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1876 – Marc’Antonio Borghese cita in giudizio i cittadini mentanesi

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Precedentemente avevo scritto che nel 1655  i Savelli, a loro volta in ristrettezze economiche, vendettero tutti i loro possedimenti di Mentana al principe Marc'Antonio Borghese (1598-1658), principe di Sulmona e nipote di Paolo V (1552-1621), eletto Papa il 16 maggio 1605.

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Ebbene, due secoli dopo, nel gennaio del 1876, il pro-pro-nipote Borghese, anch'egli di nome Marc'Antonio, cita in giudizio i cittadini mentanesi per i canoni terrieri non versati.
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Nel gennaio del 1876 Mentana era stata annessa al Regno d'Italia da solo 6 anni, cioè da quando, con l'episodio della "breccia di Porta Pia", terminò l'esistenza dello Stato Pontificio, che ebbe inizio nel lontano 751. Una esistenza durata ben 1120 anni!
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Cambia lo Stato, cambia il potere, ma Marc'Antonio Borghese, come si legge nella sentenza, rimane sempre "Sua Eccellenza il sig. Principe Borghese Don March'Antonio Borghese". Con tanto di "Don" spagnoleggiante!
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Detto questo, riporto qui di seguito testualmente la sentenza del Regio Tribunale, che accolse la richiesta del suddetto principe (non sappiamo se i cittadini mentanesi abbiano fatto ricorso e come sia andato a finire. Sappiamo solo che il suddetto principe muore nel 1886, esattamente dieci anni dopo questa sentenza).
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GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO D'ITALIA
27 GENNAIO 1876
TRIBUNALE CIVILE E CORREZIONALE di Roma
Onorevole Signor Presidente,
Il Principe Borghese Don Marc'Antonio,
fra le sue proprietà di Mentana,
gode un numero ragguardevole di canoni attivi
che gli si debbono pagare da quei terrazzani.
 
Detti canoni sono nella maggior parte di piccola entità.
Dal che ne è conseguito che quegli incaricato della esigenza
sia per non pressare troppo i debitori
oppressi nei decorsi anni da cattive stagioni,
sia anche per trascuratezza,
nell'esatta annuale esigenza dei canoni medesimi.
 
Fatto è che oggi il loro arretrato
ascende alla cospicua somma di circa 19.000 lire,
come rilevasi dallo stato dimostrativo dei debitori
che si allega al presente ricorso.
 
A termine dell'articolo 2114 del vigente Codice Civile,
andato in vigore nella provincia di Roma il 1° febbraio 1871,
si prescrivono con il decorso di cinque anni
le annualità delle rendite perpetue.
 
Da qui la necessità per il Principe Borghese di una domanda giudiziale
onde venga interrotta la prescrizione
a termine dell'articolo 2125 Codice civile.
 
Il numero peraltro dei debitori è considerevole e per essi
riuscirebbe sommamente difficile la citazione nei modi ordinari.
 
Quindi, a termine dell'articolo 148
del vigente Codice di procedura civile,
si fa ricorso alla S.V. Ill.ma
perchè voglia autorizzare la citazione per pubblici proclami,
mediante inserzione nella Gazzetta Ufficiale del Regno
e, con quelle cautele che piaccia alla S. V. Ill.ma, di designare.
Roma, il 26 gennaio 1876
Firm. G. Cesare Gabrielli
Vasselli procuratore.
 
Si comunichi al Pubblico Ministero,
deputando per riferire in camera di consiglio il giudice sig. Innocenti.
Roma, il 27 gennaio 1876
Il Presidente firmatario R. Corsi
 
Il Pubblico Ministero, visto, ecc.,
opina per l'accoglimento dell'istanza
Roma, 27 gennaio 1876
Firmatario A. Gui sostituto
 
In nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele II,
per grazia di Dio e per volontà della nazione Re d'Italia,
il tribunale civile e correzionale di Roma, prima sezione, composto dei signori
Cav. Raffaele Corsi presidente,
Avv. Alessandro Innocenti giudice
Avv. Alfonso Cosentini giudice,

riuniti in camera di Consiglio,
vista la istanza del signor Principe Borghese superioramente trascritta,
ritenuto essere difficoltosa e dispendiosa
nell'interesse delle parti la notifica delle citazioni
contro i debitori di canoni a favore del detto Principe
per il numero considerevole delle persone da citarsi,
come risulta dallo stato noninativo dei canonisti debitori esibito,
è giusto quindi autorizzare la citazione per pubblici proclami,
salvo a designare alcuni dei medesimi
contro cui la citazione dovrà notificarsi nei modi ordinari
a norma dell'art. 146 Codice di proc. civ.
 

Per tali motivi il Tribunale,
sulla relazione del giudice delegato,
uniformemente alle conclusioni del Pubblico Ministero,
autorizza la citazione per pubblici proclami
contro i debitori canonisti dell'ex-feudo di Mentana
del Principe Borghese.
 
Ordina, però, che siano citati nelle forme ordinarie
i signori Arciprete Don Luigi Azellini,
quale investito dell'arcipretura di Mentana
ed amministratore della Compagnia del Rosario,
Luigi Lodi, Adriano Manzi e Vittori Giovan Battista.
 
Ordina inoltre l'affissione del presente provvedimento
e relativa citazione nell'albo pretorio del Comune di Mentana.
 
Fatto e deciso in Roma nel dì 27 gennaio 1876
in Camera di Consiglio dai suddetti signori avvocati
Firmati all'originale
R. Corsi presidente
S. Capolongo vicecancelliere
Per copia conforme, ecc.
 
Dalla cancelleria
del Tribunale civile e correzionale di Roma
27 gennaio 1876
 
Il cancelliere Ercole
L'anno 1876, il giorno 30 gennaio
 
Atto di citazione in via civile
Innanzi la Regia Pretura di Roma del 6° emendamento,
ad istanza di S.E. il sig. Principe Borghese
Don March'Antonio Borghese

che per ogni effetto di ragione elegge il suo domicilio in Roma
nel suo Palazzo in Piazza Borghese,
rappresentato dal procuratore G. Cesare Gabrielli-Vasselli.
 

In forza del decreto rilasciato in Camera di Consiglio
dall'eccellentissimo Tribunale civile e correzionale di Roma
in data del 27 gennaio corrente,
di cui si dà copia in testa del presente atto
causa la citazione per pubblici proclami,
 
Io, Luigi Marziale, usciere addetto alla Regia Pretura
del 6° mandamento in Roma, ho citato nelle vie ordinarie,
a termine del suenunciato decreto,
il Reverendo Don Luigi arciprete Azellini,
quale investito dell'arcipretura di Mentana
ed amministratore della Compagnia del SS Rosario,
Luigi Lodi, Adriano Manzi e Giovanbattista Vittori,
tutti domiciliati in Mentana,

e per affissione ed inserzione in Gazzetta tutti gli altri
qui appiè designati a comparire innanzi al Regio Pretore
del 6° mandamento in Roma,
nella sua residenza in via della Croce Bianca,
n. … alla pubblica udienza del giorno 16 febbraio prossimo,
alle ore 9 antimeridiane,
per ivi sentirsi condannare ciascuno per la sua quota di debito
al pagamento dei canoni decorsi e non pagati
a tutta l'ultima scadenza del 30 settembre 1875
e dai citai dovuti eccellentissimo istante direttario
a forma dei documenti che verranno in atti prodotti,

cioè:
– l'Arciprete Azellini per l'Arcipretura di Mentana in lire 230,77
e per la Comopagnia del SS Rosario in lire 4,07 in tutto lire 234,84
– Lodi Luigi in lire 542,84
– Manzi Adriano in lire 269,90
– Vittori Giovan Battista in lire 285,11
– Antonelli Francesco lire 70,87
– Barberini Anna e Teresa lire 72,70
– Bertollini Candida in De Silvestri lire 52,29
– Bertollini Luigi lire 36,84
– Betti Gaetano lire 300,22
– Blasi fratelli lire 56,58
– Brunetti Barbara in Pandolfi lire 303,62
– Brunetti Maddalena ved. Valentini lire 43,28
– Balmarini Domenico lire 54,54
– Brunocchi Maria felice in Fiorenza lire 37,88
– Santucci Pietro, quale amministratore del Beneficio della Pietà, lire 151
– Bianchi Rosa ved. Checchi, erede di Angelo Cecchetti, lire 34,91
– Cicconetti Pietro lire 106, 99
– Coccia Petronilla, Maria e Lucia, lire 64,45
 
– Comune di Villacaccia (Udine) lire 483,15 (1)
 
– David Agostino lire 40,70
– Del Grande Bernardo lire 40,70
– Del Grande Maddalena in Fiorenza lire 58,83
– Eleonori Giuseppe (futuro suocero di Nazareno Brunacci) lire 171,49
– Fabrizi Egidio lire 38,22
– Federici Paolo lire 116,66
– Finozzi Calisto lire 151,58
– Fravili Filippo lire 244,50
– Frontoni Tommaso lire 61,96
– Fratelli Fravili Agostino e Giuliano
e per essi gli acquirenti Rosa Romani e Carlo Volpi, lire 148,45
– Giacomoni Eugenio, Margherita, Sebastiano, Maddalena e Leonide, lire 30,10
– Guidarelli Giovanna in Angeloni lire 41,93
– Guidarelli Giovanni lire 45,53
– Guidarelli Rosa in Romani lire 50,08
– Lodi Domenico ed Aurelio del fu Francesco lire 113,29
– Lodi Giacchino lire 114,10
– Lodi Maria ved. Moscatelli lire 112,01
– Lodi Mattia lire 97,28
– Lodi Sante lire 118,21
– Lazzarini Maria in Raffaelli e per essa gli eredi
Giuseppe, Vincenzo e Carlo del fu Angelo Picucci per una metà
e per l'altra metà Benedetto e Camillo fratelli Raffaelli, lire 76,26
– Maccari Antonio e Marco lire 898,69
– Maccari Elisabetta ved. Limardi lire 73,67
– Maccari Matteo lire 253,56
– Mancini Brigida ved. Quaranta lire 76,17
– Manzi Pompeo, Romolo, Gian Andrea e Cesare lire 1267,87
– Marchegiani Domenico lire 58,86
– Moscatelli Antonio (possessore del canone Marini Celestina
in Maccari) lire 114,39
– Marini Rosa in Moscatelli lire 33,46
– Moscetti Anna in Massoni lire 34,10
– Morlacchetti Nicola lire 164,84
– Moroni Achille lire 160,43
– Moroni Clotilde in Guidarelli lire 80,71
– Moroni Domenico lire 402,53
– Moscatelli Angelo lire 74,40
– Moscatelli Cesare, Paolo, Domenico e Nicola lire 227,49
– Mauli già Toccafondi lire 327,70
– Nicolai Domenico lire 105,77
– Ortenzi Pio lire 35,88
– Pandolfi Francesco lire 40,43
– Pardini Costantino lire 40,43
– Paris Anna Antonia in Rosari lire 56,11
– Paris Maddalena in Roberti lire 42,63
– Pasqualetti Maddalena ved. Belli lire 141,85
– Pasqualucci Maddalena in Morlacchetti lire 80,84
– Pasqui Domenico lire 89,13
– Pasqui Giovan Battista e Sebastiano lire 784,91
– Pasqui Giuseppe e Paolo lire 172,63
– Picucci Margherita in Rossi lire 57,23
– Piergotti Rosa, Settimia e Maddalena lire 383,49
– Pietrolini Nicola lire 245,28
– Proietti Lucia in Rossi lire 54,75
– Rosari Angelo e fratello del fu Bernardino lire 43,94
– Rossi Luigi e Paolo lire 126,59
– Ruggeri Antonio, Mattia ed Angelo lire 43,06
– Ruggeri Maddalena in Moscatelli lire 56,59
– Roberti Maddalena, tutrice di Ettore e Rocco Guidarelli,
eredi di Giuseppe, lire 38,93
– Pasqui Amalia, amminsitratrice
della Compagnia della Carità, lire 38,46
– Pasqui Giovan Battista, amministratore
della Confraternita del SS Sacramento, lire 104,99
– Santilli Giacomo, Giulio e Margherita,
eredi di Antonio, lire 137
– Santucci Annunziata in Lodi lire 82,75
– Savorelli Giacomo lire 30,54
– Sorci Paolo lire 59,08
– Sperandio Paolo lire 88,93
– Sperandio Gabriele e per esso Sperandio Anna Maria,
Gicanti Domenico e Bertollini Nicola, lire 118,58
– Stocchi Carolina in Marchegiani lire 95,74
– Stocchi Sante lire 197,34
– Tabanella Vincenzo lire 46,56
– Tiberi Gioacchino, Antonio e Paolo lire 284,05
– Torrici Giuseppe e per esso suoi eredi
Sante, Mattia, Gioacchino, e Luigi Lodi,
e Domenico ed Aurelio eredi Francesco Lodi,
e acquirente Manzi avv. Adriano, lire 163,66
– Troiani Giuseppe lire 49,59
– Valentini Carolina in Pandolfi lire 196,27
– Valentini Maria Felice in Tabanella lire 105,56
– Valentini Venanzia in Capriotti lire 95,06
– Verdecchia Giuseppe, Domenico e Costantino fu Andrea lire 91,60
– Vitali Pietro lire 60,25
– Valentini Antonio, acquirente dei fondi canonati
di Guidarelli Pietro lire 83,20
– Aniballi Angelo, detto Subirretto, lire 49,82
– Benigni Filippo lire 194,96
– Conti Nicola e Benusette lire 58,16
– Jacoponi Maria in Bastanelli lire 36,33
– Nanni Santa e Giovanna lire 74,98
– Simoni Filippo lire 44,43
tutti di mentana.
Venga quindi contro di tutti emanata sentenza
eseguibile provvisoriamente non ostante opposizione ed appello,
con la condanna di ciascuno dei citati,
pro rata alle spese del presente giudizio,

salvo e riservato allo istante ogni altro suo diritto ed azione,
in ispecie per dimandare contro i cittadini medesimi
in devoluzione dei fondi se e come di ragione, ecc.
 

Presentato ed affisso il presente atto a termini del decreto
dall'usciere della Pretura del 6° mandamento Luigi Marziale.

30 gennaio 1876.

Avv. G. Cesare Gabrielli
Vasselli procuratore

(1)
Non si capisce cosa centri nella sentenza il Comune di Villacaccia (Udine). Da approfondire!