Nel 2003 fu stampato a Roma un libro su una mostra che era appena stata fatta alle "Scuderie del Quirinale".
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Il libro è della serie "Maestà di Roma", sulla cui opertina è stata pubblicata proprio la seconda versione dell’Ifigenia del Feuerbach, avente Lucia Brunacci come modella. Nella prima versione la modella era Anna Risi,
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MAESTA’ DI ROMA
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Ho trovato la presentazione della Mostra ed anche un articolo, dove, con mia grande sorpresa, ho scoperto che in questa Mostra al Quirinale furono già presentati due quadri, aventi come modelle Anna Risi e Lucia Brunacci.
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Il primo quadro, avente come modella Anna Risi è quello dipinto da Frederic Leighton, prima che Anna Risi diventasse la modella/amante del pittore tedesco Anselm Feuerbach.
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Il secondo quadro, la seconda versione della Ifigenia del Feuerbach è quello dipinto avente Lucia Brunacci come modella.
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MAESTA’ DI ROMA /
LUOGO /
Roma
DATA INIZIO /
sabato 8 marzo 2003
DATA FINE /
domenica 29 giugno 2003
Roma
8 marzo – 29 giugno 2003
Apriranno al pubblico sabato 8 marzo gli affascinanti percorsi dell’arte e della storia di Maestà di Roma, l’imponente rassegna espositiva dedicata al mondo delle arti nella Roma ottocentesca preunitaria che si svolgerà nella cornice ineguagliabile di tre luoghi d’eccezione: le Scuderie del Quirinale, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e l’Accademia di Francia a Villa Medici.
Ideata da Stefano Susinno e da Olivier Bonfait, sulla linea di continuità delle precedenti esposizioni sulla specificità storico-culturale di Roma – l’Idea del Bello (Roma, Palazzo delle Esposizioni 2000) e Art in Rome in the Eighteenth Century (Philadelphia Museum of Art, 2001) – la rassegna, che per quattro mesi esporrà al pubblico oltre 600 opere provenienti dai più prestigiosi musei del mondo, verrà inaugurata dal Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Giuliano Urbani e dal Ministro della Cultura francese, Jean-Jacques Aillagon, a testimonianza degli stretti rapporti bilaterali fra i due paesi e dal Sindaco di Roma, Walter Veltroni.
“L’iniziativa è uno dei segni delle intense relazioni culturali fra l’Italia e la Francia, già incredibilmente sviluppate all’epoca napoleonica e che oggi trovano nuovo slancio per gli accordi presi fra i due paesi in campo culturale. Sono convinto che Italia e Francia sono i motori di una identità culturale europea che intende affermarsi attraverso la collaborazione fra gli stati in tutti i settori, dall’arte al cinema, dalla lettura alla musica” ha commentato il Ministro, Giuliano Urbani.
“Con questo straordinario sforzo espositivo – ha detto il Sindaco Veltroni – Roma si riappropria definitivamente di un complesso periodo della sua storia artistica superando i luoghi comuni che descrivono l’Ottocento preunitario della città come decadente e privo di innovazioni. La città che emerge nelle tre mostre in cui si sviluppa la rassegna è invece un luogo quanto mai eclettico e cosmopolita, popolato da giovani artisti, collezionisti, viaggiatori e persone di cultura di ogni parte del mondo che qui arrivano per confrontarsi con quelli che sono i temi che da sempre Roma evoca e impone: l’idea di eternità e quella di universalità. E’ sotto gli occhi di tutti il salto qualitativo che Roma ha compiuto negli ultimi anni, scoprendo in pieno la sua vena internazionale: “Maestà di Roma” è l’ennesima, eccellente testimonianza della qualità culturale che Roma è in grado di offrire”.
Promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, dal Comune di Roma con l’Azienda Speciale Palaexpo-Scuderie del Quirinale e dall’Accademia di Francia a Roma, con la collaborazione dei Musei Vaticani e dell’Università Roma Tre, la mostra è stata realizzata -per la parte italiana- da Sandra Pinto, Soprintendente alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, coadiuvata da Liliana Barroero e da Fernando Mazzocca, e per la parte francese da Olivier Bonfait, chargé de mission pour l’histoire de l’art presso l’Accademia di Francia a Roma. La manifestazione, realizzata grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo, conta anche su un prestigioso comitato scientifico che riunisce i maggiori studiosi dell’Ottocento.
La mostra intende illustrare il carattere di universalità e cosmopolitismo presente a tutti i livelli della civiltà artistica maturata a Roma fino al momento dell’unificazione nazionale, riportando -spesso per la prima volta- nella città dove furono concepite o realizzate, opere di artisti della levatura di Canova e Thorvaldsen, Hayez e Camuccini, Ingres e Granet, Turner e Corot, Böcklin e Feuerbach, Géricault e Carpeaux, Brjullov e Ivanov. Accanto a tali capolavori, e sempre sulla base di un moderno approccio storico-artistico, sarà esposta in mostrala produzione più significativa delle colonie artistiche straniere la cui presenza a Roma nel corso del diciannovesimo secolo esaltò la vocazione cosmopolita di una città capace di attrarre e affascinare, sottomettendoli alla forza della tradizione classica e cristiana, artisti francesi e inglesi, tedeschi e danesi, spagnoli e austriaci, belgi e olandesi, danesi e svizzeri, russi e americani.
1) Scuderie del Quirinale
Universale ed eterna
Articolata in sezioni tematiche di carattere fortemente suggestivo (“L’immagine di Roma”; “La ‘naturale’ bellezza del popolo romano” ed altre), la rassegna alle Scuderie Papali rievocherà la dimensione universale della Roma ottocentesca, in un percorso scandito da grandi capolavori della pittura, della scultura e delle arti applicate.
Qui potranno essere ammirate, ad esempio, il celeberrimo Sogno di Ossian di Ingres, dipinto per la stanza da letto di Napoleone al Quirinale e oggi a Montauban, le due Veneri Italiche di Canova e di Thorvaldsen messe per la prima volta a confronto, la vertiginosa veduta di Roma dal Vaticano di Turner della Tate , le colonne portatili di Palazzo Pitti, l’elegiaca e nostalgica Ifigenia di Feuerbach dalla Staatsgalerie di Stoccarda.
Nel confronto serrato fra esaltazione del mito classico e recupero del mito cristiano, Universale ed eterna metterà in evidenza, con sguardo nuovo, la dialettica appassionata che vide fronteggiarsi e intrecciarsi la tensione verso la modernità propria dell’età napoleonica -poi riemersa nel ’49- e il poderoso sforzo di tutela delle radici paleocristiane e medievali esercitato dalla Chiesa nei periodi di Restaurazione, a ribadire e difendere l’interezza della propria tradizione ideologica.
2) Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Capitale delle Arti
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna dedicherà i suoi spazi al ruolo di Roma come centro artistico egemone dell’Italia preunitaria. La sua spiccata vocazione a qualificarsi per il resto dell’Italia e per il mondo intero come Urbs magistra artium rese la città eterna meta insostituibile per chi volesse apprendere forme e tecniche della tradizione classica e di quella cristiana.
Attraverso le opere che documentano la vita degli artisti, i loro atelier, le istituzioni a cui facevano riferimento, le mostre, il mercato, la committenza internazionale che ne diffuse la fama, i loro rapporti con il mondo della letteratura e della musica, sarà spiegato quel processo di formazione degli artisti di ogni nazionalità –europei ed americani- che nel corso dell’Ottocento fecero capo a Roma come ad una sorta di ‘Università delle Arti’. Ampio spazio verrà dato al genere del ritratto e alla sua varietà tipologica, uno strumento autoreferenziale con cui il mondo degli artisti riunito a Roma e solidarmente compattato dal ruolo unificante del Mito della città, rappresenta e celebra se stesso.
Capitale delle Arti mostrerà capolavori come La Fuga da Pompei di Bryullov proveniente da San Pietroburgo, Paolo e Francesca di Ingres da Angers, la statua di Nidia dal Metropolitan Museum di New York, testimonianze, insieme a molte altre opere, dell’altissimo livello formale e dell’ampiezza della diffusione dei modelli elaborati a Roma.
3) Accademia di Francia a Villa Medici
Da Ingres a degas. Gli artisti francesi a Roma
Per celebrare il bicentenario del suo insediamento alla Villa Medici, l’Académie de France à Rome espone una grande rassegna sugli artisti francesi venuti a Roma nel corso dell’Ottocento per i quali –vincitori del Prix de Rome o semplici viaggiatori- la città eterna fu fonte d’ispirazione, luogo di formazione e, spesso, punto di partenza nella carriera artistica. Dopo una prima sezione consacrata alle formulazioni del neo-classicismo con opere di David d’Angers e di Ingres (Giove e Teti), il percorso richiamerà l’ambiente culturale di Villa Medici tramite una suggestiva serie di ritratti e la riproposizione delle principali tematiche romane: il nudo mitologico con la Baccante di Pradier, il paesaggio “d’après nature” o composto con il Colosseo visto da Granet et Corot, la fierezza del popolo romano con tre versioni della Corsa dei cavalli berberi di Géricault, il pittoresco dei briganti e dei contadini. Dopo un affondo nei temi del purismo storico propri del direttorato di Ingres (I Gracchi di Guillaume), l’eccezionale allestimento del Grand Salon della Villa Medici apre un nuovo orizzonte sulle divaricazioni dello stile nel corso degli anni ’70 dell’Ottocento con Merson e Regnault.
Mettendo in luce la produzione romana dei più grandi artisti francesi dell’epoca la mostra vuole sottolineare l’importanza di Villa Medici come foyer artistico sul quale fu decisiva l’incidenza del ‘Mito di Roma’. Un mito che si tramuta in immaginario classico nelle opere di Gustave Moreau e di Degas con le quali si concluderà la sezione francese.
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Informazioni per la stampa:
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Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ufficio Stampa: Tiziana Benini
tel. 06 6723763 – fax 06 6723313
e-mail: tbenini@beniculturali.it
Electa
Ufficio Stampa: Valeria Regazzoni – Ilaria Maggi
tel. 02 21563250/207 – fax 02 21563314
e-mail: vregaz@mondadori.it – stampill@mondadori.it
Azienda Speciale Palaexpo – Scuderie del Quirinale
Ufficio Stampa: Marta Fontana – Piergiorgio Paris
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e-mail: ufficiostampa@palazzoesposizioni.it
Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Ufficio Stampa: Maria Giuseppina Di Monte – Maria Mercede Ligozzi
Tel. 06 32298451 – 06 32298315 – fax 06 3221579
Villa Medici
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Tel. 06 6761294 – fax 06 69921653
e-mail:ufficiostampa@villamedici.it
Siti Internet:
Il ritratto di "Nanna", popolana amata dai pittori
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Bella alla pari di una sofisticata dama, ma allo stesso tempo imperturbabile ed orgogliosa come solo una popolana romana sa essere. La morbida chioma nera esalta il volto severo ed elegante, mentre gli occhi bruni, grandi ed audaci, si aprono in un enigmatico sguardo: così Frederic Leighton, pittore inglese attivo a Roma negli anni cinquanta dell’Ottocento, immortalava l’affascinante Anna Risi, moglie di un calzolaio trasteverino del tempo. Fino al 29 giugno, in occasione della grande esposizione dedicata alla "Maestà di Roma" (allestita in tre diverse sedi, le Scuderie del Quirinale, la Galleria d’Arte moderna e l’Accademia di Francia), la splendida tela che la ritrae, proprietà del Museum of Art di Philadelphia, resterà in mostra nella sezione intitolata a ‘La naturale nobiltà e bellezza del popolo romano’.
"Frederic Leighton – spiega la storica dell’arte Anna Villari nella scheda del catalogo ("Maestà di Roma", Electa, 715 pagine, euro 50) – nell’inverno del 1858-1859 era tornato a Roma dopo un soggiorno parigino. ‘Nel pieno sole della campagna romana’ conobbe Nino Costa e quanti, artisti italiani e stranieri, si dedicavano in quegli anni all’esplorazione ed allo studio dal vero delle terre e delle genti del Lazio. Leighton individuò sin dagli esordi in una pittura storica e di figura quella sincerità e verità di approccio che i suoi colleghi e amici cercavano nella pittura di paesaggio. Razza antica, orgogliosa, a tratti sprezzante, con donne di classica, leggendaria bellezza e pudore, il popolo latino dopo l’intensa stagione nazarena, continuava così a esercitare il suo fascino arcaico sugli artisti stranieri".
Secondo le testimonianze dell’epoca, la carismatica Anna Risi, detta la Nanna, aveva "folti capelli" e "lineamenti forti, addolciti da un’espressione malinconica". A quanto pare, la sua fiera bellezza divenne ben presto nota nell’ambiente artistico del tempo, soprattutto per l’intesa relazione amorosa che la bella romana intrecciò con il pittore tedesco Anselm Feuerbach, di cui inizialmente era stata modella. Per Anna Villari, nel quadro di Leighton, con le labbra sensualmente dischiuse e le braccia portate al busto in un gesto di delicata protezione, Nanna appare "regale". Anche se un pesante drappeggio, effimera trovata dell’artista, copre il semplice abito da popolana, la bella trasteverina si presenta al riguardante nella preziosa veste di "musa altera e consapevole, moderna Monna Lisa".
La mostra "Maestà di Roma", ideata da Stefano Susinno ed Olivier Bonfait, raccoglie più di seicento opere provenienti da numerosi musei stranieri, esemplificative per illustrare il fermento artistico che animò la Città eterna in quel coacervo di istanze e movimenti che fu l’Ottocento.
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