Prefazione

 Prefazione

   Scopo di questo lavoro è completare ricerche di altri Autori, che mi hanno preceduto, con altre informazioni e, soprattutto, osservare il Cardinale Ercole Consalvi/Brunacci attraverso gli occhi del sottoscritto suo lontano parente, in previsione dell’anniversario della sua nascita, ovvero per i 250 anni, che ricorreranno l’8 giugno del 2007.
   
Oltre a trovare i dati mancanti, utili per completare la biografia del Cardinale e della sua e mia famiglia, ho avuto la fortuna di trovare le sue “Memorie” di cui non ne conoscevo l’esistenza, ed altri testi, sicuramente anch’essi conosciutissimi agli storici, come quelli dell’Artaud (1837-38), del Silvagni (1882), dell’Angelucci (1923), del Cassi (1931), del Giardini (1934), del Wichterich (1950), del Petrocchi (1941), del Pastzor (1960), del Robinson (1987) ed in ultimo, perché recentissimo, del Regoli (2006).
Cercherò, comunque, di essere il più corretto possibile, nel fare ricorso a tutti quegli autori che mi hanno preceduto, dato che comunque non si potrebbe mai fare a meno di quei testi, provenienti da epoche il più vicine possibili agli avvenimenti che si vuole raccontare, appellandomi però all’Artaud che, parlando di sé al riguardo, precisava: “Dicesi dal critico, che il Cavaliere Artaud non è storico, non fa che raccozzare materiali altrui, con qua e là alcun piccolo suo riflesso. Al che si risponde che primieramente lo storico di necessità deve raccozzare i materiali che già trovansi presso ad altrui, se già per primo non iscrive quelle cose che ha fatte egli stesso, o che tutte avvennero sotto i suoi occhi. Suo ufficio è di sottometterli ad un’esatta e severa critica, e disporli con giusta e ben ordinata serie. Solamente il romanziere, quando non sia un plagiario, trae dalla sua fantasia i materiali de’ suoi racconti, perché niuno gli ricerca il vero, ma il verosimile”.
Faccio mio questo pensiero ed aggiungo che, dato che io vorrei completare le ricerche degli Autori, che mi hanno preceduto, con altre inedite mie faticose ricerche archivistiche, vorrei citare anche le parole del prof. Gironi (1928), che così tanto mi sono piaciute e che riporto qui di seguito:
Io, pertanto, desideroso di rimediare a questi mancamenti di un’opera e per ossequio alla memoria di Illustri Autori, studiandomi di correggere, di empire, di rinnovare, mi sono posto sulle tracce di Loro, e, se ad alcuno parrà che io le abbia talvolta troppo largamente e profondamente ricalcate, sicché sotto l’orma novella sparisca l’antica, non me lo conti a peccato o d’invidia o di vanità: sarà sempre vero che il merito e la lode maggiore sono di chi primo segnò la via, non di chi l’ha seguita.
Così, però, egli conclude:
Non è qui d’uopo distendersi in molte parole per provare come, senza lavoro, nulla si possa profittare delle fatiche altrui.
Vorrei fare un’ultima precisazione, e cioè che in questa mia ricerca non vi è alcuna intenzione critica negativa nei confronti di altri storici Personaggi ed Istituzioni, essendo il sottoscritto perfettamente consapevole che sia il mio antenato che i suo contemporanei erano uomini del loro tempo!
Filo conduttore di questo viaggio, che mi porterà dal 1757, anno della nascita del Cardinale, al 1824, quello della sua morte, saranno proprio le “Memorie” scritte dal mio illustre antenato, durante la sua prigionia in Francia, avvenuta su ordine del suo altrettanto illustre Antagonista: Napoleone.
Dette “Memorie” furono pubblicate, quarant’anni dopo, prima in Francia dal Crétineau-Joly e poi in Italia nel 1950 da Mons. Nasalli Rocca.
Da notare che il lavoro e la pubblicazione delle “Memorie” di Mons. Nasalli Rocca è avvenuto esattamente nello stesso anno, il 1950, dell’avvenuta pubblicazione in Germania del libro del Wichterlich. Questo mi fa pensare che ci deve essere stato un tentativo in quel periodo, da parte di alcuni studiosi, di festeggiare l’8 giugno 1957, il bicentenario della nascita del Cardinale. Qualcosa sembra però non aver funzionato!
Credo, a questo punto, di dover delle spiegazioni sul mio interesse per il Cardinale Consalvi. Il mio cognome è “Brunacci” e vivere con una tradizione orale di parentela con il Cardinale Ercole Consalvi, al cui buon officio si tramanda l’arrivo del mio antenato Benedetto a Roma, prima o poi doveva portarmi ad incuriosirmi ed a fare ricerche al riguardo.
Con mia grande sorpresa scoprii così che in verità il Cardinale Ercole Consalvi si chiamava Ercole Brunacci. La sua famiglia era, quindi, “Brunacci” ed essa era originaria di Viterbo, qui giunta da Pisa. Un ramo si trasferì poi a Toscanella, oggi Tuscania, a soli venti chilometri da Viterbo.
   
A Pisa ed a Firenze si trovano tracce della famiglia Brunacci già dal lontano 1200. A Pisa, ancora esiste il Palazzo Brunacci, con tanto di stemma sulla facciata, che è di proprietà dell’INPS ed è attualmente sede della facoltà universitaria di informatica.
A Tuscania la fortuna ha voluto che io incontrassi il prof. Pietro Lanzetta, che mi ha risparmiato faticose indagini, da lui già effettuate. A lui va il mio infinito ringraziamento.
Ciò mi ha permesso di rivolgere le mie ricerche soprattutto a Roma. Negli archivi delle parrocchie romane dell’epoca, ripeto “con molta fatica”, ho trovato i dati anagrafici mancanti dei componenti della famiglia del Cardinale, che mi hanno permesso di ricostruire fedelmente tutta la sua famiglia.
E, dulcis in fundo, ho ritrovato a Roma anche Barbara Brunacci, nata nel 1970, ultima discendente di un altro ramo dei Brunacci di Tuscania, quello di Ignazio Brunacci, cugino del Cardinale, trasferitosi a Roma nel lontano 1817.

    A Barbara ed alla Città di Tuscania – come già detto – dedico questa mia ricerca.
M. B.