1059 d.C – Roberto il Guiscardo distrugge Mentana

                                          1059 – Roberto il Guiscardo distrugge Mentana
.
Per la seconda volta nel giro di tre secoli, dopo i longobardi, Nomentum, che nel frattempo cambia il nome in "Lamentana" e successivamente in "Mentana", subisce una terribile punizione che decreta la sua definitiva decadenza.
.
Papa Niccolò II nel 1059 invia a Mentana Roberto il Guiscardo per punirla di aver partecipato alla lega dei Tuscolani e dei Prenestini contro il papato.
.
Dall’enciclopedia on line Treccani.it:
.
ROBERTO IL GUISCARDO (1)
.
Roberto I il Guiscardo duca di Puglia, detto l’Astuto.
Duca normanno (n. ca. 1015 – Cefalonia 1085).
.
Figlio di Tancredi d’Altavilla, fra il 1046 e il 1077 conquistò tutta l’Italia meridionale, ponendo fine alla presenza bizantina e longobarda e ricevendo il titolo di duca di Puglia, Calabria e Sicilia da Niccolò II, favorevole all’amicizia con i normanni per allontanare l’ingerenza di Bisanzio e del Sacro romano impero dagli affari della Chiesa. Costituito il proprio Stato, R. annullò con abilità le ribellioni dei signori feudali e delle città, ristabilì la pace e riorganizzò l’amministrazione dei suoi domini. Sempre preoccupato della potenza dei bizantini nell’Adriatico, avviò una spedizione contro di essi, ma morì nel corso dell’assedio di Cefalonia.
.
Vita e attività. Figlio di Tancredi d’Altavilla, venne in Italia nel 1040 circa. Al servizio dapprima del principe di Capua, passò poi, chiamato dal fratello Drogone, in Calabria, cominciandone la conquista sistematica sotto il comando di Drogone e poi di Unfredo, e sottraendola al dominio bizantino e alle aspirazioni del principe di Salerno, col venire accortamente a patti con le città, in particolare dopo la vittoria memorabile di Civitate (1053). Alla morte del fratello Unfredo, non tenendo conto degli eredi, fece sancire la propria elezione a conte di Puglia (1057). Sottomessa interamente la Calabria (1060), mercé l’aiuto dell’altro fratello, Ruggiero, R. ideò la conquista della Sicilia che Ruggiero attuò in massima parte. Nel Concilio di Melfi (1059) R. fu investito da Nicolò II del ducato di Puglia, Calabria e Sicilia, benché questi territori non fossero stati da lui completamente conquistati. Continuò la lotta contro i Bizantini cacciandoli definitivamente dall’Italia con la conquista di Bari (1071). In seguito passò alla conquista degli ultimi centri di resistenza, Amalfi e Salerno, combattendo soprattutto contro Gisulfo II che aveva dalla sua Riccardo I principe di Capua. Prima a cadere in potere del Guiscardo fu Amalfi. Questa conquista accelerò la caduta di Salerno (1077), mentre Gisulfo si ritirava presso la corte papale. Costituito il proprio stato, R. s’occupò di dargli forza all’interno e di vincere le numerose ostilità da parte dei signori, insofferenti del giogo, e delle città che non volevano perdere le loro autonomie. Talora questo malcontento scoppiò in aperta ribellione. Ma l’abilità del Guiscardo seppe ristabilire la calma e organizzare amministrativamente tutte le terre conquistate. Sempre preoccupato della potenza bizantina, padrona dell’Adriatico, e per soddisfare le sue vaste ambizioni politiche, R. salpò (1081) con la flotta verso Valona, conquistò Corfù e, dopo aver sconfitto Alessio Comneno, occupò (1082) Durazzo. Interrotta la sua marcia su Costantinopoli per correre in aiuto di Gregorio VII assediato da Enrico IV a Roma, lo liberava conducendolo a Salerno, ma devastando (1084) prima la città. Nell’autunno del 1084 riprese la lotta in Oriente, ma, riconquistata Corfù, morì durante l’assedio di Cefalonia. 

PAPA NICCOLO’ II
 .
Francese (Chevron, Savoia, 980 circa – Firenze 1061), di nome Gerardo, divenne papa nel dicembre 1058. Con l’aiuto delle milizie imperiali cacciò da Roma l’antipapa Benedetto X. Deciso fautore della riforma ecclesiastica, convocava quel Concilio lateranense che, nell’aprile 1059, decretava che l’elezione del papa fosse riservata ai soli cardinali, escludendo l’intervento della nobiltà romana e limitando il ruolo dell’imperatore a una forma di vago assenso. La rottura tra papato e impero spinse N. a cercare nuove alleanze; e nell’agosto 1059 stipulò a Melfi un accordo con il normanno Roberto il Guiscardo, cui conferì, in cambio dell’omaggio feudale, il ducato di Puglia, Calabria e Sicilia. Poté così, con l’aiuto normanno, impadronirsi dell’antipapa (fortificatosi, nel frattempo, a Galeria), che fu poi deposto dal concilio. Questo nel 1060 emanò i famosi decreti contro la simonia, che avrebbero acuito ancor più il dissidio fra Chiesa e Impero, del quale N. si apprestava a sostenere l’urto, quando la morte lo colpì. Spettò ad Alessandro II e Gregorio VII, di proseguirne la politica riformatrice.

(1) Degno di nota è che dal matrimonio tra Costanza d’Altavilla, nipote di Ruggero fratello di Roberto, e l’Imperatore Enrico VI di Svevia, della casata degli Hohenstaufen, nacque il grande Imperatore Federico II, poeta, scrittore e fondatore dell’Università di Napoli.