1801, la supplica del Conte Francesco Caetani

Dicembre 1801
Il Cardinale e la supplica di un Caetani
Nella mia ossessiva ricerca di testimonianze di vita del Cardinale, mi sono imbattuto nel sito dell’Accademia dei Lincei di Roma, dove è stato pubblicato uno scambio epistolare molto interessante tra il Cardinale ed un Socio dell’Accademia (Archivio storico, busta 264, fasc. 4).
Francesco Caetani, socio della detta Accademia, scrive una supplica al Cardinale, nominato Segretario di Stato da appena un anno.
Francesco Caetani è un discendente di Bonifacio VIII. I Caetani si estingueranno molto recentemente, nel 1977, con una femmina, la quale prima di morire creò la Fondazione Caetani, che a tutt’oggi gestisce, ad esempio, l’Oasi di Ninfa di Norma, a due passi da Sermoneta, in provincia di Latina.
Leggiamo:
“Nel dicembre del 1801, il Governatore di Roma chiama a sé il duca Francesco Caetani di Sermoneta e lo invita a cassare dall’elenco dei soci accademici sette nominativi, tra i quali quello di Gioacchino Pessuti, uno degli artefici della Seconda Rinascita Lincea, rei di professare idee liberali e innovatrici.
Il duca, di contro, scrive un’accorata lettera al Cardinal Consalvi affinché interceda per i sette.
«Non conosce il duca oratore le recondite cagioni che diedero origine al giudizio, che si è fatto di questi individui; solamente ha inteso sparso il sordo rumore che ciò sia nato per sospetti di politiche opinioni. Se ciò mai fosse, egli osa rammentare a Vostra Em.za R.ma le provvidenze, che di sopra furono prese da Sua Santità N. S. col solenne Editto di perdono generale pubblicato per organo di questa Segreteria di Stato; ed osa riflettere altresì, che dopo una promessa sovrana così pubblica e solenne… giova che restino nell’oblio seppellite le trasandate cose…
S’essi sono rei, venghino pure castigati; ma sia pubblico il loro castigo, non essendo giusto, che nel buio e fra le tenebre si scelga, per istrumento della giustizia del Governo di Roma, il duca oratore, il quale eliminando questi sette nomi dal ruolo accademico, senza poterne addurre i motivi, verrebbe a rendere odiosa ed equivoca la sua persona in faccia al pubblico…Suppliche c’egli accompagna colla ingenua e solenne protesta, che la di lui Accademia, per la palusibile maniera con cui si è diportata fino ad ora, merita certamente in riguardo a tutti i membri che la compongono, la sovrana protezione.»
Il Cardinal Consalvi risponde al duca e sul retro della lettera che gli indirizza si può leggere: «Il signor duca potrà favorire di condursi nelle mie stanze a tutto suo comodo.»
I sette Lincei sono salvi e possono continuare il loro operato.”
Colpisce la bellissima arte dello scrivere di una volta, come colpisce il veloce decisionismo del Cardinale, dimostrando con ciò la sua abitudine a comandare, acquisita sicuramente fin dai tempi della sua carica ad Assessore della Congregazione Militare.