il Prudente
."

Quindi, questa lapide si trova lì dal 1494!
In quel periodo vivevano a Chieri Francesco (prima traccia della sua presenza nel 1448), e Matteo Brunacci (Brunasso), notaio, che avrà tre figli.

Tre figli che troverò nell’Archivio storico, dove mi sono recato subito dopo, facendo conoscenza con il Direttore, Dr. Vincenzo Tedesco, che qui ringrazio per la sua disponibilità e gentilezza.

Ma, per finire questa prima parte del racconto sul mio viaggio, salto direttamente al pomeriggio, quando prendo il bus n. 30 (di fronte all’Archivio Storico) per Torino. In solo mezz’ora arrivo a Torino, passando per Pino Torinese, un paese immerso totalmente nel verde.
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La prima impressione di Torino? Pochi secondi prima di arrivare in Piazza Vittorio Emanuele, ricevo una telefonata, che interrompo subito, sorpreso dalla bellezza della stessa! E’ enorme! A sinistra la basilica della "Grande Madre" (mi è stato spiegato dopo. Io l’avevo scambiata per una copia del Pantheon romano) al di là del Po, mentre a destra degli immensi palazzi fanno da imbuto al Corso che sfocia a Piazza Castello (sede del Primo parlamento), alle cui spalle vi è la Reggia con i suoi giardini.
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Dire "bellissimo" è dire poco! Non si può descrivere, bisogna vedere! Ma, come tutte le cose belle, non poteva esserci un difetto! Se gli architetti reali costruirono una così grande meraviglia, non altrettanto si può dire dei loro successori. Vi è una torre, molto probabilmente sede di uffici, visto che leggo "Mutua Regia", che è un vero "pugno allo stomaco"! Criticare è sembre brutto, ma questa torre nel contesto non centra proprio nulla!
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Comunque, Torino è una città meravigliosa, dove tornerò sicuramente!
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Cliccare su: FOTO DI TORINO.
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Naturalmente, il mio primo viaggio a Torino non poteva che concludersi con una bella foto sul Po insieme a mio cugino Stefano Brunacci, che da due decenni ormai vive nella sua provincia. Anche Stefano, ormai si è "piemonterizzato" così come fecero i primi mercanti fiorentini arrivati a Chieri nel lontano 1300. La storia si ripete continuamente, grazie alle vicissitudini dei singoli. Un carissimo saluto a Stefano, alla moglie Maria Luisa ed ai figli Mattia e Nicolò.
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Cliccare su: STEFANO BRUNACCI.

Domenica 16 giugno, sempre con lo stesso treno veloce, me ne torno, con grandissimo dispiacere, a Roma. Ma tornerò!