Discorso del Segretario di Stato, Card. Tarcisio Bertone

Discorso del Segretario di Stato, Card. Tarciso Bertone, pubblicato sull’Osservatore Romano.

L’OSSERVATORE ROMANO
Anno CXLVII – N. 132
Mercoledì 13 Giugno 2007
Il Card. Tarcisio Bertone Segretario di Stato al Convegno promosso nel 250° anniversario della nascita del Card. Consalvi.
L’intervento del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, al Convegno promosso dal III Comitato Consalviano in occasione dei 250 anni dalla nascita del Cardinale Ercole Consalvi.
Un vero servitore del Pontefice, un ecclesiastico animato da fede autentica e da una profonda vita interiore.
Il Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha partecipato al Convegno promosso dal III Comitato Consalviano, svoltosi venerdì 8 giugno, in Campidoglio, in occasione dei 250 anni dalla nascita del Card. Ercole Consalvi.
Pubblichiamo l’intervento pronunciato dal porporato:
1. Una singolare personalità ecclesiastica
Ringrazio vivamente gli organizzatori del Convegno sulla figura e l’opera del Card. Ercole Consalvi, per l’invito rivoltomi a prendere parte a quest’incontro in Campidoglio, in occasione del 250·anniversario della sua nascita.
In particolare saluto e ringrazio il signor Maurizio Brunacci, coordinatore del III Comitato Consalviano, come pure coloro che hanno contribuito all’organizzazione dei vari eventi commemorativi di questa ricorrenza giubilare.
Sono venuto volentieri perché si tratta di un mio predecessore nell’ufficio di Segretario di Stato (tengo un suo busto in una sala di rappresentanza della I Loggia) e colgo con piacere, l’occasione per rendere omaggio ad una figura che ha svolto un ruolo di non trascurabile rilievo nella Chiesa accanto al Papa Pio VI e specialmente vicino al Papa Pio VII.
Si tratta, come hanno ben sottolineato gli eminenti relatori che mi hanno preceduto, di una singolare personalità ecclesiastica, vissuta in tempi difficili e travagliati per il Successore di Pietro e per la Chiesa. Lo studioso anglicano John N.D. Kelly lo definisce «uomo di genio»".
2. Un «grande politico» senza «pregiudizi teologici»
Da ragazzi noi leggevamo un libro assai interessante sul Cardinale Consalvi dal titolo «Napoleone fu il suo destino». Le vicende di questo Cardinale sono legate a-quelle di Napoleone, dal quale era odiatissimo per la sua fermezza e per colpa del quale fu dimesso da Segretario di Stato (egli fu, in effetti, Segretario di Stato a due riprese: dal 15 marzo 1800 al 17 giugno 1806 e poi dal 19 maggio 1814 al 20 agosto 1823). La sua geniale abilità apparve in tutta la sua grandezza al Congresso di Vienna, quando riuscì ad ottenere per lo Stato Pontificio tantissimo di quanto era stato con forza strappato dall’Imperatore Napoleone. Ma chi è in realtà il Cardinale romano Ercole Consalvi? Sappiamo come la storiografia abbia dedicato a questo Cardinale diversi studi e ricerche, a partire da subito dopo la sua morte, avvenuta nel 1824; successivamente in occasione del primo centenario della sua nascita ci furono innumerevoli attestati di ammirazione per le sue riconosciute qualità politiche e diplomatiche. Dunque per analizzare la storia del Papato nei complicati inizi del XIX secolo, non si può certo prescindere dal valutare l’azione politica e diplomatica dell’allora Cardinale Segretario di Stato, Ercole Consalvi. A lui vengono riconosciuti interventi che fanno trasparire doti di grande apertura e capacità di mediazione, di flessibilità nel dialogo e di intelligente abilità polirica e diplomatica con perspicace lungimiranza, anche se talora, come con il concordato concluso nel 1801 a Parigi con Napoleone dopo 13 mesi di estenuanti trattative, dovette controvoglia sottostare ad alcune condizioni.
3. Segretario di Stato di Pio VII
All’indomani della sua elezione avvenuta nel Monastero di san Giorgio Maggiore a Venezia il 14 marzo 1800, il Papa Pio VII, Barnaba Chiaramonti, già Vescovo di Imola, scelse come Pro-Segretario di Stato il Consalvi e il 15 agosto seguente lo creò Cardinale e quindi Segretario di Stato a pieno titolo. Si trattò indubbiamente di una scelta quanto mai opportuna, caduta su una personalità che godeva la stima e il favore di molti nella Curia. In effetti, già durante il Conclave era maturato l’orientamento da parte dei Cardinali di eleggere un Papa capace di instaurare un nuovo rapporto tra la Chiesa e l’emergente realtà politica europea segnata dai profondi mutamenti culturali e sociali scaturiti dalla Rivoluzione Francese. E chi meglio del Cardinale Consalvi poteva aiutare il Sommo Pontefice in un compito tanto delicato e importante? Già come Segretario del Conclave a Venezia, il Consalvi aveva cercato «di far valere il suo punto di vista, come cioè convenisse alla tranquillità dei popoli ed al prestigio della Chiesa che il papato fosse guidato da persona, libera da legami d’ogni specie. Non era opportuno – così egli pensava – rendere le cose più aspre di quant’erano in realtà, ma bisognava invece attenuarne le conseguenze, che tante vittime avevano seminato .per tutto il mondo e tanto disordine nélle coscienze» (1).
4. Delicato d’animo e determinato nel carattere
Non è mia intenzione ripetere quanto già abbiamo avuto modo di ascoltare circa le complesse fasi della vita di Ercole Consalvi, nato a Roma da una famiglia di origine pisana, e formato in studi prevalentemente storici e giuridici, con marcati elementi religiosi e teologici. Mi limiterò a qualche piccolo cenno sottolineando come questo ecclesiastico, che volle evitare il passaggio automatico agli Ordini sacri tanto da accedere al Diaconato all’età di 44 anni (2), preferì piuttosto la carriera amministrativa che lo condusse comunque alla porpora cardinalizia. Avendo frequentato, come il fratello, l’Accademia dei Nobili Ecclesiastici ebbe modo di respirare e di far propria l’ecclesiologia affermativa del primato pontificio con la relativa dottrina della giurisdizione universale sulla Chiesa. I suoi contemporanei lo descrivono come persona affabile e fine, con una innata inclinazione verso le belle arti e uno spiccato amore per la poesia e 1a musica. Delicato d’animo e fedele nell’amicizia, fu apprezzato nelle corti e negli ambienti diplomatici. Al tempo stesso, riferiscono i biografi, era dotato d’un carattere gentilissimo ma insieme assai detemzinato, al punto da apparire talora persino orgoglioso. La sua fermezza e decisione si mostrarono con chiarezza quando non esitò a resistere alle pretese di Napoleone, senza paura ne cedimenti pur essendo in gioco la sua vita. E d’altronde ebbe a pagare questa sua resistenza con il carcere e l’esilio.
5. Un ecclesiastico pio e fedele al Papa
Sarebbe senz’altro riduttivo presentare il Cardinale Consalvi (che non fu mai ordinato sacerdote) soltanto come abile e fine diplomatico, perché egli fu anche un ecclesiastico pio e fedele alle pratiche religiose (preghiere, digiuni, confessioni), pur conservando un’attitudine poco incline a rendere manifesta questa sua devozione. Una spiritualità, la sua, che si nutriva alla scuola dei «classici» del cristianesimo, con una predilezione speciale per la mutazione di cristo e le opere di santa Teresa d’Avila. Fu soprattutto fedele verso il Papa Pio VII, che lo scelse come suo più stretto collaboratore. Se infatti la storia della Chiesa conserva in una delle sue pagine più sofferte il grato ricordo di questo Cardinale è perché egli, che mosse i primi passi nella carriera diplomatica lavorando nell’ombra durante il pontificato di Pio VI (tenuto in stato d’assedio, prigioniero alla Certosa di Firenze e poi in Francia ove morì) ebbe con il suo Successore, il Papa Chiaramonti, ad adoperarsi instancabilmente per elaborare una strategia diplomatica di pacificazione con la Francia, la Russia, l’Inghilterra, la Baviera, la Prussia, il Regno di Sardegna, il Wurttemberg, la Spagna e il Canton Ginewa. Di fronte all’incertezza politica di quegli anni, all’invasione dello Stato Pontificio e alle critiche condizioni in cui si trovata il Papato, il Cardinale Consalvi così scriveva: "Ho io dunque rinunziato all’unico conforto degli infelici, vale a dire alla speranza di un ristabilimento? No, non vi ho rinunziato, e la mia fiducia ha le più ferme radici in Dio. Siccome io sono stato sempre persuaso, che gli avvenimenti terribili di questi nostri tempi siano tutti per opera, e prodotti da una sua volontà efficace, senza miscuglio alcuno di cause seconde, per i suoi giustissimi fini, così sono persuaso egualmente che al tempo dell’ira succederà il tempo di misericordia, e che la sua Chiesa ne rinascerà più gloriosa, e più pura. Scio cui credidi, e ciò mi reca a un tempo e conforto, e sicurezza, (3).
6. Il ruolo del Segretario di Stato nel corso dei secoli
Tante e dolorose erano le ferite aperte o riaperte dopo la Rivoluzione Francese: questioni sulle quali la Chiesa doveva prendere decisioni e posizioni chiare ed· inequivocabili. Il faticoso sforzo del Consalvi, il suo disinteressato impegno non sempre trovarono comprensione e appoggio, ma nonostante ciò spese le sue energie fino in fondo al servizio del Papa, quale suo Segretario di Stato. Mi sia permessa qui una breve digressione per illustrare come sia evoluta nel tempo la funzione del Cardinale Segretario di Stato, un tempo chiamato Secretarius intimus o anche Secretarius Papae o maior. Per lungo tempo fu sempre un Prelato, non di rado insignito della dignità vescovile, e solo con il pontificato di Innocenzo X fu chiamato a rivestire questo alto incarico (nel 1644) un Cardinale, Giovanni Giacomo Panciroli, che non apparteneva alla parentela del Papa. Abolito l’ufficio di Cardinale Nipote, il Segretario di Stato prese in mano anche il ruolo di Sopraintendente dello Stato Pontificio. Il 19 luglio 1814 Pio VII istituì la Sacra Congregazione degli Affari Straordinari ampliando la Congregazione super Negotiis Extraordinariis Regni Galliarum creata da Pio VI nel 1793, mentre san Pio X divise la Segreteria di Stato in tre sezioni. Paolo VI con la Costituzione apostolica Regimini Ecclesiae Universae denominò la Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari "Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa”, distinguendolo dalla Segreteria di Stato. Ed infine la Costituzione apostolica di Giovanni Paolo II Pastor Bonus, del 28 giugno 1988, ha riformato la Segreteria di Stato dividendola in due Sezioni. La Sezione Affari Generali attende al disbrigo degli affari riguardanti il servizio quotidiano del Papa, sia nella cura della Chiesa universale che nei rapporti con i Dicasteri della Curia Romana, e redige ogni documento che il Santo Padre le affida. La Seconda Sezione ha come compito proprio i rapporti con i Governi civili, favorendo le relazioni diplomatiche con gli Stati e con gli altri soggetti di diritto internazionale. Al Segretario di Stato compete il ruolo di guida della Segreteria di Stato a diretto contatto con il Successore di Pietro.
7. Maria aiuto dei Cristiani
La complessità del lavoro che quotidianamente ho modo di svolgere mi fa pensare con ammirazione all’impegno, per molti versi più arduo, al quale dovette attendere il Cardinale Consalvi in tempi, come è stato già notato, turbolenti e travagliati. Tuttavia, a ben leggere le vicende di quel periodo, si vede con chiarezza, ancora una volta, come sia veramente Dio a condurre le sorti della storia. La Chiesa appariva allora come una barca sballottata dai flutti di un mare in tempesta senza più il suo capitano, essendo il Papa Pio VII prigioniero a Savona e lontano da Roma. Ma il Successore di Pietro, per il quale il popolo cristiano aveva invocato concorde la materna protezione di Maria, «Aiuto dei Cristiani», venne miracolosamente liberato. L’8 marzo 1814 lasciò Savona e il 24 maggio fu accolto a Roma da una folla esultante. Uno dei suoi primi atti fu di reintegrare il Consalvi nel suo ufficio di Segretario di Stato esattamente il 7 maggio 1814, che nel congresso di Vienna (1814-1815) negoziò la restituzione alla Santa Sede di quasi tutti i suoi domini temporali eccetto Avignone e il Venosino. Contemporaneamente dette inizio a una seconda ricostruzione degli stati pontifici, ma i suoi tentativi di innestare riforme amministrative, giudiziarie e finanziarie ispirate al modello liberale francese per rinnovare l’antiquato sistema papale, esasperarono ugualmente sia i reazionari quanto i progressisti, provocando gravi rivolte. Intanto Pio VII, sempre con l’appoggio del Consalvi, cominciò a riorganizzare la Chiesa, dovunque dissestata per i recenti conflitti; in Francia e Spagna collaborò con la contro rivoluzione, mentre nel paesi non cattolici, dove esistevano Chiese di Stato si appellò alle nuove Idee di tolleranza e di libertà. Le modificazioni territoriali effettuate dal Congresso di Vienna e il clima più favorevole installatosi, gli consentirono di concludere concordati coi diversi Stati, tra cui la Prussia protestante (1821), la Russia ortodossa (1818). In Francia, alla fine, venne sottoscritto il concordato del 1801, poiché quello progettato da Luigi XVIII (1817), più favorevole alla S. Sede, aveva incontrato molte opposizioni. A ricordo dell’evento della miracolosa liberazione dalla prigione di Savona, il Papa stabilì che il 24 maggio si celebrasse la festa di Maria, “Aiuto dei Cristiani”. Questa invocazione mariana verrà ripresa, nella seconda metà del XIX secolo, da Don Bosco in tempi altrettanto difficili per la Chiesa, ad indicare che, sotto il materno patrocinio della Vergine, il Papa e la Chiesa non temono il furore dei propri nemici. La Chiesa è in effetti costituita di uomini limitati e peccatori, ma a guidarne le sorti è Cristo e nessun potere e nessuna potenza terrena potrà distruggerla. "Et portae inferi non praevalebunt”, ha assicurato il Signore, che si serve di fedeli discepoli, uomini e donne, per diffondere il suo Vangelo nel mondo.
8. A 250 anni dalla sua nascita
Tra le personalità che hanno aiutato il Papa a guidare saldamente la Barca di Pietro all’inizio del secolo XIX va annoverato, con una menzione speciale, il suo Segretario di Stato il Cardinale Consalvi, strenuo difensore delle "posizioni della Chiesa e della religione tradizionale agendo dall’interno dei nuovi regimi per combatterne i temuti sviluppi anticristiani”. Morì il 24 gennaio del 1824 e ora riposa, insieme al fratello, a Roma nella prestigiosa Cappella del SS. mo Sacramento nella Chiesa di san Marcello al Corso. Egli fu certo uno stimato statista, ma negli Annali della storia ecclesiastica resta soprattutto come un vero servitore del Sommo Pontefice e come un ecclesiastico animato da fede autentica e da una profonda vita interiore. Cosi amiamo ricordarlo a 250 anni dalla sua nascita, mentre raccogliamo l’invito che dalla lapide della sua tomba viene rivolto ai visitatori a pregare per lui e per il fratello: «Orate pro eis».
l) Gelio Cassi, Il Cardinal Consalvi ed i primi anni della Restaurazione Pontificia (1815-1819).
2) Era diacono del titolo di S.Maria ad Martyres, Pantheon.
3) Lettera di Ercole Consahi a Lorenzo Nirta, Napoli, 3 luglio 1798.