1806, il Cardinale costretto a dare le dimissioni da Segretario di Stato

17 giugno 1806
Dimissioni da Segretario di Stato
Napoleone decise così di far rientrare in Francia lo zio Fesch per toglierlo dall’imbarazzo, essendo contemporaneamente anche Cardinale, ed evitare una azione più incisiva e drastica.
Fesch fu rimpiazzato dal Ministro Alquier, il quale, per capirci meglio, fu quell’Alquier Presidente del Tribunale Criminale che votò la morte di Luigi XVI.
Venne alla fine un momento, in cui il Papa giudicò opportuno l’arrendersi sul mio ritiro. L’Imperadore dopo qualche tempo fece replicare con nota officiale alla anzidetta risposta del Papa, cioè con nota di M. Talleyrand, Ministro degli affari esteri. In questa nota si ripetevano le stesse pretensioni già annunziate.
La risposta del Papa fu negativa in tutto, ma quella fu l’occasione in cui fu considerato di sacrificar me alle di lui tanto efficaci voglie del mio ritiro dal Ministero, provandogli con ciò che si faceva dal Papa a di lui riguardo, benchè a suo sommo malgrado, tutto ciò che gli era possibile di fare, ma non si faceva ciò, che i suoi sacri doveri non gli rendevano possibile di fare.
E tanto più si indusse il Papa a questo suo sacrifizio (così egli chiamavalo per sua bontà), quanto che le pretensioni dell’Imperadore e i rifiuti del Papa non essendo fino allora noti al publico, poteva sperarsi ch’egli, in conseguenza della riprova, che gli dava col mio sacrifizio il Papa, e della dimostrazione della verità dell’ostacolo, che per l’adesione alle di lui brame presentavano al Papa i suoi sacri doveri, desistesse dalle sue pretese, potendolo fare senza urto del suo amor proprio, appunto perché, come ho detto, non erano note al publico.
Io devo questa giustizia alla rettitudine delle intenzioni del Papa e alla sua grande bontà verso di me, la quale non seppe cedere che a quel grande riflesso, arrendendosi a tali riflessioni.
Mi sarà permesso di rendere ancora giustizia, non a me stesso (ciò che non mi converrebbe), ma alla verità su di una cosa che risguarda me stesso, dicendo che, sebbene io non solo non avessi ambito la Segretaria di Stato, ma avessi fatto di tutto per declinarla, pure non sarebbe stato certamente nella occasione dei tanto grandi guai in cui era la S. Sede e il Papa, mio sommo benefattore, che io lo avrei lasciato senza il mio servigio qualunque fosse; ma io fui mosso solamente dalla vista anzidetta, la quale costò moltissimo al mio cuore, così per le circostanze, come ho detto, che per il distaccarmi dal fianco di chi tanto veneravo e tanto amavo.
Così convenuta la cosa fra il Papa e me, lo stesso corriere straordinario, che portò a Parigi la nuova negativa del Papa sulli grandi affari ch’erano l’oggetto delle pretensioni dell’Imperadore Napoleone, vi portò la di lui adesione al mio ritiro dal Ministero e la nomina del mio successore nella persona del Card. Casoni. Ciò accadde ai 17 di giugno, se io non erro, dell’anno 1806.”