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728 d.C. – Liutprando conquista Nomentum

728 d.C.
Liutprando conquista Nomentum
(abbandonata definitivamente dai suoi cittadini)
Come una spada sguainata queste orde selvagge si abbatterono su di noi e dappertutto gli uomini, cadevano come spighe falciate. Le città furono spopolate, i castelli distrutti, le chiese bruciate, i conventi demoliti. I campi furono saccheggiati e il suolo piange la sua solitudine giacché non vi sono uomini per coltivarlo.” Papa Gregorio Magno, santo (590-604).
 
Non c’è da meravigliarsi, anche se ormai era passato più di un secolo da quando papa Gregorio Magno lanciò il suo grido di disperazione, che gli abitanti di Nomentum siano precipitosamente fuggiti alla notizia dell’arrivo di Liutprando (1).
 
I Longobardi, penetrati in Italia nel 568, fondarono al nord, in rapida successione, i ducati di Trento e del Friuli, al sud quelli di Benevento e Spoleto, attorniando, di fatto, Roma e le sue città satelliti, quindi anche Nomentum, per almeno due secoli, provocandone uno spopolamento lento, ma costante. Questo continuo assedio da parte dei Longobardi durò fino al 774 quando arrivarono i Franchi di Carlo Magno, che deposero Desiderio, l’ultimo re Longobardo.
 
Per cui la Nomentum dei tempi di Liutprando era ormai una città ridotta a poche centinaia di abitanti, dipendente dai Papi ed avente una propria sede episcopale. La Nomentum romana ormai non esisteva più già da qualche secolo.
 
L’arrivo di Liutprando, non fece altro che accelerare tra i cittadini nomentani la convinzione di dover trovare un luogo più sicuro. Così i cittadini superstiti, che ebbero il coraggio di tornare a Nomentum dopo la partenza di Liutprando, decisero di spostarsi più in basso, dove ora si trova il borgo antico di Mentana, arroccandosi su una collina e fortificandosi. Del resto il materiale abbondava. Tutto il borgo di Mentana fu infatti costruito con il materiale dei ruderi della città, definitivamente abbandonata, di Nomentum.
 
Non si sa quando questo spostamento sia esattamente avvenuto. Sicuramente è avvenuto nel giro di pochi anni, dato che, dopo soli 70 anni, il nucleo cittadino esisteva di nuovo, perché qui vi avvenne il famoso incontro tra Carlo Magno e Papa Leone III alla vigilia del Natale dell’800, quando fu incoronato Imperatore.
 
Oggi, il sito dove si trovava l’antica Nomentum è di nuovo abitato, ma ci sono voluti ben 1200 anni prima che ritornasse a vivere. Negli ultimi 50 anni la densità abitativa ha raggiunto quasi quella del periodo romano. Questo sito oggi si chiama “Casali di Mentana” e sulla collina di Monte d’Oro i resti del Foro Nomentano aspettano soltanto di essere dissepolti.
 
(1) Liutprando regnò per ben 31 anni, dal 712 al 744. Egli era, comunque, un re cattolico, che, combattendo contro l’Impero Bizantino, a cui tolse parte dei territori italici, si trovò spesso in lotta contro il Papa, il quale, a sua volta, temeva un ulteriore rafforzamento dei Longobardi. In queste lotte politiche tra il Papato ed i Longobardi ci andarono naturalmente di mezzo le piccole città alleate limitrofe di Roma, tra cui, appunto, Nomentum.
 
Correva, forse, l’anno 728 quando il re longobardo scese nel Lazio e distrusse Nomentum, sottomettendosi, però, di nuovo al Papato, a cui cedette il dominio di Sutri. Gli storici datano con la “Donazione di Sutri” la nascita ufficiale dello Stato Pontificio. Per la cronaca nel 728 era papa Gregorio II (715-731).
 
Liutprando, oltre a questo dono, pagò anche una forte somma per avere le ossa di S.Agostino e le trasportò a Pavia, nella Basilica di S.Pietro in Ciel d’Oro. Alla sua morte fu sepolto con il padre nella Basilica di S. Maria Maggiore in Pertica, poi traslato proprio in S.Pietro in Ciel d’Oro. All’interno della Basilica una targa sulla colonna di destra ricorda la sepoltura del re.
 
Brevi cenni storici sui Longobardi ed i Franchi:
Nel 568 un nuovo popolo del nord invase l’Italia tirrenica, i Longobardi: l’unità politica dell’Italia fu definitivamente infranta e proprio la Tuscia (Toscana) costituì la parte più meridionale delle loro conquiste, direttamente dipendenti dalla capitale Pavia.

 

I Longobardi conquistarono altre aree (il ducato di Spoleto e quello di Benevento) ma non riuscirono mai a spezzare il “Corridoio Bizantino”, la stretta fascia di territorio lungo l’antica via consolare Flaminia che metteva in comunicazione il Ducato Romano con la Pentapoli e l’Esarcato.
Questi territori rimasero formalmente sotto il controllo bizantino la cui arteria principale di comunicazione dell’Italia centrale prendeva il nome di Via Amerina.
Il percorso univa Roma ad Amelia (Terni) ed attraversava il territorio degli attuali centri di Castel Sant’Elia, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Gallese e Orte.

 

Nell’VIII secolo in Italia Bizantini e Longobardi si contendono il territorio. Duchi longobardi addirittura creano degli Stati autonomi (i Ducati di Spoleto e Benevento).

La Tuscia Longobardorum avrebbe costituito per circa tre secoli il territorio di partenza delle scorrerie e delle missioni militari che gli eserciti longobardi effettuavano regolarmente nel Ducato Romano.


Nel 712 sale sul trono longobardo il re Liutprando con l’intenzione di estendere il Regno annettendovi anche i territori bizantini ed i due Ducati suddetti.

Tra le due potenze politiche e militari si interpone il Papato, il cui governo è deciso fermamente nel realizzare un proprio Stato, poiché stanco del potere imperiale di Bisanzio la cui intromissione arriva perfino nelle questioni teologiche. Se la Chiesa d’Oriente accettava queste ingerenze, quella di Roma, rappresentata dal vescovo Gregorio Magno, aveva tutte le intenzioni di restare autonoma.

 

Motivo della rottura tra Papato ed Impero fu la lotta iconoclasta spinta dall’imperatore Leone III l’Isaurico (717-741): tutte le immagini sacre presenti nell’Impero dovevano essere distrutte.
Ma il papa romano Gregorio II (715-731) non si schierò dalla parte degli iconoclasti: era spinto dal desiderio di autonomia dal potere imperiale e dall’impossibilità di annullare la tradizione del culto delle immagini sacre, fortemente sentita in Italia.

 

Le truppe bizantine avrebbero presto spazzato via le resistenze delle truppe papali ed i Longobardi non avrebbero aspettato altra occasione per ergersi a difensori del papato scacciando i Bizantini. Ma al papa i Longobardi non apparivano affatto come gli unici difensori della fede cristiana e della Chiesa di Roma: si erano convertiti assai in ritardo alla fede ed ancora mostravano legami stretti con quella ariana.

 

Al contrario i Franchi, con capitale a Lutetia Parisiorum (Parigi), combattevano da tempo contro i barbari pagani ed i musulmani. Avvicinandosi ai Franchi cambiava il baricentro della civiltà occidentale, spostandosi dall’Oriente verso l’Europa continentale.

Nel 727 Gregorio condannò l’iconoclastia ed i cittadini italici si ribellarono ai governatori bizantini: al loro posto succedettero spesso delle aristocrazie locali, stanche dell’eccessiva pressione fiscale dell’erario imperiale.

 

Liutprando, nel perseguire il suo disegno di conquista dell’Italia, nello stesso anno invadeva i territori bizantini giungendo nel Lazio settentrionale.

 

Pronta la reazione dei Ducati di Spoleto e Benevento che, rinnegando la loro stessa origine longobarda, si alleavano con il Papato per contrastarne l’avanzata.

L’intervento riusciva e Liutprando, per farsi perdonare dal Papa Gregorio, esordiva con  la celebre Donazione di Sutri (728), mediante la quale faceva dono al pontefice dei territori conquistati. Essi divenivano così il primo nucleo del futuro Stato della Chiesa.


I poteri temporale e spirituale erano ormai presenti entrambi nelle mani del Pontefice.

Nonostante la Donazione, papa Gregorio chiedeva aiuto ai Franchi, governati dal monarca Carlo Martello, che però non interveniva in un territorio troppo distante.

 

Nel 739 Orte, Bomarzo e Blera furono occupate dal re longobardo, il cui successore avrebbe continuato l’azione di penetrazione nei territori dell’Esarcato e della Pentapoli.
Infatti nel 751 il re longobardo Astolfo (749-756) invade l’Italia settentrionale arrivando a minacciare la stessa Roma.
Papa Zaccaria (741-752) chiese nuovamente aiuto ai Franchi, governati da Pipino il Breve (751-768), capostipite della dinastia carolingia, consacrato re con l’autorità di Dio da papa Stefano II (752-757) nel 754.
 

Nel 755 i Carolingi rispondono all’appello del papa e cacciano i Longobardi, donandogli i territori riconquistati (Esarcato, Pentapoli e Lazio).

Con la donazione di Pipino il Breve nasceva il primo nucleo del Patrimonio di San Pietro, fase embrionale del futuro Stato Pontificio.

Tempi duri per i Longobardi, governati dal 757 da Desiderio (757-774), pressati a nord dai Franchi e a sud dal Patrimonio di San Pietro.

Essi saranno costretti ad un’intensa attività diplomatica, che porterà al matrimonio tra la figlia di Desiderio, Ermengarda, ed il figlio di Pipino il Breve, Carlo (il futuro Carlo Magno).

 

Il sovrano carolingio, sentendosi prossimo alla morte, divise il Regno tra i due figli, Carlo e Carlomanno.
Con la morte del fratello (771), Carlo si fa acclamare unico re franco, non riconoscendo i legittimi diritti della cognata vedova, e ripudia Ermengarda.

 

Desiderio invade nuovamente le terre pontificie per vedere riconosciuto da papa Adriano I (772-795) il diritto della figlia e della vedova di Carlomanno.

 

Nel 773 Desiderio fortifica l’altura del colle San Lorenzo a Viterbo, strategicamente importante per il controllo della viabilità della regione e buon avamposto per le incursioni verso Roma.
Nel 774 Carlo valica le Alpi e, dopo averlo assediato in Pavia, capitale del regno longobardo, lo cattura e lo chiude in un convento.
 
Nella notte di Natale dell’800 Carlo Magno, difensore del papato, torna in Italia e viene incoronato Imperatore da Leone III.
Nasceva il Sacro Romano Impero.